10. Different one

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Una volta mi raccontarono una favola. Non una favola qualsiasi, sembra quasi una favola dell'orrore. Mia madre. Lei me la raccontava ogni notte prima di mettermi a dormire.

Parlava di un stagno incantato, intorno ad esso ci abitavano un popolo di streghe antiche, all'epoca quando me ne parlava ci credevo e tanto ne ero affascinata che continuavo a chiedere di più, cosa succedeva in quel paesino il cui oggetto principale era uno stagno incantato.

Si diceva che sopra quel stagno ci fosse una maledizione antica millenni e millenni, si diceva che prima della maledizione era un stagno dalle acque lucenti e limpidi, dentro il quale ci nuotavano una marea di cigni bianchi, sembravano angeli.

In quel piccolo paesino ci abitavano soltanto persone solari e sempre gentili, e la maggior parte di loro avevano i capelli di un biondo platino e gli occhi color ghiaccio, nessuno escluso.

Un giorno, in questo paesino incantato si trasferì una famiglia, una famiglia molto diversa dal solito, erano persone misteriose e inquietanti, ma nessuno riusciva a superare l'aspetto della figlia maggiore di codesta famiglia.

Una ragazza alta e estremamente bella, c'era una cosa che la differenziava da tutti. I suoi lunghi capelli neri come la pece e gli occhi tendenti ad un rosso vino. Aveva la pelle candida e un'aura di oscurità le aleggiava intorno.

La ragazza decise di andare al stagno di cui sentì parlare, e quando arrivò lì rimase incantata da tale meraviglia, non aveva mai visto qualcosa di più incantevole, i cigni nuotavano liberi e le acque all'interno permettevano la vista sul fondo. Tanti piccoli sassolini, bianchi e neri, come se fossero una scacchiera.

Quel giorno un ragazzo del paese decise di andare altrettanto allo stagno, i suoi capelli corti e quasi bianchi svolazzavano leggermente a causa del vento e i suoi occhi glaciali controllavano tutto il perimetro, non sapeva cosa gli spettava allo stagno, non ne aveva la più pallida idea.

Appena il ragazzo arrivò notò subito la folta chioma nera che stava dalla parte opposta, ma non fece in tempo a fare niente che la ragazza si buttò in acqua, completamente vestita, ma si buttò così. Il biondo si preoccupò subito, nessuno aveva mai avuto tanto coraggio da buttarsi, si diceva che sotto quello stagno ci fosse un posto dove si poteva respirare ma nessuno di loro aveva mai avuto il coraggio.

Ancora insicuro delle sue azioni il ragazzo si buttò alla ricerca della corvina. L'acqua era gelata e si scoprì essere più profonda del previsto, nuotò verso il basso e poco dopo vide la ragazza.

Stava in piedi di fronte ad una gigante fontana, come decorazione aveva dei cigni neri con le ali aperte e al posto degli occhi avevano dei rubini, in mezzo ad essi c'era una porta in legno antico, stranamente ancora intatta. Il biondo nuotò nella direzione della mora e la affiancò, lei gli rivolse uno sguardo poi andò verso la porta e ci entrò all'interno.

Davanti a loro non c'era più acqua, ma un grandissimo prato con una quantità vastissima di rose nere, era un'ambiente buio illuminato da delle lucciole che giravano avanti indietro come dei pallini gialli, delle farfalle svolazzavano qua e la e il tutto sembrava quasi surreale.

Davanti a loro non c'era più acqua, ma un grandissimo prato con una quantità vastissima di rose nere, era un'ambiente buio illuminato da delle lucciole che giravano avanti indietro come dei pallini gialli, delle farfalle svolazzavano qua e la e il...

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