29. Il quadro

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Riconosco all'istante l'uomo al volante e mi irrigidisco.
Sembra che dalle sue labbra debba uscire qualcosa ma poi all'improvviso si serrano e lui si gira verso di me.

Cerco di non incrociare il suo sguardo e perciò guardo la strada.

"Perché?" chiedo senza volerlo.

Lui apre la bocca per rispondere ma poi si blocca di nuovo.
Mi giro, afferro la maniglia della portiera e la tiro.
Istintivamente Sébatien mi afferra per il braccio.

"Adelaine aspetta..."

"Perché ogni volta te ne vai?"

"Perché sono un idiota... ma posso spiegarti."

Richiudo la portiera e mi metto comoda sul sedile.

"Ti va di parlarne davanti ad un caffè?"

"Ok..."

Sébatien gira la chiave e l'auto si mette in moto.
Dopo qualche minuto arriviamo davanti ad un edificio con mattoni a vista con la scritta 'BAR'.

Sébatien scende e si precipita dalla mia parte per aiutarmi a scendere dall'automobile.

Entriamo e lo seguo fino ad un tavolo vicino ad un quadro raffigurante l'oceano. L'osservo come incantata.

"É il mio preferito." dice ad un tratto Sébatien.

"Già é davvero molto bello."

"Volete ordinare?" mi volto e vedo un ragazzo giovane in divisa da cameriere.

"Si grazie, due caffè."

Sorride cordialmente e si allontana.

"Ti ascolto." dico rivolgendomi a Sébatien.

"Tu sei come quel quadro, mi fai rimanere senza parole ed ho paura di farti romperti... Io non vorrei mai vederti triste ed ho pensato che sparendo per un po' tu ti dimenticassi di me." ammette abbassando lo sguardo.

"É troppo tardi, non potrò mai dimenticati così facilmente ormai."

Sébatien riporta lo sguardo sul quadro e poi su di me.
Gli rivolgo un sorriso e lui contraccambia.
Finalmente arrivano i nostri caffè.

"Ecco a voi." dice il cameriere prima di ritornarsene verso il bancone.

"Adelaine, tu mi piaci molto, nessun'altra mi aveva fatto provare tutte queste emozioni." dice Sébatien ponendomi le mani.

Appoggio la tazza ormai vuota e metto le mani sopra alle sue e subito me le stringe come se volesse indicare allo stesso tempo protezione e dolcezza.
Ci guardiamo negli occhi e io mi perdo nei suoi adorabili occhi color del ghiaccio.

"Torno subito." dice interrompendo l'atmosfera.

Poco dopo torna e mi pone la mano. Mi alzo e gli porgo a mia volta la mia.
Ora le nostre mani sono unite in un intreccio ben saldo delle nostre dita.

"Andiamo?" mi domanda lui con un fantastico sorriso stampato in faccia.

L'ammiratore segretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora