21) Lo capisci

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Se sei innamorato lo capisci.
Ancora di più se sei innamorato e ricambiato, infilato in una situazione che riesce a farti sentire come mai prima.

Simone ha vissuto entrambe le fasi: l’innamoramento a senso unico, che il più delle volte ti fa stare male perché senti di voler dire o fare cose che il tuo stesso cervello ti impedisce; e adesso l’innamoramento allo step successivo, che ti fa pensare che tutto ne è valso la pena, perfino stare male.

Quando gli capita di guardare Manuel, più o meno la maggior parte del tempo, si rende conto di sorridere sempre e di pensare che è il più bello del mondo, che vorrebbe baciarlo continuamente e che gli basterebbe perfino tenergli solamente la mano e stringergliela, trasmettendogli tutto quello che prova quando gli è vicino.

Non sa, però, quanto può spingersi oltre con lui. Lo ha visto bene nei precedenti giorni quanto Manuel sia diverso quando si ritrovano soli: riesce ad essere più tranquillo, spontaneo, spesso anche dolce, ma è come se a volte Simone restasse lì ad aspettare che sia l’altro ad avvicinarsi, come se avesse paura che saltargli addosso per riempirlo di baci con il sorriso sulle labbra riportasse Manuel alla realtà e gli facesse rendere conto che forse non è realmente ciò che vuole.

Non lo sa, se a Manuel potrebbe dare fastidio tutta la voglia che lui ha di avere un contatto dolce, anche adesso che dopo aver fatto l’amore si ritrovano nella sua cameretta, ancora soli perché nonna Virginia ha telefonato per avvisare che avrebbe fatto tardi, Simone fa sua una rigidità che non gli appartiene realmente.

Lo guarda, seduto sulla sedia girevole della scrivania mentre Manuel è steso sul suo letto e gli racconta del discorso fatto con sua madre e poi anche con Viola. Lo ascolta e gli dice che lo sapeva, che Anita avrebbe reagito in quel modo, e adesso Manuel lo guarda con il sorriso sulle labbra.

“Perché non vieni qua?”

“Ti sei appropriato di tutto il letto”

“E tu mettete sopra”

“E poi ti schiaccio”

“Beh, non è che prima fossi sotto…” prima quando facevano sesso, che però Simone considera come un momento a parte.

“Guarda che peso…”

“Lo so. Me piace, la sensazione…” sorride ancora, tendendogli una mano che l’altro afferra per seguirlo sul letto.

Simone si stende sopra di lui, lo ha guardato per tanto tempo mentre Manuel parlava e non riusciva a pensare ad altro che fosse “lo amo”. Anche adesso, mentre è a un centimetro dal suo viso, pensa la stessa cosa e anche di più.

“Che c’hai?”
Manuel lo scruta attentamente. Ormai è in grado di capire sempre se qualcosa non va, succedeva anche quando erano solo semplici amici.

“Niente… che c’ho?”

“E allora a che pensi?”

“Penso che sia bello. Questo. Tutto…”

“E la faccia da funerale è pe dimostramme che sei felice?”

Ora sorride anche Simone, rilassandosi un po’ di più. Si sposta leggermente su un lato, restando comunque incollato a Manuel e sempre vicino al suo viso.

“Ti devo dire una cosa…”

“Dimme… che è successo?”

“Penso che se mi lasciassi andare del tutto con te, potrei diventare davvero patetico”
L’ansia che Manuel aveva percepito è svanita subito dopo l’ultima frase di Simone. Credeva fosse successo qualcosa, che ci fosse un problema reale, e allora scoppia a ridere. Non per prenderlo in giro, ma per liberarsi di quella sensazione brutta che aveva sentito.

Intervallo [Simuel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora