VI

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Aziraphale credeva che stare lontano da Crowley non lo avrebbe afflitto, credeva che fosse abituato dato che erano già stati separati per diversi decenni, eppure non era affatto così e l’avevano notato tutti.
Il suo solito sorriso sembrava molto meno luminoso, i suoi capelli avevano quel non so che di imperfetto nella sua purezza Angelica e la voce aveva sempre quel retrogusto di malinconia.

Gabriel non lo aveva notato subito, però anche quando se ne accorse non riuscì a capirne il motivo, aveva provato a farlo parlare, a dirgli cosa c’era che non andasse, ma il biondo continuava a ribadire che andava tutto bene.

Come se non bastasse il Paradiso aveva mandato Muriel sulla Terra per controllare la ragione di quel miracolo da 25 lazzari che Aziraphale e Crowley avevano creato, sfortunatamente però non era stato un miracolo per risolvere qualcosa -come credeva Michael-, ma era stata la forza sprigionata dai loro corpi mentre avevano fatto l'amore come mai prima d’allora.
Il piccolo Angelo ovviamente non poteva saperlo, così il biondo si era inventato una cazzata come quella di voler fare innamorare Nina e Maggie, che fortunatamente per lui stavano insieme da pochi giorni.

Crowley, nel frattempo, si era completamente chiuso in casa con tutte le bottiglie di ogni genere di alcool che era riuscito a rubare dai bar di tutta Londra. Stare senza Aziraphale era peggio di qualsiasi Paradiso, era peggio di Cadere dopo essere cosciente di non aver fatto nulla di male.
Gli faceva male al cuore, non riusciva ad alzarsi dal letto, aveva la musica dei Queen a palla e le lacrime lo minacciavano di scendere.

Ed è proprio in quella situazione di disperazione completa che lo venne a trovare il Duce degli Inferi per la seconda volta.
Apparve nel suo soggiorno, convintə che fosse lì, ma quando sentì la voce di Freddie Mercury provenire dal piano di sopra salì le scale con molta calma e imponenza.
Bussò alla porta più volta, ma il rumore della musica lə sovrastava.

“ANTHONY J. CROWLEY! APRI QUESTA PORTA!” urlò Beelzebub, bussando più forte.
Crowley lə sentì, sobbalzando sorpreso, guardando intorno il disordine della sua stanza.

“SE NE VADA DAL CAZZO!” urlò in risposta il rosso, non alzandosi dal letto.

Beelzebub però, leggermente offesə, non lo ascoltò ed entrò, sbloccando la porta con un miracolo demoniaco, per poi spalancare gli occhi in puro stupore. Non lo aveva mai visto in questo, non aveva mai visto un tale disordine e quando notò le fresche bruciature sui bracci del rosso per poco non gli venne un infarto.

Crowley si mise a sedere, infuriato, i capelli gli caddero malamente sulle spalle e alcuni ciuffi gli finirono davanti agli occhi spalancati, che non erano coperti dai soliti occhiali scuri.
Indossava soltanto una semplice maglietta dei Queen a maniche corte e dei boxer neri, mettendo in mostra le gambe e qualche bruciatura su di esse.

“ESCA FUORI SUBITO! NON VOGLIO VEDERE NESSUNO, TANTOMENO TE! VADA FUORI, FUORI!!!” urlò furibondo, alzandosi dal letto e mettendosi davanti al suo capo, sovrastandolə in altezza.

“Crowley ricomponiti!” ordinò Beelzebub, ma in risposta ottenne uno spintone.

“SE NE VADA! NON SO NIENTE DI QUELL’ARCANGELO DI STOCAZZO. AL MOMENTO È L’ULTIMA COSA CHE MI INTERESSA. QUINDI VADA FUORI DA CASA MIA!!!”

Beelzebub lo fissò inerme, generalmente era ləi quello in controllo, ma la furia del rosso non era da sottovalutare, stava fumando dalla rabbia e si vedeva.
Crowley aveva le mani strette a pugno, cercando in tutti i modi di non passare alle maniere brusche.

Beelzebub non si spostò, incrociò le mani al petto e lo guardò con occhi quasi svogliati, gli faceva quasi pena vederlo così, arrabbiato per qualcosa che lo stava probabilmente tormentando da giorni.

“Ho detto… che… TE NE DEVI ANDARE! LUI HA FATTO DEL MALE AL MIO…”
Si fermò un secondo, la sua mano stava indicando a destra per segnare un punto in cui la persona che amava sarebbe probabilmente stata.

