Per stasera ho deciso di mettere il vestito più scollato che ho, non ho voglia di starmi a preoccupare di ciò che pensano gli altri. Non voglio più pensare a niente. Dopo la doccia torno in camera e, come se niente fosse, dico ad Emma che stasera ci sarebbero venute a prendere e le mostro il vestitino che avrei messo e lei mi guarda stupita, come se fosse orgogliosa della sua amica che ha deciso di osare per una volta.
Verso le 21.30 ricevo una chiamata da parte di Pietro che mi comunica che sta arrivando. Finiamo gli ultimi preparativi giusto in tempo quando mi arriva un suo messaggio e dice che ci sta aspettando fuori. Nel momento in cui usciamo di casa, Emma mi chiede curiosa: "Ma quindi chi ci dà il passaggio?". "Pietro, mentre facevi la doccia si è proposto di darci un passaggio e ho accettato" le rispondo con tono indifferente e lei rimane spiazzata "E me lo dici così?!" dice. Non voglio più sentirla per stasera.
Mi avvio verso la macchina di Pietro e mentre salgo, mettendomi a sedere sui sedili posteriori, lo saluto in modo intimorito; lui, a sua volta, mi saluta come se fosse imbarazzato. Anche Emma si mette dietro e lo saluta.
Prima di partire lo informo che Filippo non è più venuto e lui, facendosi scappare un sorriso, dice: "Ah okay, mi dispiace. Comunque, okay il passaggio, ma non voglio fare da tassista, una delle due vuole venire davanti?" ed Emma, stranamente, non si fa scappare l'occasione; Pietro mi rivolge uno sguardo che sembra triste e poi partiamo. Durante tutto il tragitto noto che lui mi guarda spesso dallo specchietto retrovisore ma faccio finta di niente.
Cinque minuti e siamo al bunker, Pietro ci dice di rimanere in macchina mentre lui va ad avvertire gli altri che siamo arrivati; dopo due minuti esce e ci comunica che gli altri stavano finendo dei lavori e che noi possiamo pure iniziare ad avviarci al locale.
Il tragitto in macchina sembra interminabile: Emma sta parlando di qualcosa che probabilmente so già, Pietro risponde quasi disinteressato e io guardo fuori dal finestrino un po' annoiata da tutte quelle chiacchiere; avrei voluto portarmi le cuffiette per poter sentire un po' di canzoni. Sembra che Pietro mi abbia letto nel pensiero: infatti collega il suo telefono alla macchina e fa partire una playlist anche abbastanza malinconica. Lo guardo per ringraziarlo, sperando di incrociare il suo sguardo, e sembra che abbia avuto la mia stessa idea perché mi sta osservando, mi fa l'occhiolino facendo anche una mezza smorfia facendomi sorridere.
Dopo alcune canzoni parte "Disordine", è una canzone a cui tengo molto e penso che mi rispecchi altrettanto; Emma, sapendolo, si gira e dice: "La tua canzone preferitaaaaa". Io le sorrido e Pietro aggiunge: "Ah sì? È la tua canzone preferita?". Emma inizia a parlare al posto mio: "Eh si, mio caro. Marghe segue un gruppo di ragazzi che si fanno chiamare Bunker44 ed è abbastanza fissata con questa canzone, ed è anche fissata con quello che ha la voce più profonda che in pratica fa tutto tranne la seconda strofa. Ormai la so anche io a memoria per quante volte al giorno me la fa sentire!!" e ride, noto che Pietro è compiaciuto da queste affermazioni, magari è anche la sua canzone preferita; infatti, la rimette dall'inizio e io la canticchio a bassa voce perché sento un po' di pressione addosso e non mi piace essere al centro dell'attenzione.
Mi accorgo che siamo arrivati perché Pietro ha rallentato e sta andando alla ricerca di un parcheggio che fortunatamente trova proprio fuori il locale. Scendiamo dall'auto e ci mettiamo in fila per entrare, per fortuna è ancora presto e la coda è scorrevole ed entriamo in cinque minuti. Il locale è davvero grande: ha due palchi, un bancone del bar lunghissimo e la pista è circondata dai divanetti che sono rialzati da tre scalini rispetto a tutta la sala. Non so come, ma appena vedono Pietro ci accompagnano ai nostri posti. Probabilmente è un posto che frequentano spesso e quindi gli riservano un tavolo. Dopo essermi guardata un po' in giro mi dirigo al bar iniziando ad ordinare una Vodka Lemon e con il bicchiere in mano mi dirigo verso la pista. Inizio a ballare con altri ragazzi e a bere; comincia così un circolo vizioso: prendo da bere, ballo, prendo da bere, ballo e così via.
Non sono quasi più in me che a stento mi rendo conto che al mio fianco adesso ci sono Jacopo, Andrea ed Emma che non capisco con chi dei due ci stia provando, ma sembrano starci entrambi. La sala si è riempita abbastanza da provocarmi molto calore, decido quindi di prendere qualcosa da bere e di uscire da quell'inferno perché ho bisogno sia di sedermi sia di respirare aria fresca; uscendo noto l'area adibita ai fumatori, ma non ci sono delle panchine e poi in questo momento mi darebbe troppo fastidio l'odore del fumo quindi opto per attraversare la strada e andare a sedermi un po' sul muretto che si trovava proprio di fronte all'entrata del locale. Mi siedo dando le spalle alla discoteca per cercare di allontanare il più possibile quei rumori e le luci stroboscopiche che fuoriescono, vorrei anche togliermi questi maledetti tacchi ma, conoscendomi, so che non li metterei più e rientrare a piedi scalzi non è proprio la scelta più adeguata.
Mi sono resa conto che sto tremando dal freddo e subito dopo sento un qualcosa di caldo sulle spalle, mi accorgo che è una felpa e la indosso ringraziando chiunque me l'abbia prestata. Ha un odore che mi sembra di riconoscere, è un mix tra tabacco e vaniglia. "Non sei proprio abituata a bere e a ballare con i tacchi, vero? - chiede una voce alle mie spalle: è dolce, profonda, suadente, magnetica e molto gradevole - tieni prendi questa" conclude sedendosi di fianco a me e offrendomi una bottiglietta d'acqua ancora chiusa. Non ho il coraggio di alzare il viso per capire chi possa essere. Mi sto vergognando. Non mi ero mai trovata in una situazione simile. "Non ti preoccupare, puoi stare tranquilla. Almeno una volta è successo a tutti" continua a dire con un tono di voce ancora più dolce. Alzando lo sguardo vedo Pietro; mi sta guardando con un viso solare e rassicurante, mi mette un braccio attorno alle spalle, attirandomi a lui, e inizia a passare la sua mano sul mio braccio per farmi acquisire nuovamente calore.
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spero vi stia piacendo :)
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Vivo nel disordine - Fares || BNKR44
أدب الهواةMargherita lascia tutta la sua vita a Pisa e si trasferisce in una frazione di Empoli, Villanova. Fa la conoscenza di un gruppo di ragazzi, i BNKR44. Che cosa succederà?