12. Strangers

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"Il mio peccato principale è il dubbio. Io dubito di tutto e mi trovo sempre nel dubbio"
Tolstoj

Un rumore mi fa aprire gli occhi all'improvviso, mi alzo dal letto avvicinandomi lentamente alla porta, è come se qualcuno stesse spaccando delle bottiglie di vetro contro qualcosa. Volgo lo sguardo alla finestra e noto che è ancora notte fonda, e quando controllo il telefono ne ho la conferma, sono le tre e quaranta. Esco da camera mia e mi avvicino alle scale che scendono in salotto.

«Non sono d'accordo» una voce femminile, straniera, ma che cazzo?

«Al capo non interessa se tu non sei d'accordo, vuole la ragazza, la prendiamo, se serve anche con la forza» questa volta a parlare è stato un ragazzo, chi sono? E soprattutto che ragazza? Me o Beth? D'un tratto entrano nella mia vista, e per mia sfortuna noto che non sono due, ma bensì cinque, tre ragazzi e due ragazze, tutti sono incappucciati ma riesco a vedere dei capelli lunghi, oh dio, dei capelli lunghi e viola, so che è tinta, ma non tutte hanno il coraggio di fare una cosa del genere. Il panico mi assale leggermente quindi vado nelle camere che ci sono al piano di sopra per svegliare i ragazzi. Entro in camera di Chris e comincio a scuoterlo, «Chris, svegliati, cazzo Chris alza quel culo» lui mormora qualcosa e poi apre gli occhi ancora impastati dal sonno.

«Che succede?» chiede mentre si sfrega gli occhi «qualcuno è entrato in casa nostra» subito dopo aver pronunciato quelle parole lui balza fuori dal letto e prende la mazza che tiene sempre sotto il letto ovunque vada. Appena usciamo in corridoio notiamo tutti gli altri, quai tutti, siccome due camere sono giù, c'è chi ha una pistola e chi pugnali in mano, me compresa. Tendiamo l'orecchio e giù si sente ancora parlottare. Prendo iniziativa e vado davanti, con passo cauto scendo le scale, i cinque individui sono adesso in cucina, e stanno, letteralmente, mangiando un panino ciascuno.

«Stronzi, quello è il mio cibo» dice Rik incazzato come non mai. Io mi giro e finalmente vedo i miei fratelli e Beth, quando torno con lo sguardo sui sconosciuti finalmente riesco a vederli in faccia. Le prime sono le due ragazze, una ha i capelli ricci e la pelle color caramello, suppongo sia sudafricana, i suoi occhi marroni guizzano da una parte all'altra per la cucina, lo stesso colore agli occhi lo ha anche l'altra, solo che lei ha dei lunghi capelli viola chiaro, anzi potrei dire lilla, sta mangiando dei dolci che avevamo preparato ieri.

Poi volgo lo sguardo ai tre ragazzi, il primo sembra sul punto di uccidere qualcuno, ha i capelli marrone scuro arruffati che gli cadono sugli occhi di un colore altrettanto scuro, è l'unico che non sta mangiando e si sta guardando intorno sempre in allerta, al tavolo siede un altro ragazzo, che al contrario dell'altro si sta ingozzando di cibo, i capelli biondo cenere sono leggermente sporchi e umidi, probabilmente a causa del sudore, il nasino all'insù è ricoperto di lentiggini e quando alza lo sguardo verso la ragazza con i capelli viola noto il colore, un azzurro tendente al verde, sembra un bambino. L'ultimo è appoggiato al lavandino e sta bevendo un bicchiere d'acqua, gli occhi azzurri glaciali stanno passando in circospezione ogni angolo della casa, i capelli lisci e castani gli ricadono sugli occhi, infatti lo vedo che si porta la mano nei capelli e li manda all'indietro.

Lui e l'altro sono gli unici attenti, il resto è troppo impegnato a mangiare, faccio un rapido calcolo. Io, Elizabeth, Kaiden, Salvatore, Rik, Alexander, Christoper, Raphael e Riven. Siamo in maggioranza, faccio un segno ai ragazzi ed entriamo in cucina, io prendo la pistola che c'è sempre nascosta vicino alla porta della cucina e la punto contro il primo ragazzo che ho notato, l'unico con gli occhi scuri, lui mi fissa mentre tutti si mettono in allerta e mettono le mani in alto.

«Chi cazzo siete e chi vi manda?» il primo a parlare è Riven, che tiene due pistole contro le due ragazze «non sono affari vostri chi siamo noi» dice la tipa con i capelli lilla, io resto in silenzio mentre Kaiden dietro di me ringhia, e Salvatore sembra voglia uccidere il castano che prima stava bevendo e ora mi fissa con un sorrisetto.

The Cursed Swan 🦢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora