Capitolo 11

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Sento premere dolcemente le sue labbra sulle mie. Mi sembra stia durando un'eternità, e ogni secondo che passa sento nascere in me quelle famose farfalle di cui si sente parlare quando si è innamorati. Nonostante sia solo un bacio a stampo, mi rendo conto che è ciò che desideravo anche io da ieri sera. È un bacio, un bacio che non pensavo mi avrebbe dato così velocemente e senza preavviso. Si stacca e dice dolcemente: "Scegli tu il luogo del prossimo appuntamento." Sorrido guardandolo negli occhi. I suoi occhi. Riesco a perdermi e non ritrovare la via del ritorno ogni volta che li guardo, ma stavolta non penso ci sia una strada per tornare a casa. Ho le palpitazioni e sento le guance andare a fuoco, ma non mi vergogno; anzi, mi sta piacendo questa sensazione. Mi alzo sulle punte, gli prendo il viso tra le mani e gli rendo il bacio, questa volta, però, diventa più passionale e dura un po' più a lungo. Ci stacchiamo sorridendo e scambiandoci piccoli baci. "Ora è meglio che vada, non voglio che i miei ci vedano." gli confido, lo saluto dandogli un altro bacio. Non volevo interrompere l'atmosfera che si era creata, ma non voglio che si sappia per il momento anche perché non è nulla di certo, e se l'avesse visto mia mamma o mio fratello avrebbero iniziato ad indagare. Mi giro e lui è ancora lì. Mi sento al settimo cielo. Per una volta, sono davvero contenta.

Appena entro in casa, saluto ma nessuno risponde eppure essendo pomeriggio almeno mio fratello dovrebbe essere a casa, decido di inviargli un messaggio "Samu, dove sei?"; "Scusa Marghi, sono uscito. Hai bisogno di qualcosa?" mi risponde subito. "No tranquillo, mi sono preoccupata perché pensavo fossi qui", replico io, esultando così posso videochiamare Emma e posso sclerare con lei su quanto successo poco fa e salgo in camera mia.

Neanche due squilli e risponde: "Nessuna domanda di circostanza, dimmi tutto. All'istante. Voglio tutto nei minimi dettagli. Tutto. Anche se ti sei soffiata il naso."; "Ti ho chiamata apposta. Vuoi il racconto dall'inizio o dalle cose più succulenti?" domando io. "MARGHERITA NON FARMI DIRE BRUTTE COSE E MUOVITI!!!" sta urlando. Quando mi parla così, mi fa sempre morire dal ridere. Decido di partire dal principio, dopo che l'abbiamo accompagnata. "Tieniti pronta eh, sei seduta?" continuo; "Si, si. – mostrandomi il suo letto – Dai, muoviti che sono curiosa!" risponde e si ammutolisce. "Allora, mi ha portato al mare. Dopo cena abbiamo passeggiato lungo la spiaggia fino a quando siamo arrivati davanti a delle cabine dei lidi, ne apre una e prende due teli mare. Ci siamo stesi sulla sabbia e abbiamo guardato le stelle. Dopo un po' ci siamo girati uno verso l'altro e da lì è iniziata la magia. – faccio un sospiro – Eravamo super vicini, riuscivo a sentire il suo respiro e il mio unirsi, mi accarezzava i capelli e poi è passato al viso. E nel frattempo eravamo solo noi due. Nessuno intorno. Emma non puoi capire, sembra un film. Non riesco ancora a rendermene conto." faccio una pausa e lei inizia a parlare: "Marghe, hai gli occhi che ti brillano solo a raccontarlo, sono felice per te. Molto. Finalmente hai iniziato a vivere. Comunque, spero che sia partito il limone..." termina divertita mentre io la guardo con le sopracciglia aggrottate. "E invece no, perché il tuo amico Andrea lo ha chiamato e dopo quella chiamata siamo tornati a casa sua – scuoto la testa – e indovina un po' chi ha dormito di fianco a lui addormentandosi mentre lui sussurrava qualcosa e le accarezzava il viso?" le dico mentre vedo la sua figura spalancare la bocca. "Non ci credo. No, Margherita non è vero, mi stai prendendo in giro." afferma. "Eh, ci devi credere. Poi stamattina, dopo esserci svegliati siamo rimasti nel letto accoccolati e io ero con la testa sul suo petto e gli sentivo il cuoricino – faccio il labbruccio – in seguito si è fatto la doccia e quando sono tornata in camera per prendere il telefono l'ho visto a petto nudo. Se ti dicessi che per poco non sbavavo? Boh, dio greco? Hai presente? Ecco lui. A pranzo mi ha portata a pranzo in un ristorante e ha ordinato lui per entrambi ciò che prendevano lui e sua nonna." continuo io. "Embè?" si intromette lei; "Aspetta fammi finire... la nonna diceva che solo le persone speciali potevano mangiare quel piatto e lì io ero completamente persa. Durante il pranzo ci siamo presi per mano. Infine, mi ha lasciato pagare e involontariamente gli ho detto che se fossimo usciti un'altra volta avrei lasciato pagare lui. Non l'avessi mai detto; tutto divertito mi dice che stavo già pensando al secondo appuntamento. Capisci? Secondo appuntamento! Io non sapevo di stare neanche al primo!! Più tardi poi ci siamo messi in macchina e siamo tornati adesso..." concludo. "E... dimmi di più, come vi siete salutati? È partito sto bacio o no?" mi chiede insistendo. "Emma, se te lo dico, non devi aprire bocca. Con nessuno. Non voglio che si sappia ancora. Se sono riservata su certe cose immagina questa. Ti prego. Anche all'uccellino non dire niente." Finisco di dirle e lei fa tutti i segni per prometterlo come se fosse ancora bambina. "Ti basti sapere che c'è stato, proprio qui fuori e pensando che ci fosse qualcuno a casa abbiamo smesso e basta. Poi ho scoperto che sono sola." termino facendo il broncio. "NOOOOOOOOOOO Margherita, ha dato il suo primo bacio al dio greco!! – dice saltellando per tutta la sua stanza e riprendendo il telefono continua – Devo dire che l'attesa ne è valsa la pena. Sono molto felice per te amica mia." conclude lei. "Ma adesso come ci si comporta? Io non lo so." le chiedo. "Eh, non lo so. Dipende da cosa vi siete detti prima di salutarvi. Puoi scrivergli tu o se preferisci puoi aspettare che sia lui a farlo. Oppure puoi sempre parlarci dal vivo. Tanto sai che sta quasi sempre al bunker." mi consiglia. "Eh, dopo il primo bacio mi ha detto di scegliere per il secondo appuntamento. Quindi presumo che gli debba scrivere, ma adesso? Tra una settimana? Non lo so!!" dico con un tono esasperato ma alquanto divertente perché Emma sta ridendo. "Ma no, Marghe. Quando vuoi, se ti senti pronta gli scrivi."; "E se non fossi pronta?" ecco le mie paranoie farsi avanti. "Margherita, non ti impanicare. Vivitela al meglio. Non pensarci troppo." mi consiglia; quanto vorrei che fosse qui, vicino a me. "Grazie mamma – le dico mandandole un bacio – ho finito il racconto. Quando ci saranno delle novità sarai la prima a saperle. E ti prego non dire niente a nessuno eh. Ti lascio alle tue cose, ci sentiamo. Ti voglio bene" lei ricambia e attacco.

Sono stanca morta e, prima di mettermi a vedere delle cose per l'università, mi costringo a fare una bella doccia calda e rigenerante. Mi raccolgo i capelli ed entrando in doccia mi metto sotto il getto d'acqua e rimango ferma con gli occhi chiusi per cinque minuti buoni: ogni tanto me lo concedo. Sento il liquido caldo che, cadendomi addosso, mi coccola. Ne avevo proprio bisogno. Una volta uscita mi avvolgo nell'accappatoio morbido, mi asciugo e indosso dei vestiti comodi. Piego le due felpe di Pietro e le posiziono sulla scrivania, alla prima occasione devo riportargliele anche se le terrei volentieri perché profumano ancora di lui.

Sento salire le scale e dal passo pesante capisco che è Samuele, mio fratello. "Allora, vagabonda? Hai finito di andartene in giro senza dirmi niente?" dice dandomi un bacio sulla guancia e scompigliandomi i capelli, alzo gli occhi al cielo e "Se tu preferisci stare a casa e giocare alla playstation non è mica colpa mia" gli rispondo girandomi verso il mio letto dove si è comodamente svaccato. Ride perché sa che ho ragione e continua: "Quindi? Dai dimmi cos'hai fatto! L'altra mattina, quando ti ho vista dormire sul divano volevo disegnarti dei baffi ma mamma mi ha fermato, arriva sempre nel momento meno opportuno quella donna" ride e io lo guardo con un viso contrariato. "Ma niente di che, quella sera ho dormito sul divano perché non riuscivo a salire le scale perché ero leggermente ubriaca, poi il giorno dopo ho accompagnato Emma alla stazione con un amico e da lì siamo andati al mare. Te l'ho detto niente di che." dico molto velocemente. "Un amico? Lo conosco?" chiede; "No, l'ho conosciuto la settimana scorsa. Ti ricordi quando sono tornata giusto in tempo per la cena? – annuisce – Ecco, l'ho conosciuto quel pomeriggio." Inizia l'interrogatorio: "Come si chiama? Quanti anni ha? Dove abita? Cosa fa nella vita?" Lo odio quando fa così, sbuffo e, conoscendolo, è meglio rispondere. "Si chiama Pietro, avrà una ventina di anni. Poi non so più nulla. L'ho appena conosciuto, te l'ho detto. Ma poi a te che ti importa? È solo un ragazzo che ho conosciuto al bunker." concludo con un tono scocciato; "Mi importa perché sei mia sorella, anzi la mia sorellina. E voglio sapere che persone frequenti. A Pisa uscivi solo con quelli e sai che alcuni non mi andavano giù. E se anche questo Pietro non mi sta simpatico?" continua insistendo. "Allora, per prima cosa ho solamente un anno in meno a te e, talvolta, sembri tu quello più piccolo e non solo di un anno mio caro. – dico facendogli una smorfia – Seconda cosa, sono miei amici, non per forza ti devono stare simpatici, anche alcuni dei tuoi amici non mi vanno a genio eh; e terza cosa, poi finisco e non ne voglio più parlare, Pietro a me sta simpatico e se ci tieni tanto a conoscerlo la prossima volta devi uscire con me. Adesso ciao, non voglio più vederti fino a cena" concludo prendendolo per mano e lo accompagno alla porta anche se è molto più pesante di me e quindi faccio fatica, ma riuscita nella mia impresa gli chiudo la porta in faccia e sento dire: "Si, ma anche meno. Volevo solo conversare con la mia sorellina" faccio un respiro profondo, molto profondo per mantenere la calma e ritorno alla scrivania.

Sono riuscita a completare tutto ciò che dovevo fare in poco tempo e mi butto sul letto per riposarmi un po' e sento la vibrazione del telefono. "Quindi hai pensato dove portarmi?" Pietro. Sorrido e leggo ciò che ha scritto almeno una decina di volte. "Certo! – invio – Sicuramente prima però devo darti le tue felpe altrimenti potresti non vederle più." Risponde all'istante "Se vuoi vedermi prima del prossimo appuntamento puoi anche dirlo eh, non mi offendo. Pensa io vorrei vederti subito. Comunque, se domani passi al bunker, io sono lì." Mi vuole già vedere nonostante ci siamo visti qualche ora fa? "Ah, a proposito del bunker... mio fratello, appena tornato, mi ha fatto il terzo grado e casualmente è uscito il tuo nome. Lo posso portare per fargli vedere dove sono quando non sono a casa? Una cosa molto rapida – invio sperando dica di sì – Sa essere molto spiritoso quando vuole" aggiungo. "Si, certo. Lo voglio conoscere!!" risponde; "Va bene, grazie! A domani allora <3" invio e lui ricambia con un cuore giallo.

Mentre ci sediamo per cenare, dico a Samuele che domani verrà con me solo per capire dove vado, ma niente di più e accetta queste condizioni. Non capisco perché debba fare così. Non è felice di vedermi finalmente socializzare ed uscire con altre persone? A risvegliarmi dai miei pensieri è mia mamma che cerca di indagare su cosa faremo, ma Samu, stranamente, taglia corto per poi farmi l'occhiolino. Davvero non lo capisco.

Vivo nel disordine - Fares || BNKR44Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora