Capitolo 5

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Fares/Pietro's pov

Siamo in studio e arriva un messaggio sul gruppo da parte di Margherita: è una foto, o meglio un selfie, che ritrae la sua amica tutta sorridente in primo piano e lei leggermente indietro con il viso imbronciato. Rispondiamo tutti e Duccio ne approfitta per scrivere delle indicazioni per la serata che avremmo passato insieme. I ragazzi hanno già organizzato le macchine per raggiungere il club; quindi, decido di servirmi di questa scusante e le invio un messaggio in privato per chiedere se lei e i due amici volessero un passaggio. Mi risponde quasi subito che non vuole disturbare, la rassicuro dicendo che non c'è nessun problema ed infine accetta. Sto sorridendo come un ebete. Mi riprendo scrivendole che l'avrei chiamata appena sarei partito da casa. Tutto bello, bellissimo, ma mi sono ricordato che c'è il suo amico e penso che, fino a quando sarà qui, io non avrò occasione per starle vicino e parlarci come vorrei io.

Appena salgo in macchina chiamo Margherita e l'avviso che in una ventina di minuti sarei stato sotto casa sua.

Arrivo molto velocemente, solamente un quarto d'ora, e le mando un messaggio; dopo alcuni minuti escono sia lei sia la sua amica, Emma. Non vedo Filippo, magari ha deciso che preferisce riposarsi o che ne so. Le vedo confabulare mentre si avvicinano sempre di più alla macchina ed Emma rimane leggermente indietro, sembra scioccata.

Margherita si sta avvicinando sempre di più all'auto e noto che è stupenda. Sta indossando un tubino nero abbastanza scollato e, per come si era presentata l'altro giorno al bunker, non avrei mai pensato che potesse avere un capo del genere nell'armadio; non che l'altro giorno non fosse bella eh, solo che si percepisce che è una ragazza molto semplice e mai l'avrei immaginata così.

A risvegliarmi dai miei pensieri è la portiera che si apre, mi accorgo che è quella posteriore, e una voce soave che mi saluta imbarazzata, io ricambio quasi con lo stesso tono e dopo alcuni secondi entra anche Emma posizionandosi sempre dietro. Margherita mi avvisa che il suo migliore amico non c'è e mi scappa un sorriso abbastanza compiaciuto; okay che Filippo non ci sia, ma si è messa dietro e allora faccio una piccola battuta ed Emma sgattaiola velocemente davanti mentre io lancio uno sguardo a Margherita con un'espressione un po' contrariata perché volevo che si mettesse lei di fianco a me. Beh, almeno non c'è Filippo stasera e posso provare a stare un po' con lei per conoscerla meglio.

Una volta arrivati al bunker scendo per andare ad avvisare gli altri che avevo in macchina le due ragazze e per dire a Caph che coso non è più venuto ed entrambi esultiamo. Gli altri stavano registrando qualcosa e conoscendoci so che se fossi rimasto lì non saremmo più usciti e quindi, annuncio che noi ci saremmo avviati.

Il tragitto in macchina è abbastanza tranquillo, Emma sta parlando ma sinceramente non è che la stia proprio ascoltando, mi sto concentrando di più su Margherita; la vedo pensierosa. Opto per mettere un po' di musica per dare tregua alla mia testa dalle chiacchiere di Emma; mi accorgo che Margherita mi sta osservando e sorride. Poco prima di arrivare, parte "Disordine" e, grazie alla lingua lunga di Emma, scopro che Margherita ci segue e ha un'ossessione sia per la canzone ma soprattutto per la mia voce. Mi fa davvero piacere aver ricevuto questa notizia che la guardo con un'espressione orgogliosa. Decido di riprodurla da capo e osservo che la sta cantando sussurrando. Un unico pensiero mi attraversa la mente in questo momento: prima o poi dovrà sapere chi siamo e non vorrei che si sentisse tradita dal fatto che non gliel'abbiamo detto appena conosciuta...

Per fortuna siamo arrivati presto e riesco a trovare parcheggio di fronte all'entrata; dopo aver spento la macchina scendiamo, percorriamo i pochi metri di coda ed entrando ci conducono alla nostra solita postazione. Camminando, constato che le due amiche si stanno guardando intorno cercando di orientarsi all'interno del locale buio, illuminato solamente dalle luci psichedeliche che vanno a ritmo di musica.

Finalmente, dopo un'ora, arrivano gli altri e diamo il via alla serata. Margherita sta ballando da quando siamo arrivati mentre Emma l'ha raggiunta poco dopo. La sto osservando da tutta la sera e sta bevendo un po' troppo forse. Noto che si sta guardando intorno un po' confusa e si avvicina nuovamente al bar, vorrei andarla a fermare per il suo bene, ma Caph, fermandomi, chiede: "Oh bro, com'è andata in macchina?". "Tutto bene - rispondo io, facendo una pausa e cercandola con lo sguardo - ho scoperto che ci segue, ma non sa che siamo noi, quindi ottimo" termino in modo ironico. Mi sono distratto qualche minuto e non la vedo più. Vado leggermente nel panico perché si capisce da lontano un miglio che è ubriaca e non vorrei che qualche malintenzionato l'abbia adescata. Avviso gli altri che mi allontano e che nel caso non fossi rientrato di non preoccuparsi. Emma la vedo presa bene con Andrea e deduco che passeranno la serata insieme, quindi non me ne faccio un problema.

Non la vedo da nessuna parte, la cerco in bagno ma non è neanche lì; decido di uscire e la vedo seduta su un muretto che sta stringendosi le spalle. Mi avvicino alla macchina, che era lì vicino, prendo una felpa dal bagagliaio e gliela metto sulle spalle; lei mi ringrazia e la indossa. Che carina. Le faccio una battuta ma non sembra molto reattiva e continua a tenere la testa bassa. Le offro dell'acqua sedendomi al suo fianco e continuando a rassicurarla; finalmente alza la testa e capendo che sono io abbozza un sorriso, che ricambio. Sta ancora tremando, le metto il braccio destro attorno alle spalle per riscaldarla, sperando funzioni.

Siamo seduti da un po' e mi sembra sia riuscita a scaldarsi un po'; alza la testa, che nel frattempo aveva appoggiato sulla mia spalla, toglie le scarpe e inizia a parlare di Filippo sbiascicando. È scoppiata in un pianto disperato e desolato mentre mi racconta, in modo disordinato, di come si sia innamorata di lui anni fa e che per lei è l'unico; non ha mai incontrato qualcuno che potesse farglielo dimenticare anche perché sa benissimo che è il suo migliore amico e che tra loro due non potrà mai esserci niente. Aggiunge inoltre che, secondo lei, Emma e Filippo hanno una relazione perché ha letto un messaggio sul telefono dell'amica che era abbastanza sospetto, anche se da come ho visto Emma con Faster non penso proprio. Dopo aver smesso di piangere e dunque essersi calmata, non si sente bene e vomita; decido di accompagnarla a casa sua, non aveva nessun senso che stesse ancora in giro nelle sue condizioni.

"Sai, c'è una canzone che dice una cosa che da questo pomeriggio mi sta tormentando" dice lungo il tragitto. "Quale?" le rispondo mentre continuo a guardare la strada. "Non ricordo molto bene le parole ma dice una cosa tipo niente è uguale a come eravamo". Sorrido. È la mia canzone.

"Parole, mancavano quelle parole Provavo, ma niente per ore Il passato qui è sempre migliore" inizio a canticchiarla, lei si gira stupita chiedendomi: "Ma come fai a conoscerla? Nessuno li conosce", mi giro verso di lei e vorrei tanto dirle la verità ma penso che domani non si ricorderebbe più di tanto e non vorrei che si innamorasse del personaggio piuttosto che della persona. È vero: io, Pietro, sono me stesso anche quando mi chiamano Fares, non c'è distinzione tra persona e personaggio, ma a volte le persone approfittano di te quando sanno che sei famoso. Forse questo non è il caso, ma non mi sento pronto. Mi limito a rispondere: "Semplicemente seguo anche io quel collettivo". Lei sorride e appoggia la testa al sedile e chiude gli occhi.

Raggiunta casa sua mi accorgo che si è addormentata e purtroppo la devo svegliare. Comincio a chiamarla scuotendola dolcemente, ma niente. Continuo, stavolta le accarezzo il viso: "Hey, Marghe, siamo arrivati. Hey..." Apre gli occhi e dopo essersi resa conto di essere arrivati, si slaccia la cintura di sicurezza e farfuglia qualcosa che non capisco. Le chiedo se necessita una mano per camminare almeno fino al portone di casa, ma dice di riuscirci da sola. Scende dall'auto, fa un passo, cade e inizia a ridere; la raggiungo dicendole di tirare fuori le chiavi e di darmele così l'avrei aiutata almeno ad entrare in casa. Sulla porta d'ingresso mi strappa le chiavi dalla mano e cerca di aprire la porta con scarsi risultati quindi tento di farle capire che la posso aiutare ma è davvero testarda. Parecchi tentativi e diverse risate dopo, finalmente riesce ad aprire la porta e si lancia sul divano chiedendomi di raggiungerla. Chiudo la porta alle mie spalle e mi siedo sul divano.

"Puoi sdraiarti di fianco a me?" mi chiede facendosi ancora più piccola per lasciarmi un po' di posto. L'accontento, prima però prendo una coperta che vedo sul secondo divano e gliela metto addosso. "Sto solo cinque minuti però" le dico sottovoce, accarezzandole il viso e spostandole le ciocche di capelli che le cadono sul volto, ma non penso mi stia sentendo. Una volta assicurato che stesse dormendo, mi alzo, le do un leggero bacio sulla guancia ed esco.

Vivo nel disordine - Fares || BNKR44Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora