13) Corpi intrecciati e cuori assestati

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Manuel se l’era immaginata in modo totalmente diverso una situazione simile; aveva pensato di confessare i suoi sentimenti, poi di baciarlo e infine spogliarlo e farci sesso.

Invece, e questo doveva forse prevederlo dato che quello di cui si è innamorato è Simone Balestra, si è ritrovato in bagno dopo una doccia calda ad asciugarsi i capelli costretto dall’altro che nel frattempo gli ha dato il cambio sotto la doccia. Quando erano rientrati in casa, nonna Virginia li aveva visti bagnare l’intero pavimento e aveva spalancato gli occhi disperata. “Ma che avete fatto?”, aveva chiesto, prima che i due ridessero e Simone pronunciasse alcune parole a caso per tranquillizzarla: “Ora ci asciughiamo. Scusa nonna, poi pulisco tutto io”, aveva risposto.

“Nei film non finisce così, comunque”

“Che hai detto?”  Simone urla, perché non sente niente a causa del phon.

“Ho detto…” prende un respiro, e alza anche lui la voce, “Che nei film nun se finisce così!”

“In che senso?”
Dallo specchio lo vede sbucare dallo sportello della doccia, e il suo sguardo non riesce a non finire in basso, tra le sue gambe, mentre Simone prende l’accappatoio appeso al muro.

“Nel senso che dopo na dichiarazione del genere, come minimo i protagonisti scopano”

Si vergogna di averlo detto, come se non fosse riuscito a distinguere cervello e bocca. Perché per quanto sia stato in grado di confessare i suoi sentimenti e di baciarlo, è come se tutta la confidenza che hanno sempre avuto si fosse in parte azzerata da parte di entrambi.

Lo sanno, ne sono pienamente consapevoli, che è solo una cosa momentanea, data dalla novità, da una situazione bramata da tempo e che poi, quando ce l’hai davanti, ti coglie quasi impreparato.

Dopotutto sono sempre stati solo amici, e quella sera durante il compleanno di Simone erano troppo brilli entrambi per pensare  alle inibizioni.

“Scopano se non rischiano una bronchite” lo guarda, mentre Manuel ha ripreso ad asciugarsi i capelli e a guardarlo dallo specchio, e sorride per ciò che si trova davanti. “Ma che fai, ti imbarazzi?”

“Io? Ma che… me sto a asciugà i capelli. Anzi, tiè. Io ho finito”
Gli lascia il phon tra le mani, e scappa in stanza per vestirsi. Ruba tutto dai cassetti e dall’armadio di Simone, scegliendo la tuta più nuova che ha perché così spera di farlo incazzare un po’.

“Tu tra tante cose nell’armadio…” lascia la frase in sospeso, non la conclude perché l’avrebbe dovuto capire fin da subito che Manuel voleva farlo incazzare, il sorriso divertito che ha sul volto glielo conferma. E allora non si arrabbia, non fa il precisino, lo lascia cuocere nel suo brodo.

“Ma che hai fatto tutto il giorno?”

“So stato in giro… dovevo pensà. Infatti me fanno male le gambe”

“Ci stendiamo?”
Simone gli indica il letto, ma anche se Manuel annuisce percepisce che c’è qualcosa che non va.
Ci pensa un attimo, lo vede fissare quel letto per lunghi secondi e in silenzio.

“Ho cambiato lenzuola e coperte proprio oggi pomeriggio…”
“Sì, figurati… non era per quello” invece era per quello, perché adesso, dopo averlo saputo, si è appena lanciato per stendersi.

Si tira da un lato, per permettere a Simone di stendersi accanto a lui, e afferra il suo telefono giusto il tempo di inviare un messaggio a Viola per farla tranquillizzare: -Sono da Simone, se mia madre fa domande. Sto bene, ci vediamo domattina a scuola credo-.

Questa situazione sembra a Manuel qualcosa di strano, troppo strano nonostante senta di stare bene. Forse meglio di quello che avrebbe mai immaginato. Gioca con i lacci della felpa di Simone, poggiato con la testa sulla sua spalla, e cerca di prendere tutto il bello di un momento simile.

Intervallo [Simuel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora