14.Gelosia (Haibara)

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Gelosia, è come la pazzia

Vive di fantasia

Non ti fa più dormire

Gelosia, è come una bugia

Cresce come un'idea

Non ti fa più dormire


«Yu sta venendo verso di te!» grida Shoko svoltando l'angolo e apparendo in fondo alla via. Non era necessaria questa precisazione, l'avevo già vista corrermi incontro come se fossi un ostacolo facilmente superabile.

Mi piego sulle gambe e impugno la katana con entrambe le mani, devo dosare la forza se voglio disarmarla senza ferirla, dopotutto è solo una vittima di questo maledetto Stregone Nero. Come può giocare così coi sentimenti delle persone?

Rallenta la sua folle corsa a qualche metro di distanza, probabilmente ora non sembro più così innocuo. Con un balzo le sono vicino e colpisco il polso obbligandola a lasciare il coltello. Shoko lo raccoglie mentre io prendo al volo la ragazza che sviene.

I paramedici sono impegnati a curare le ferite della sua compagna, Nanami è rimasto con lei visto come gli si è aggrappata  convinta di morire se lo avesse lasciato andare.

Prendo tra le braccia il corpo inerme e mi avvio verso le luci dell'ambulanza che intravedo. 

«Ormai sei diventato proprio bravo Yu» Shoko mi regala una gomitata nelle costole come premio.

«Devo dire che questa situazione sta diventando monotona, non capisco cosa voglia lo Stregone» la ragazza emette un sospiro sofferente e cerco di sistemarla meglio tra le mie braccia, appoggia la testa al petto e sembra calmarsi.

«Lo sapremo presto, Sugu ha raggiunto Satoru. Vedrai che quei due insieme porranno fine a tutto questo» sogghigna indicando l'ambulanza «è ancora avvinghiata a lui»

Nanami è in piedi accanto alla barella dove si trova sdraiata la vittima dell'aggressione, è sotto shock ma non ha subito danni rilevanti, e ancora stritola la mano di Kento fissandolo in completa adorazione.

Devo contenermi, lui non è il mio ragazzo e poi lei è fidanzata con la tipa che tengo tra le braccia. Lo so, lo so, che non vuol dire nulla. Basta guardare me, mai avrei pensato di innamorarmi di un maschio. Quindi anche per lei può succedere di innamorarsi del suo salvatore.

Ah! Basta!

Sorrido al paramedico che accorre, mi chiede gentilmente se posso lasciarla sull'altro lettino. Annuisco e alzo lo sguardo nuovamente su Nanami e lo trovo a fissarmi con la fronte corrucciata e con un'espressione infastidita.

Oh! Forse sono d'intralcio nella nascita della sua nuova storia d'amore, si sentirà a disagio per la mia confessione. Meglio se mi affretto ad allontanarmi. 

La lettiga con la vittima sale sull'ambulanza con Nanami al seguito, adagio l'altra ragazza sul lettino e mi allontano in fretta. Non voglio assistere a questo amore appena nato e alla fine del mio mai iniziato. Cosa mi aspettavo? Lui non prova lo stesso per me, se così fosse mi avrebbe già dato una risposta e invece sono passate settimane e continua a comportarsi esattamente come se nulla fosse successo.

Sono uno stupido che si illude di poter vivere una storia d'amore come il protagonista di un k-drama.

Mi avvicino all'auto dove dovrei salire con Shoko e Nanami, il solo pensiero di stare rinchiuso in quello spazio stretto con lui mi fa mancare il respiro.

«Scusami» chiedo all'assistente (perché non ricordo mai il suo nome?) «posso tornare da solo con la metro?»

«Certo nessun problema, vuoi lasciarmi la katana?» sono pessimo lui è sempre così gentile e cortese e io non riesco nemmeno a ricordarmi come si chiama. 

«Si grazie»

Mi allontano dai rumori delle ambulanze e dal vociare, qui i lampioni illuminano a stento le vie e si accordano perfettamente al mio malumore. Un gatto soffia prima di fuggire verso un parco giochi.

Kento probabilmente non mi ha dato una risposta definitiva per gentilezza, per non ferirmi ha preferito fingere che non sia accaduto nulla e abbiamo continuato ad andare in libreria, in pasticceria, da starbukcs, esattamente come facevamo prima della mia dichiarazione. È giunto il momento in cui mettermi il cuore in pace e lasciar morire questo sentimento. Ci vorrà un po' di tempo ma supererò anche questo.

Sono arrivato davanti alle altalene senza accorgermene, mi siedo e cerco conforto nel dondolio.

Il petto fa male, sembra che possa lacerarsi da un momento all'altro, asciugo le lacrime che scendono copiose sulle guance.

Passerà. Col tempo non farà più male.

Cerco il fazzoletto nelle tasche e improvvisamente qualcuno me ne porge uno maculato. Conosco solo una persona con questa ossessione.

«Perché piangi?» mi chiede mentre prendo il fazzoletto e mi asciugo gli occhi.

«Nulla» mi sforzo e gli regalo un sorriso.

«Il nulla non fa piangere così» aggrotta la fronte.

Non è vero, il "nulla" dei sentimenti che provi per me fa male.

«Come mai sei qui?» la voce trema ma pian piano recupero la compostezza, non posso cedere proprio davanti a lui. Ah! Però l'ho appena fatto.

«Sei andato via da solo, non mi piace. Non farlo mai più» cerca il contatto visivo e maledizione ci riesce ad inchiodarmi.

«L'assistente ha detto che non è un problema»

«Per me lo è! Non mi piace perderti di vista» alza il tono di voce e poi distoglie gli occhi dai miei.

Nessuno mi confonde quanto lui, questa frase ha mille chiave di lettura. Come la dovrei interpretare?

«Cosa ti ha detto quella ragazza?» cambia totalmente discorso.

«Non ha parlato, disarmata è svenuta» non credo ci siano indizi in questo caso che possano...

«Allora perché si stringeva così tanto a te?» incrocia le braccia al petto e oh! Quei pettorali stanno crescendo proprio bene e a quanto pare anche questa divisa è diventata troppo piccola e non riesce più a contenerli.

Aspetta... cosa mi sta chiedendo? «Si lamentava e probabilmente cercava conforto»

«Potevi lasciarla a Shoko» picchietta su e giù il piede.

Non capisco dove voglia arrivare «lei aveva l'oggetto da mettere in sicurezza...»

Sospira e si lascia cadere sul seggiolino dell'altalena accanto alla mia, la struttura scricchiola un po'.

«Mi ha dato fastidio, non capisco perché. Questa cosa mi confonde, mi fa arrabbiare. Poi sei andato via da solo e ho perso la ragione. Cosa mi sta accadendo?»

Mi sta confidando di essere geloso? Geloso di me? Per davvero?

«Ti ha dato fastidio che dessi attenzioni a quella ragazza?» sono consapevole di esser arrossito fino alla punta dei capelli.

«Si» ammette.

«Yatta!!!!!» con un balzo mi alzo in piedi e inizio a ridere, a piangere, e ridere, ridere senza contegno.

«Yu stai bene?» Nanami mi è accanto e mi sfiora la spalla.

Mi volto di scatto e lo abbraccio nascondendo il viso in quel petto meravigliosamente pompato.

«Si, sono solo estremamente felice»

Noi camminiamo sopra l'inferno, guardando i fiori (Nanami x Haibara)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora