4.Go back (Haibara)

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I miei passi riecheggiano nella scuola deserta, sono andati tutti in missione tranne il sottoscritto e ho dovuto seguire le lezioni come un giorno qualsiasi.

Completamente da solo.

Ho nostalgia di casa. Mi mancano gli amici del club di basket, i pomeriggi al karaoke invece che studiare, mia sorella che racconta del fidanzato, mamma che prepara la cena con la radio accesa e canta stonata.

Siedo sconsolato nell'aerea break e osservo distratto fuori dalla finestra. Un gatto rincorre una foglia di ginkgo sfuggita all'autunno, si blocca e si volta di scatto verso di me. Un brivido di freddo mi fa accapponare la pelle, ha un bottone al posto dell'occhio ed è ricucito come un pupazzo di pezza*. Che orrore è mai questo? 

Esco di corsa per catturarlo, o esorcizzarlo, ma lui mi guarda con sufficienza e saltella miagolando verso il prof Yaga che attraversa il cortile accompagnando una signora anziana. Lei si commuove al punto da piangere mentre solleva la bestiola e strofina il naso contro il suo, il gatto Frankenstein emette sonore fusa.

«Haibara è tutto ok, questo micino è nostro ospite» il prof sorride.

Annuisco ancora sconvolto, questo posto non smetterà mai di stupirmi.

Rientro in sala break e noto una figura ferma sulla porta. Ha i capelli sciolti e umidi, tanto da bagnargli la maglietta bianca, i pantaloni della tuta non sono allacciati e vedo spuntare i cordini.

«Geto?» cerco la sua attenzione con un filo di voce, ho la sensazione che se parlassi con un tono troppo alto andrebbe in frantumi.

Lui mi regala un sorriso stanco e si avvicina alla macchinetta ma non seleziona alcuna bevanda.

«Stai bene? Quando siete tornati?» non li ho sentiti rientrare, sono stati così silenziosi?

«Da poco, siamo corsi a lavarci» si siede accanto a me.

«Sei ferito?» come mai è così spento? Cosa è successo?

Si appoggia allo schienale e guarda il soffitto, poi inaspettatamente la sua voce roca riempie il silenzio «Fisicamente sto bene, solo che ho ricevuto una notizia» si interrompe e attendo pazientemente che continui senza sollecitarlo anche se vorrei tanto farlo «sai una volta diplomati iniziamo ad affrontare missioni in solitaria lontano dall'Istituto, sono sempre stato consapevole che Sato è l'eccezione, lui non rientra in nessun parametro conosciuto, ma averne oggi la certezza è stato distruttivo»

«Vuoi dire che andrà in missione da solo prima di essersi diplomato?» è preoccupato per lui fino a questo punto?

Annuisce «Sai, dal primo anno ad oggi noi non ci siamo mai separati» la voce si incrina.

«Voi siete molto legati» non ho mai visto degli amici con un rapporto così forte.

Abbassa il capo e mi fissa con quegli occhi che ricordano il magma solidificato, basterebbe poco per rimuoverne la crosta e disintegrarmi «è il mio ragazzo»

Eh? 

Devo avere l'espressione di un tonno appena pescato perché gli scappa una risata che cerca di contenere invano. 

«Ti ho sconvolto?» non ha più lo sguardo cupo, anche la pelle sembra che abbia riacquistato lucentezza. 

«Scusa scusa se sono sembrato scortese!» salto in piedi e saltello agitato. Temo di averlo offeso irreparabilmente solo che non ho pensato che loro due potessero stare insieme, non in quel modo.

Ride sonoramente «Tranquillo, siccome lo sanno tutti non ho mai pensato di dover chiarire il nostro rapporto»

Non è risentito, mi tranquillizzo tornando a sedermi sulla panca, appoggia la grande mano calda sul mio capo. Adoro quando lo fa, mi sento protetto e accettato. «Intuisco come puoi sentirti» il suo ragazzo partirà da solo a combattere chissà dove e lui non potrà fare altro che aspettarlo sperando che torni tutto intero.

«Sarò la nuova Penelope in attesa del suo Ulisse, speriamo che non mi tradisca con Circe altrimenti lo trasformerò in un bel grasso maiale» incrocia le braccia al petto imbronciandosi.

«E poi lo cucinerò!» mi alzo di scatto «vedrai che deliziose cotolette»

«Cotolette alla Satoru» e poi scoppia nuovamente a ridere «grazie Yu mi hai ricaricato» si alza dalla panca e mi saluta con una leggera pacca alla spalla «Ora vado a raggiungere il mio porcellino» 

Mi ha chiamato per nome! Mi avvio lungo il corridoio ancora traballante per l'impatto emotivo ricevuto dalle ultime confidenze e urto un'ostacolo imprevisto.

«Ehi tutto bene?» una voce gentile mi riscuote dal torpore.

«Si scusami!» sorrido felice di vederlo in salute, Nanami ha i capelli umidi e tiene un asciugamano sulle spalle «dovrei essere io a chiederti come stai»

Mi fissa confuso.

«Per la missione» suggerisco e trattengo una risata nel vedere il suo sguardo stupito sostituire la solita espressione scocciata.

«Oh si, normale routine» abbassa lo sguardo, in questo modo rimuove eventuali distrazioni per concertarsi su ciò che sta analizzando, l'ho visto fare spesso così in classe «non sono però abituato a qualcuno che si preoccupa per la mia salute»

Adesso sono io a rimanere spiazzato, mi fissa negli occhi e mi sento nudo davanti a quello sguardo «è naturale preoccuparsi per gli amici»

«Non nel nostro mondo. Non fraintendere, è ovvio che desideriamo che stiano tutti bene ma siamo consapevoli di vivere in bilico tra la vita e la morte e non esprimiamo ad alta voce le preoccupazioni,  cerchiamo di non renderle reali» piega la testa di lato mentre osserva attentamente la mia reazione, mi sento dentro un vetrino sotto un microscopio.

«Ti ha fatto piacere il mio interesse?» oh! Nel momento stesso in cui ho posto la domanda mi sono accorto del doppio senso celato, non avrei mai pensato a questo se prima Geto non mi avesse parlato della sua relazione.

Nanami sorride, è raro vedere il suo volto rilassarsi e sono felice di esserne io la causa «Si, molto»

«Allora continuerò a farlo» arrossisco mentre lui scoppia ridere e mi accarezza la testa scompigliandomi i capelli. 

Non so perché, ma il suo tocco mi fa battere il cuore in modo completamente diverso rispetto a quello di Geto.



(•ᴗ•) Note

* è il gatto presente nella prima storia Sato Sugu che ho scritto: L'ombra.

Questo capitolo corrisponde al rientro della missione "Asilo" presente nella storia principale.

Noi camminiamo sopra l'inferno, guardando i fiori (Nanami x Haibara)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora