6) Senza stancarsi

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Manuel da una settimana si costringe a restare a casa sua con sua madre e con Viola. Si è reso conto di essersi perso tante cose di loro, non aveva nemmeno idea che avessero iniziato a parlare molto e a stringere un legame più o meno forte. Non come una madre e una figlia, anche perché non lo sono, ma come due amiche di età differenti che possono contare l’una sull’altra.

Viola aveva provato a chiedergli come mai non dormisse più da Simone, ma Manuel era stato bravissimo -giorni prima- a deviare la domanda. Sua sorella lo aveva guardato e aveva deciso di non insistere, ancora una volta, ma Viola attualmente sembra sapere più cose di lui di quante ne sappia Manuel stesso.

Ed è strano, perché il loro rapporto ha appena preso vita ma è come se quel legame fraterno fosse ben profondo per due persone come loro molto simili sotto tanti aspetti -quello dell’insicurezza, del non sentirsi mai abbastanza. Viola, però, è più consapevole di Manuel. E sorride ogni volta in cui suo fratello, poco più grande di lei, cerca di sotterrare la realtà.

-Come sta tuo padre?-
Il messaggio che ha deciso di inviare a Simone può sembrare una scusa, e in fondo lo è nonostante voglia davvero sapere come procede la riabilitazione di Dante.

Aspetta una risposta per almeno mezz’ora, passando dal divano al letto di questo sabato pomeriggio che lo sta annoiando come poche altre volte nella vita.

Sua madre gli aveva proposto di andare con lei a fare un giro, ma Manuel non ne aveva voluto sapere.

-Sta meglio, ieri articolava meglio le frasi-

Di questo è contento davvero, ma vorrebbe sapere di più e non solo di suo padre.

-Tu come stai? Oggi a scuola non sei venuto… -

-Ho la febbre da ieri sera, quindi non proprio benissimo-

-Ti serve qualcosa?- glielo chiede d’istinto, mentre è già in piedi nel salotto di casa pronto per attraversare Roma e andargli a comprare Tachipirina, cibo, qualsiasi cosa.

-No, tranquillo. C’è nonna che mi sta trattando come un bambino-

Manuel sorride all’idea di nonna Virginia che lo accudisce come se fosse davvero un bebè, e sorride ancora di più perché quella donna gli ricorda in alcune cose se stesso. Non è dolce, non è eccessivamente apprensiva, ma per Simone scalerebbe una montagna a piedi nudi e diventa automaticamente la persona più dolce del mondo. Soprattutto da quando sua madre è partita per lavoro, trasferendosi fuori Italia, e adesso da quando Dante è in ospedale, è come se quel suo unico nipote fosse da proteggere ancora di più.

-Passo a trovarti, ti porto qualcosa di buono da mangiare. C’è qualcosa che ti va?-

-Grazie, ma non mi va molto da mangiare. E poi davvero, c’è nonna. Non è necessario-

Manuel si sente ridicolo, non si era mai reso ridicolo così tanto secondo il suo punto di vista. Non aveva mai insistito con Simone, era sempre stato quest’ultimo a richiedere la sua presenza. Invece adesso la rifiuta.

“Ma vaffanculo!” tira un calcio a vuoto, sbattendo per sbaglio contro il divano, e non si accorge nemmeno che Viola lo sta fissando mentre lui si dispera. Nervoso e senza la capacità di restare lucido.

“Che succede?” sua sorella sbuca da dietro la porta del corridoio, sorridendogli appena.

“Niente, una cazzata.”

“Sicuro? Mi sembri un po’ scosso”

“Sì, Viò. Sto bene. Non c’hai niente da fare?” la guarda, pregandola con il solo sguardo per chiederle perdono a causa di quella risposta da stronzo. “Scusa. Scusa, davvero. Sono nervoso”

Intervallo [Simuel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora