Ten

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3RD PERSON
Era passata più o meno una settimana da quanto successo in camera di Caph, e quella cosa non aveva fatto altro che far avvicinare i due.

Erano infatti nella stessa stanza, mentre scherzavano e ridevano per tutto.
Marco ebbe l'idea di poggiarle la mano sull'interno coscia per vedere la su reazione.

Appena la poggiò strinse lentamente la carne, rilasciandola subito dopo. Sorrise quando le guance di Selene diventarono rosse per l'imbarazzo e per il caldo.

«Diventi rossa per così poco?» chiese lui con un ghigno beffardo sul volto.
A che gioco giocava? Non lo sapeva manco lui.

«Tu lo reputi poco?» cercò di rispondere lei mantenendo la calma.
«In parte, sì.» rispose lui lasciando intendere che avrebbe potuto fare ben altro.

Lei sorrise, non sapendo come controbattere.
Si guardarono negli occhi a l'aria attorno si fece più pesante, cercava disperatamente un contatto visivo con Caph.

Guardava le labbra, sentendo il bisogno di baciarlo, di attaccarsi a lui e non lasciarlo più.
E fu un'attimo, prima che le loro labbra si scontrassero e la loro distanza si azzerasse.

Inizialmente il bacio era tranquillo, fino a quando lui non picchiettò la lingua tra le labbra di Selene, chiedendo l'accesso che lei diede schiudendo la bocca.

Si baciavano, si cercavano, si volevano. Era un momento così unico che nessuno avrebbe potuto spezzare.

Era così intimo, così loro, così magico.

Anche se non lo avevano mai ammesso, si cercavano da tempo, e si desideravano da molto di più.

La mano di Selene scivolò nei capelli platino di Marco, che in quel momento aveva poggiato la sua mano sulla guancia della mora.

Ma fu un rumore, la porta che si aprì, a farli staccare con prepotenza e velocità.
«Ciao ragaz-» Piccolo si bloccò quando notò i due ragazzi estremamente imbarazzati.

«Abbiamo interrotto qualcosa?» chiede Faster che, essendo stato il primo ad entrare, aveva visto le loro labbra attaccate.

«No.» rispose lei, cercando di fare l'indisponente.
«No?» chiese Caph, solo per metterla in imbarazzo.
Selene gli tirò un calcio che lo fece ridere.

Cercavano di smorzare quella tensione così, perché una volta finito quel momento, non sapevano cosa fare.

Era strano parlare, in quel momento. Nessuno dei due sapeva come sarebbe riuscito a parlare con l'altro dopo un momento come quello.

«No?» chiese Fares entrando di colpo, aveva già sentito tutta la conversazione, come anche Erin e Jxn che si trovavano al di fuori.

«Voi ci nascondete qualcosa...» chiese Erin facendo l'occhiolino.
«Proprio nulla!» rispose lei alzandosi dal divano e dirigendosi in bagno.

Appena entrò fece i salti di gioia per quanto accaduto. Si erano baciati e quella cosa le faceva un certo effetto.
Saltava e ballava, piena di adrenalina.

Però al contempo non sapeva come lo avrebbe affrontato. Cosa avrebbe fatto dopo? Come gli avrebbe detto cosa provava? Lui provava qualcosa?

Insomma, mille quesiti senza risposta riecheggiavano nella sua testa.
Appena uscì trovo appoggiato al muro di fronte chi non avrebbe voluto proprio vedere: Caph.

La guardava dall'alto al basso e torreggiava su di lei mentre le raggiungeva. E lei stava ferma.
«Che cosa fai?» chiese con il fiato corto mentre lui si avvicinava pericolosamente alla sua bocca.

«Cosa vuoi che faccia?» e allora fu lei, a catapultarsi sulla sue labbra, avventarsi con il desiderio di non staccarle per un attimo dalle sue.

Lui l'assecondò, le mise la mano sul fianco, avvicinandola a lui, come se volesse il contatto più intimo tra i due.

Ed effettivamente, era ciò che voleva.
Lui si staccò dalle sue labbra per cercare un po' di fiato.

«È la cosa giusta?» chiese lei «intendo per te, per la band.» precisò.
Nonostante il fiato corto lui provò a parlare.
«Non ora. Per favore.» disse riprendendo a baciarla.

E rimasero così per un bel po' di tempo, avvinghiati mentre si baciavano.

Si fermava tutto in quella piccola stanza, che aveva trattenuto bei ricordi, ma anche brutti ricordi. Momenti memorabili, e da dimenticare.

Però qualcosa rendeva quel momento meno magico: i pensieri. Selene era consapevole che non avrebbe dovuto pensare, non mentre si baciava con l'unica persona che voleva in quel momento.

Eppure, la fama, il lavoro, le persone, la spaventavano. Pensava alla frase di Fabri Fibra:
"Tutti vogliono un fenomeno, ma sei poi diventi un fenomeno cadi a terra in questo domino."

Era così, che faceva piano piano spazio a quelle paranoie insensate che il suo inconscio creava per rovinarle un po' la vita, di tanto in tanto.

All'occhio attento di Marco, questa cosa non sfuggì.
Si staccò da quel bacio armonioso, e prese a parlare.
«Che succede?» chiese ancora.
Lei lo guardò, e si fece piccola nelle spalle.

E pensò, pensò ancora. Perché il mondo quando hai bisogno di una tregua non si ferma? Continua a girare e io non capisco più nulla, si ripeteva.

«Scusami.» disse prima di lasciare la stanza e anche l'appartamento, senza salutare nessuno.
Aveva una terribile paura che si propagava all'altezza del cuore.

Un peso alquanto insopportabile si insinuava tra le costole e le faceva perdere un battito.
Ogni passo che faceva l'allontanava da lui. E l'avvicinava a quella paura che non muore mai.

Di soffrire.


spazio autrice
AMORI MIEIII!! quanto vi sono mancata? a me voi un sacco.
avete reso questa storia incredibile, avete continuato a leggerla e ad aumentare le letture nonostante fosse nel blocco più totale.
ma vi avevo promesso che prima o poi avrei aggiornato.

so che mi odierete per questo finale, ma d'altronde le cose sono filate troppo lisce per ora.

in ogni caso è scattato ER LIMONE! quindi passi avanti.

ci vediamo nel prossimo capitolo, e io vi ringrazio per la infinite letture che continuano a crescere, vi amo❤️

CUORE D'ACCIAIO -Caph-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora