3RD PERSON
Era passata un'esatta settimana, e nessuno aveva osato fare un passo verso l'altro. Ne Selene, ne Caph avevano deciso di riappacificarsi.La cosa non era sfuggita e nessuno dei ragazzi, che avevano infatti organizzato un'uscita in spiaggia la sera stessa, in cui avevano obbligato Selene ad andare con loro.
Marco se ne era lavato totalmente le mani, dicendo che tanto l'avrebbe ignorata come per tutto quel tempo aveva fatto lei.
Le cose però, non erano semplici come pensava lei. Infatti, quando si era presentata con addosso un vestitino rosso abbastanza estivo e fresco, lui non aveva smesso di tenerle gli occhi addosso.
«Ciao.» disse lei con la voce leggermente tremolante. Aveva il panico all'altezza del petto, che si propagava anche sulla pancia.
Lui invece era tranquillo, per modo di dire. In realtà si bagnava le labbra, sentendo ancora il sapore di baci sopravvissuti a tante notti.
«Selene, siediti!» Duccio l'abbracciò calorosamente invitandola a sedersi esattamente accanto a lei.
Selene fu felice di non ricevere alcuna domanda sul motivo della sua scomparsa.Tutti la salutarono, tranne Marco. Lei non lo biasimava affatto, era scomparsa dal nulla senza dare alcuna spiegazione. Quel broncio con i capelli biondi le andava più che bene.
«Che luna che c'è stasera.» esclamò Fares osservando con attenzione quella piccola palla bianca luminosa che si faceva sempre più alta nel cielo.
«Amo la luna. Non solo perché il mio nome significa "Luna" eh!» sorrise Selene, «Solo che la trovo così romantica e incantevole, che quasi non sembra vera.» quella sera era in vena malinconica, e le piaceva parlare quando lo era.
Diventava saggia e acculturata, quelle sere in cui il mare agitato le sembrava di gran lunga più calmo delle sue lacrime impazzite.
Pietro, che poco prima aveva dato inizio a questo discorso sulla luna, le poggiò una mano sulla spalla, facendole capire di sapere.
«Raga devo andare un'attimo al bar, mi accompagnate?» chiese Andrea a Duccio e Pietro. Sembrava come se li volessero lasciare soli.
Marco e Selene non si lamentarono affatto, in quanto avrebbero destato troppi sospetti verso i ragazzi, che, in teoria, non dovevano saperne nulla.
Rimasero soli, l'aria si fece più pesante e il silenzio più imbarazzante. Selene aveva voglia di tagliare quella tensione, di chiedergli scusa. Adesso più che mai, si sentiva in colpa e stupida.
«Perché?» fu Marco il primo a parlare, che però non degnava alcuno sguardo alla ragazza che aveva di fianco. Selene non capì la sua domanda.
«Perché sei scappata?» argomentò lui, come se ne fosse in dovere. Selene chiuse gli occhi, pensando di essere lì o con il suo psicologo, o davanti allo specchio di casa sua.
«Puoi prendermi per una stronza infantile, me lo merito. E scusami per questo, però in passato ho avuto una relazione complicata, e adesso quella paura di soffrire su fa sempre più larga nel petto.» sospirò.
«La cosa che mi spaventa di più, è che con te, in così poco tempo, provo sentimenti più forti rispetto all'ultima volta. La paura di affezionarmi a te e poi far sì che ti possa scaricarmi è più grande di me e delle mie azioni.»
«Quel pomeriggio sono scappata perché avevo paura. Lo ammetto. Pensavo che andandomene io non avrei sofferto il dolore di sentirlo dire da te. E invece sono stata male lo stesso.»
«Devi perdonarmi.» concluse con le lacrime agli occhi, anche se ancora chiusi.
Marco la stava già guardando da un po'.«Sei proprio stupida.» disse Marco, e Selene non capì. «Non avevo alcuna intenzione di scaricarti, e non ce l'ho neanche ora. Sei speciale, e ti giuro, non ho alcuna intenzione di perderti o lasciarti andare.» rivelò.
«Anche io con te provo cose forti in poco tempo, però non devi averne paura, devi essere più forte. Non siamo tutti come il tuo ex, a prescindere da quello che ti abbia fatto. Tu sei più di lui, più di me.»
«Non puoi dipendere dalla paura del dolore.» concluse.
Fu lì, davanti a quel mare blu notte, che le loro labbra si unirono, di nuovo.
Stettero in quella posizione per svariati minuti.«Ehm... Ragazzi non vorremmo interrompervi, ma...» Jacopo parlò interrompendo quel momento intenso e magico che si era creato tra i due.
Sia Marco sia Selene scoppiarono a ridere mentre facevano spazio ai ragazzi sul telo.
«Quindi? Fatta la pace?» chiese Duccio.
«Direi, le mani di Marco le facevano la perquisizione.» rispose Andrea al posto dei ragazzi.Scoppiarono tutti a ridere, anche se un po' imbarazzati. Passarono una serata splendida, tra risate, baci rubati e stelle.
La calma regnava tra i ragazzi, che quasi stesi uno sopra l'altro, facevano battute mentre osservavano quel grande satellite orbitante nel cielo.
Selene non si era mai sentita così a casa, tra le braccia di Marco, e le risate dei ragazzi. Benediva quel momento custodendolo nei meandri dei suoi ricordi più preziosi.
Fu solamente così, che Selene andò a dormire con il sorriso più sincero che aveva mai fatto in tutti quegli anni.
Ed era solo merito loro.
spazio autrice
NON SIATE LETTORI SILENZIOSI, VE NE PREGO.ciao amori mieiiii!
siamo a 10k di letture e non avete idea di quanto questo mi mandi al settimo cielo.per sdebitarmi, capitolo leggero e simpatico. i ragazzi sono diabolici!
avete sentito "nero mascara"??? io ormai ne ho preso l'ossessione.
buonanotte a tutti, vi amo e ancora grazie❤️
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CUORE D'ACCIAIO -Caph-
FanficSelene Moro ha solo 18 anni quando diventa manager di una band, i bnkr44. Prima di tutto questo, neanche li conosceva, solo che il disperato bisogno di soldi in quel periodo basso della sua vita, l'aveva portata a prendere scelte che la vecchia lei...