Guardare Manuel gli è sempre piaciuto dal primo momento in cui l’ha visto nei corridoi di scuola anni prima.Per Simone non c’è ancora stato mai nessuno che fosse più bello del suo migliore amico. Nemmeno Vincenzo di quinta A, che ha tutti i lineamenti perfetti del viso e del corpo, quasi a sembrare un Dio.
Troppa perfezione, Simone non è mai riuscito a fare un pensiero impuro su di lui. Su Manuel sì, invece. Tanti.
Ogni volta che erano in spogliatoio insieme, e successivamente ogni volta a casa sua mentre l’altro si spogliava per cambiarsi o fare una doccia. Quel tipo di confidenza l’aveva destabilizzato, perché resistergli era diventata per Simone una prova difficile; anche adesso che è arrabbiato con lui e nel frattempo frequenta Davide, se potesse lo pregherebbe di spogliarsi e di fare l’amore con lui. Di guardarlo dritto negli occhi mentre affonda in lui; e poi lo bacerebbe dalla testa ai piedi, percorrerebbe con le labbra ogni millimetro del suo corpo che-è sicuro- profuma tantissimo.
Non sa di cosa, perché non ricorda bene il profumo della sua pelle di quando si erano baciati e toccati la sera del suo compleanno, però Simone ha dormito e dorme tante volte accanto a Manuel, e Manuel ha un profumo che gli ricorda sempre la tranquillità. La pelle, poi, è un’altra cosa, ma è sicuro che amerebbe anche quella.
“Ma tu che fai ancora così?”
Le feste di compleanno hanno sempre fatto schifo a Manuel, ma per quella di Chicca sta cercando di fare un’eccezione. È convinto, in realtà, di poter passare una serata con Simone; di poterlo controllare, in qualche modo, ma non per possessività. Per tenerlo d’occhio, per evitargli di distruggersi.
Invece Simone è sul suo letto, in tuta, e sembra non avere la minima voglia di uscire. Però l’aveva osservato senza farsi notare, poco prima, mentre Manuel era impegnato a prepararsi in bagno. E Simone aveva sorriso senza farsi vedere, perché quello che aveva davanti era bello. Più che bello.
“Io non vengo alla festa”
“E perché? Non m’hai detto niente, pensavo venissi”
“Perché non ho voglia di stare in mezzo a gente di scuola, e poi più tardi esco per fatti miei…”
“Con Davide?”
Simone rotea gli occhi al cielo, con le braccia dietro la testa e fingendo che quell’interesse in parte non gli faccia nemmeno un po’ piacere.
“Sì, con Davide. Come sempre. Qual è il tuo problema, Manuel?”
“Io non c’ho problemi, ma me pare che stai a perde la testa pe uno che non c’ha capito un cazzo de te, se te sta a allontanà dagli amici”
“Nessuno mi allontana, io sto dove voglio stare”
“Ah, beh. Allora scusa. È che c’ho provato, come no scemo, a pensà che non fossi veramente diventato stronzo”
“Senti, non ho voglia di venire alla festa” si alza di scatto, posizionandosi davanti al corpo di Manuel che adesso è interdetto da quella reazione. “Non ho voglia di stare con voi, non ho voglia di stare con gente rompiballe come te!”
“E allora vattene a fanculo, Simò. Ma vacce proprio senza tornà.” Si allontana, prima di fermarsi nuovamente accanto alla porta. Vorrebbe dirgli che nemmeno lui ha voglia di andarci, ma che si è preparato solo per potergli stare vicino.
Butta dentro quelle parole ferme sulla punta della lingua, e prosegue per andare via. Divertirsi non dovrà essere così difficile, anche se Simone lo sta destabilizzando più di quanto avrebbe mai immaginato.
Si sente stupido, perché lui a quella festa ci sta andando solo perché ha pensato di andarci con Simone, ma adesso è lì con una birra in mano e l’espressione di chi vorrebbe solo sparire dall’imbarazzo.
STAI LEGGENDO
Intervallo [Simuel]
FanfictionManuel vorrebbe essere ancora in tempo per tante cose, anche se a volte sembra di non poter più fare niente. Una porta chiusa o socchiusa, non riesce a vederne la differenza. Sa solo di volerci entrare.