3. Tatto

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Luce POV

Non appena lo sento pronunciare quell'assurdità non posso evitare di ridere a crepapelle: questo ragazzo è così idiota che la sua stupidità mi fa morire dal ridere.

Lo sento quasi ringhiare, forse si è offeso, ma questo non mi fa distogliere da mio pensiero iniziale, ovvero che è un cretino.

"Non ci conosciamo nemmeno, non provare neanche a pensare un'altra volta una cazzata simile o giuro che ti schiaffeggerò"

Rispondo seria.

Il matrimonio e l'amore sono un argomento molto serio per me perchè i miei genitori hanno sacrificato il patrimonio che entrambi avrebbero potuto possedere per il loro matrimonio basato sull'amore. Se mai mi sposerò sarà per amore, che io resti cieca o meno.

"Ok, era un'idea stupida e decisamente affrettata, ma sappi che troverò un modo per pagarti quell'operazione!"

Insiste e ridacchio con amarezza: ma non lo capisce che non c'è alcuna speranza per me? Che i suoi genitori non gli permetteranno mai di spendere quella somma per me? Che i miei non accetteranno mai? Che IO non accetterò di essere così in debito con lui per il resto della vita?

"Perchè ridi?"

Chiede gentile. Sento la sua mano calda posarsi sulla mia spalla, sembra così grande, vorrei davvero poterla guardare. Vorrei poter vedere il suo viso, chissà di che colore ha gli occhi...

"Luce?"

Mi sento richiamare e distolgo la mente dai miei pensieri.

"Rido perchè tu sei troppo speranzoso: i tuoi genitori non ti permetteranno di spendere così tanti soldi, i miei neppure ed io non riuscirei a vivere con l'animo in pace sapendo d'avere un debito così grande con te"

Spiego.

"Non devi ridarmi i soldi, non mi servono e, per via di tutto il male che ti ho fatto oggi in corridoio, sono io che ti devo qualcosa"

Dice prendendomi per le spalle e appoggiando la sua fronte sulla mia.

Sento il suo respiro tiepido sulla punta del mio naso, dev'essere decisamente più alto di me. La sua presa sulle mie spalle s'intensifica, come se le sue mani volessero fondersi con il mio corpo.
Percepisco il suo sguardo su di me e tutto questo non fa altro che scatenare una serie di brividi lungo la mia spina dorsale.

Il respiro accelera, così come i battiti del mio cuore. In questo momento è come se ci fosse qualcosa tra di noi che tende a farmi avvicinare a lui.

Deglutisco.

Allungo le braccia, apro i palmi e pian piano porto le mie mani sempre più distanti dal mio busto. Dopo poco tasto qualcosa di rigido nascosto da un sottile strato di tessuto. Senza scostare mai le mani da quelli che penso siano i suoi addominali, giungo fino al suo petto, che riconosco grazie al martellio del suo cuore.

Sotto il mio tocco sento il suo petto alzarsi ed abbassarsi ritmicamente. La sensazione che il contatto con la mia mano gli causa è strana.
Tuttavia, non nego che sapere di poter causare tutto questo ad una persona, mi fa sentire decisamente potente ed importante.

Non diciamo niente, riesco solo a captare i nostri sospiri. Mi mordo il labbro: è come se ci fosse qualcos'altro che volessi fare, ma che mi viene proibito da me stessa.

Perché questo ragazzo arrogante ed idiota mi fa quest'effetto?

Sento che la curiosità sta prendendo il possesso dei miei movimenti.

Con l'indice destro sfioro, nella maniera più delicata che conosco, i suoi pettorali, li esploro.
Li sento duri, traccio il loro contorno affidandomi solo al tatto.
Mi sposto nel centro, sento una piccola puntina rigida sfiorare il mio indice, intuisco che quello sia un capezzolo.
Dopo avervi giocato un po' scendo e ritorno sul suo addome. Accosto ancora di più il dito alla sua pelle e comincio nuovamente a strusciarlo su di essa.

Grazie di...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora