1. Trasferimento

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Saluto mia madre e mio padre, mentre mio fratello Nathan porta i bagagli in macchina. Mia madre piange perché sto per andarmene da Versailles, dove sono nata e cresciuta.

"Mamma non ti preoccupare Parigi non è lontana da qui."

"Lo so piccola mia ma mi mancherai!"

"Anche a me mancherai mamma e anche tu papà..."

"Anche a me bambina mia, ma adesso vai che Nathan ti aspetta!"

Saluto un'ultima volta i miei genitori mentre mi chiudo la porta alle spalle.

Sembra così diverso chiudere questa porta ora, come se in questo istante fosse il passaggio verso la mia nuova vita.

Nathan è accanto alla macchina che mi sta aspettando. Lo guardo e gli sorrido.

"Allora sorellina sei pronta per Parigi?"

"Ovvio, non sarei qui altrimenti!"

*risata*

Salgo in macchina e subito mette in moto mentre io lo guardo: i suoi riccioli color mogano e gli occhi del medesimo colore, mi ricordano tutti i bei momenti passati insieme. Abbiamo 3 anni di differenza e perciò siamo cresciuti insieme: mi difendeva, mi aiutava a svolgere i compiti, mi portava sempre con lui ed io mi divertivo sempre in sua compagnia.

Ricordo anche quella bambina con gli occhiali e l'apparecchio che spesso veniva presa in giro ma ora è diventata una ragazza di 23 anni dagli occhi castani e dai lunghi capelli mossi del medesimo colore senza più ferraglia in viso.

Nathan mi sveglia dal mio stato di trance comunicandomi il nostro arrivo.
Fisso il palazzo davanti a me. È un tipico edificio d'epoca.
Scendo dall'auto continuando a guardare l'edificio mentre provo ad immaginarne l'interno.

Entriamo nell'edificio e ci dirigiamo verso l'assessore. Premo il pulsante per chiamarlo e appana arriva le porte si spalancano e noi vi entriamo.
Era stato Nathan a decidere l'appartamento dato che aveva studiato architettura ed aveva molte conoscenze in questo campo.
Preme il tasto col numero 4, le porte si chiudono e l'ascensore si mette subito in moto.
Quando si arresta e le porte si riaprono percorriamo un lungo corridoio dal pavimento bordeaux e le pareti bianche.
Ci fermiamo davanti ad una porta di legno con una targhetta color oro con inciso "47", Nathan mi porge la chiave che infilo nella serratura facendola scattare.

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