11. La Calma e lo Charme

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ARES POV

Vedo il volto del padre di Luce corrucciarsi.

Ne deduco che è molto contrario all'idea di lasciarmi entrare in casa.

Decido di giocare il mio asso nella manica: è l'unica carta che so che potrebbe convincerlo a farmi parlare con Luce.

"Sono qui perchè voglio pagare l'intervento a sua figlia"

Vedo gli occhi castani dell'uomo sgranarsi e l'incredulità tornare ad essere l'emozione dominante nel suo volto.

"Come lo sai?"

Chiede con tono più basso e sicuro.

Deglutisco.

"Luce me ne ha parlato. So della vostra situazione e-"

"Ascoltami bene: se devi pagarle l'intervento per pietà, ti sbagli di grosso. Sei pregato di andartene e di levarti il nome di Luce dalla tua bocca da ragazzino viziato. Se pensi che abbiamo bisogno delle prese in giro di uno come te, sei fuori strada"

Mi interrompe prorompente.

Corrugo la fronte, serro la mascella e faccio un passo in avanti di modo da ritrovarmi faccia a faccia all'uomo. Sorrido beffardo: deve sollevare la testa per guardarmi perchè mi arriva alla spalla. Vuole fare l'arrogante? Bene, ha sfidato il più arrogante tra tutti.

"Mi permetta di dirle che è lei quello fuori strada. Voglio e posso pagare l'intervento di Luce e credo che la decisione di accettare o meno il mio aiuto spetti solo a sua figlia. Per cui mi faccia entrare a parlarle"

Tento di mantenere un tono di voce controllato e cercare comunque di dosare le parole. Nonostante ciò non mi trattengo dal rimarcare quel <<Posso>> per sottolineare la sua impossibilità economica. Sono uno stronzo? Probabile.

Digrigna i denti, ma vedo la sua espressione arrendersi e spostarsi per non bloccarmi più il passaggio.

Mi appunto mentalmente di raccontare questa mia piccola vittoria ad Apollo: non sempre la calma e lo charme risolvono tutto.

Allungo il passo e mi faccio largo nella casa in cui ho vissuto per tre giorni.

Raggiungo Luce in cucina. Assieme a lei c'è sua madre che, quando mi nota, mi squadra dalla testa ai piedi e mi domanda chi sono e cosa voglio.

"Salve signora. Sono Ares Leclerc e sono qui perchè ho urgente bisogno di parlare con Luce. Se ha bisogno di sapere altro può chiedere a suo marito che si è occupato dell'accoglienza"

Senza dilungarmi in convenevoli inutili la liquido in modo velato.

"Luce, lo conosci? Va tutto bene?"

Domanda la donna un po' preoccupata poggiando una mano sulla spalla della figlia.

Poso lo sguardo sulla mia Lucciola e noto che le sue guance si sono arrossate, le labbra a forma di cuore sono socchiuse ed i capelli biondo cenere legati in una piccola coda disordinata. Indossa una maglietta oversize che le arriva a metà coscia. Mi soffermo sulle sue esili gambe piene di lividi che testimoniano tutte le sue cadute. Sorrido inconsciamente. Resta bellissima anche così.

"Sì mamma, non ti preoccupare: è un bravo ragazzo"

Le dice Luce.

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