17) Tu de più

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La sera successiva, Simone lo sapeva in fondo che quella cena tra amici si sarebbe rivelata qualcosa da cui voler scappare a gambe levate.

Già l’idea di fingere di essere ciò che attualmente non sono lo aveva destabilizzato mentre ci pensava e si preparava, per di più doveva fare i conti con la presenza di Nina al di fuori del contesto scolastico, ma non aveva messo in conto anche la presenza di quattro amici di Luna, due ragazzi e due ragazze, che nessuno a parte lei conosceva.

Non che fosse un reale problema, a inizio serata. I due ragazzi, Stefano e Marco, sono simpatici; anche una delle due ragazze, Letizia, è piacevole. Lo sarebbe anche la quarta, Beatrice, se solo non stesse cercando da almeno mezz’ora di attirare l’attenzione di Manuel.

Lo sa, lo ha sempre messo in conto che Manuel è il tipo di ragazzo che piace a tutte e ha sempre ingoiato rospi in passato ogni volta in cui gli approcci o i flirt accadevano davanti a lui, però stasera gli sembra troppo da gestire.

Non che Manuel le stia dando troppa corda, a parte il minimo e indispensabile per pura cortesia, ma è nervoso per più cose contemporaneamente. La prima, è che non ha alcun diritto di essere nervoso dato che nessuno sa che stanno insieme e l’unica cosa che rischia è di sembrare un folle.

Ma stanno davvero insieme, dopotutto? Questo Simone se lo è domandato spesso, nelle ultime ore. Cosa vuol dire stare insieme? Baciarsi di nascosto, fare l’amore di nascosto, scambiarsi dimostrazioni d’affetto solo quando sono da soli?

Non si aspetta che Manuel  gli infili la lingua in bocca davanti a tutti, probabilmente nemmeno lui stesso lo farebbe e non perché sono due ragazzi, ma perché ha sempre odiato chiunque inizi a limonare davanti agli altri senza alcun motivo. Però un piccolo bacio, una mano intrecciata, un sorriso non fraintendibile sì. Questi gli piacerebbero molto, e ne è pienamente consapevole. Non può mentire a se stesso, non può fingere che questa situazione gli vada bene al cento per cento.

Si è promesso di aspettare, comunque. Di dare a Manuel almeno un po’ di tempo per metabolizzare bene il tutto, e non può quindi permettersi di fare il drammatico infastidito. O almeno ci prova.

“E dopo la maturità che vorresti fare, Manuel?”

Avrebbe bisogno di una maschera, Simone, per poter evitare che chiunque possa vedere le sue espressioni che sono simili a quelle che vede sul volto di Nina. Solo loro due, effettivamente, -e ogni tanto Viola, ma solo per captare qualche segnale- stanno ascoltando la conversazione perché è evidente che siano gli unici due ad essere interessati a Manuel. E anche questo, oltre alla presenza di Beatrice, lo infastidisce ancora di più.

Vorrebbe proprio chiederle quale sia il suo problema; vorrebbe dirle che lui il motivo per essere infastidito ce l’ha, ma lei? Si sono lasciati, Manuel l’ha lasciata, non ha alcun diritto di fare quelle facce.

“Non lo so, ci sto ancora pensando…” Manuel mente, Simone lo sa bene.

“Ti vedrei benissimo come medico” lo dice alludendo presumibilmente al camice, ma questa volta Simone non trattiene una risata che cerca di coprire dietro il bicchiere di birra.

Manuel e la medicina sarebbero due cose così impossibile da riuscire a immaginare insieme, che solo una che non lo conosce potrebbe dire una cazzata simile.

La birra, però, non basta a nascondere quella risata. Beatrice lo guarda, sorridendo appena e intimorita dalla possibilità di aver detto una sciocchezza.

Manuel sorride, indicandole Simone. “Scusa, ride perché medicina è proprio una cosa che non potrei mai fare nella vita”

“Come mai?”

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