Prima di pronunciare quelle tre parole rimase fermo in quella posizione, il braccio teso verso destra, la mano sinistra ancora chiusa a pungo che stava cominciando a tremare e, gli occhi, che si stavano riempiendo di lacrime.

“AL MIO… MIGLIORE…”
Prima di pronunciare l'ultima parola, quella che non era sicuro di dire visto che Aziraphale non era MAI stato il suo migliore amico, una lacrima gli rigò il viso.
“AMICO…”

Beelzebub allora capì che i sospetti che aveva avuto per ottant’anni era veri, sospirò tristemente e prese la mano tremante dell’altro nelle sue.
"Crowley, ascolta: non so il motivo per cui sei triste, ma lo posso supporre, non lo voglio sapere e non sei obbligato a dirmelo."

Crowley tremò per un paio di secondi, mandò indietro le lacrime e annuì. Sarebbe sempre stato grato a Beelzebub per quelle parole, ma non lo avrebbe mai ammesso neanche sotto le peggiori torture.
Si scambiarono un veloce abbraccio, cercando di calmarsi entrambi, poi il rosso parlò.

“Okay, tornando seri. Avevi bisogno di qualcosa?”

“Gabriel…” mormorò l’altro Demone. “Ho un sacco di cose di cui vorrei parlare, ma non credo che tu sia nel mood giusto”

“Forse ho la persona che può aiutarti. Mi vesto e andiamo” disse convinto Crowley, Beelzebub lo guardò con occhi pieni di gratitudine.

“CAZZO SÌ.”

“Bene. Allora aspettami davanti a quella Bentley davanti alla mia villa.” lə congedò, lasciando che uscisse e chiudendo la porta alle sue spalle.

Andò a darsi una veloce sciacquata al viso, si pettinò i capelli in un piccolo codino e con uno schiocco di dita tornò vestito come al solito.
Sistemò la camera in modo impeccabile, sempre con l’aiuto di un miracolo, si mise i suoi occhiali da sole e corse giù per le scale, elettrizzato all’idea di guidare di nuovo la sua Bentley.

“Possiamo andare!” esclamò entusiasta, spalancando la porta e correndo verso la macchina, abbracciando il cofano.
“Ti sono mancato piccola? Io scommetto di sì!”

“Tu non stai bene” commentò Beelzebub ridacchiando, il rosso roteò gli occhi e aprì la portiera e lə fece salire sul sedile del passeggero.
Si mise immediatamente alla guida e premette il piede sull’acceleratore, urlando di gioia.

Beelzebub si stava tenendo al sedile, terrorizzatə, non aveva mai viaggiato sui mezzi umani e ovviamente stare in macchina con Anthony J. Crowley non era una prima esperienza piacevole.
Il rosso sembrava in preda ad una strana euforia, urlava di gioia e superava qualsiasi macchina in modi che non erano umanamente possibili.

“Sappi che-” si bloccò per rigurgitare la saliva “che sarai responsabile nel caso dovessi discorporami!”

“SEH SEH, STICAZZI!” urlò il rosso, girandosi verso di ləi “LA VELOCITÀ NON È UN PROBLEMA”

“Sì che lo…CROWLEY ATTENTO A QUELLA MAC-”

Non fece in tempo a finire la frase perché Crowley di rese conto troppo tardi a cosa andava incontro, provò a sterzare, ma la Bentley andò in contro alla BMW che il rosso aveva tentato di superare.
Ci fu un enorme frastuono, una frenata improvvisa e un urlo terrorizzato. Beelzebub riuscì a materializzarsi da un’altra parte, ma Crowley non fu così fortunato.

“SIAMO SAL-” esclamò il Duce degli Inferi, ma si bloccò nel vedere Crowley steso sul volante, privo di sensi. L’altra macchina aveva il cofano sfasciato, ma il guidatore era salvo.

“CROWLEY! CROWLEY!!!” urlò il Demone, battendo sul finestrino. “CROWLEY, CAZZO SVEGLIATI!”

Aprì la portiera e il rosso gli cadde tra le braccia inerme, gli occhi chiusi come se stesse dormendo.
Beelzebub non sapeva cosa fare, così ci penso l’umano dell’altra macchina a chiamare un ambulanza.

“Ti prego Crowley…ti prego. Resisti.”



N.A.

NON AMMAZZATEMI VI PREGO.

ANDRÀ TUTTO BENE.

SI RINGRAZIA DestielRealTm PER IL SUPPORTO E AIUTO.

ADDIO ARCOBALENI

Amore Proibito Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora