La mattina.
La mattina è uno dei momenti che più odio, mi fa veramente schifo, la ripudio con tutta me stessa, soprattutto se a svegliarmi la mattina sono i miei incubi.
«Cazzo» dico alzandomi con il mal di testa e la schiena tutta sudata, mi guardo intorno e fisso la camera disastrosa.
Mi alzo dal letto e prendo il cellulare per guardare l'ora, sullo schermo leggo 5:30, butto il telefono sul letto e vado verso il bagno, mi fermo davanti allo specchio e osservo il mio riflesso, Mowgli è niente in confronto a me.
Mi spoglio e mi butto in doccia, metto il getto freddo freddo e sto sotto il tempo di insaponarmi e sciacquarmi, dopo 20 minuti massimo esco dalla doccia con un solo accappatoio avvolto addosso.
Mi fermo di nuovo davanti allo specchio e lascio cadere l'accappatoio, fisso il mio corpo allo specchio e lo sguardo cade sui miei hips dips, sempre odiati, faccio salire lo sguardo e fisso i vari tatuaggi che mi sono fatta pur avendo 17 anni.
Sotto il seno ho tatuata la frase di uno dei miei libri preferiti "be Lilith never Eve" .
Sulla spalla sinistra ho tatuato il nome di mia madre, ovvero "Daniela"
Mi giro e guardo il tatuaggio che va lungo tutta la spina dorsale, la frase che ho deciso di tatuare appartiene a Bukowski "Some people never go crazy What truly horrible lives they must lead"
Lentamente porto lo sguardo sul mio viso, labbra poco carnose e tutte piene di taglietti a causa del mio continuo morsicare, il naso dritto con una piccola gobbetta all'inizio mi dà quel tocco di eleganza, le occhiaie ben evidenti accentuano il mio sguardo e intensificano l'ambra dell'iride, i capelli neri umidi e boccolosi mi scendono fino all'osso sacro.
«Che faccia da morta vivente» dico tirando un'ultima occhiata allo specchio prima di andare in camera a mettere il mio solito intimo di pizzo nero, una tuta per stare comoda e il mio solito top sportivo.
Scendo le scale per andare nella nostra palestra privata e comincio a fare una serie di flessioni, successivamente passo al sacco e comincio a dare una raffica di pugni alternando destra e sinistra per poi tirare qualche calcio.
Continuo così per un'ora buona e quando controllo l'ora vedo che sono già le 7:10, i miei fratelli dovrebbero alzarsi da un momento all'altro, mamma e papà invece sono in viaggio per lavoro, quindi sono rimasta da sola con quei bisonti.
Torno in camera e mi faccio di nuovo una doccia, vorrei evitare la puzza di merda in casa quindi si, la faccio almeno cinque volte al giorno.
Esco dal bagno e mi metto un paio di cargo a vita bassa neri abbinato ad una canotta bianca, mi dò una sistemata ai capelli legandoli in una specie di crocchia e scendo in cucina.
«Non devi toccare le mie maglie засранец» sento mio fratello Kaiden urlare.
«Hai appena dato del coglione a tuo fratello perché ti ho solo preso una maglia? Davvero fai Den?» l'altro mio fratello, Salvatore, è più tranquillo, ma anche più bastardo e furbo.
Entro in cucina noncurante della situazione penosa in cui sono loro e mi faccio un bicchiere di spremuta, «buongiorno peste, dormito bene?» mi domanda Salvatore, lo fisso atona senza dargli risposta e sento Kaiden ridere per la mia strafottenza di fronte al fratello maggiore.
Loro hanno 20 e 21 anni, io invece ne ho solo 17, ma è come se avessi io il comando in ogni situazione, sono più matura, più agile e più strategica di loro due messi insieme.
«Sei di pessimo umore eh?» parla di nuovo Salvatore, bevo un sorso di spremuta e gli rivolgo un sorriso di scherno «sono in piedi dalle 5:30 cabrón» come al solito mi riserva il suo sguardo preoccupato per poi girarsi verso il tavolo e divorare i pancake che ha fatto Kaiden.
I miei fratelli sono particolarmente ambiti ovunque, hanno entrambi una corporatura muscolosa e sono parecchio alti, con parecchio intendo che sono 1.92/3 centimetro più centimetro meno, tutti e tre abbiamo gli stessi capelli nero pece, l'unica cosa che ci differenzia, oltre all'altezza e al sesso, sono gli occhi, Salvatore li ha di un verde scuro, un verde foresta, Kaiden al contrario ha gli occhi azzurro cielo, i loro corpi sono ricoperti di tatuaggi di cui uno che abbiamo tutti e tre in comune.
Una croce dietro l'orecchio.
Abbiamo deciso di farcela quando io avevo 16 anni e loro 19 e 20 un piccolo simbolo che ci rappresenta e lega insieme.
«Ah Victoria, quasi mi dimenticavo» Kaiden prende parola e mi fissa in modo inquietante «ho parlato con mamma e papà, hanno intenzione di mandarci a scuola» inutile dire che a me e Salvatore va di traverso la spremuta, entrambi fissiamo nostro fratello stralunati e in quel esatto momento scatta la serratura di casa.
Nostra madre è la prima ad entrare, i capelli neri le oscillano mentre con passo calmo e moderato entra in casa, a seguito entra nostro padre, i suoi occhi azzurri come quelli di Kaiden saettano subito su di noi.
«Vedo che siete già in piedi, e sto parlando con i ragazzi» specifica posando lo sguardo sui ragazzi ancora in pigiama.
Sono nota per la mia poca pazienza, veramente poca, infatti non do tempo a nessuno e comincio l'interrogatorio «che scuola?» mia madre mi fissa allucinata con i suoi profondi occhi neri, spazientita sposto lo sguardo su mio padre aspettando risposta.
Con calma si siedono al tavolo e fanno cenno a tutti di imitarli, ci accomodiamo a nostra volta e restiamo in silenzio aspettando che proferiscano parola.
«Ci abbiamo pensato a lungo» comincia mio padre «abbiamo scoperto dell'esistenza di una scuola qua nei paraggi, ma non una scuola qualsiasi, una scuola per ragazzi come voi, figli di mafiosi temuti dal mondo intero, è come una qualsiasi scuola solo che lì dentro si impara a combattere, a usare in modo corretto le armi e a giocare con la mente delle vostre vittime».
Mamma appoggia la mano sul tavolo e continua il discorso di suo marito «abbiamo fatto ricerche a fondo per capire se fosse una scuola sicura per i nostri bambini e ci stiamo rimuginando su da quasi un anno, ieri però abbiamo avuto la conferma che è un'ottima scuola e abbiamo anche scoperto che i vostri amici d'infanzia vanno lì» dice con scioltezza.
I nostri amici d'infanzia? Oh ma certo, sta parlando di Christopher Santiago e i fratelli Malik, ovvero Elizabeth nonché la mia migliore amica e il suo insopportabile fratello Alexander.
Sento i miei fratelli parlottare e dire che a loro va bene e che sembra un'ottima idea anche per poter socializzare «si io sono d'accordo, posso finalmente fare amicizia senza problemi» approva Kaiden, il mio sguardo cade su di lui «tu sei felice perché avrai finalmente l'opportunità di scoparti chi vuoi» lo correggo con una punta di sarcasmo.
Mia madre scoppia a ridere e mio padre si mette le mani in testa spaventato dall'incredibile somiglianza di carattere tra me e la moglie.
«Non è vero....» mormora mio fratello visibilmente in imbarazzo, sto per aggiungere un po' benzina su fuoco però Salvatore mi tira una gomitata zittendomi e facendomi spuntare un sorriso divertito.
«Rori non hai ancora dato segno di approvazione» mi fa presente mi mamma usando il soprannome di quando ero piccola, «penso sia un'idea magnifica, per loro» indico i due montanti alla mia destra, «ma per me è un'idea di merda, odio i posti affollati, rischio di stare in presidenza ogni ora» mi indico, mio padre mi fissa con una punta di divertimento e mamma se la ride di gusto, ma dico io che cazzo c'è di così divertente.
«Fidati tesoro, sarà una passeggiata, il preside sa già chi sei, ti basta uno sguardo e non avrai problemi» aggiunge quest'ultima, il mio malumore è incredibilmente scomparso, se penso a tutte le cose che potrò fare senza troppi intoppi mi viene da saltellare ovunque.
Sto per alzarmi dal tavolo quando una domanda mi sorge spontanea, mi giro verso i miei genitori e loro già capiscono cosa io abbia intenzione di chiedere perché mi anticipano «comincerete domani, alle 8:00 dovete essere alla Yard quindi vedete di svegliarvi, e parlo soprattutto con voi due» dicono indicando i miei fratelli che intanto sorridono come due coglioni.
Domani alle 8:00. Cazzo.
hola amori, non ho mai scritto una storia quindi siate gentili, tanti besos ci vediamo al prossimo capitolo 🖤🦢
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The Cursed Swan 🦢
ActionVictoria Dimitrov, figlia di una coppia influente mafiosa e sorella di due fratelli maggiori, è nata in condizioni discutibili, col tempo si scoprirà perché, l'ultima della famiglia, si suppone la più piccola, il padre, Octavio Dimitrov, e la madre...