The Cursed Swan 🦢

5. Bronx?

Una frusta si scontra sulla mia schiena, mi ero appena guarita le cicatrici, merda.

«Anni e anni di torture Victoria e ancora non hai capito che le tua azioni hanno dei risultati» sento mio padre parlare mentre se ne sta seduto nell'oscurità,

L'uomo dietro di me si allontana per prendere un'altra arma, alzo lo sguardo e fisso la sagoma di mio padre «ho 17 anni.....tra poco 18» tossisco a causa dello sforzo poi sorrido «appena faccio i 18 ti perseguiterò fino alla morte, cada cielo e terra Octavio, giuro che la mia sarà l'ultima faccia che vedrai» uno sparo sferza l'aria, lo scagnozzo di mio padre mi ha appena sparato e mi ha sfiorata di striscio causandomi un taglio sulla gamba, stringo gli occhi per il dolore.

«Spero quel giorno arrivi presto figlia mia» alzo lo sguardo e prima che lui se ne vada dico una cosa che lo blocca sul posto «sai che sono a coscienza del fatto che mi hai voluta solo per farmi prostituire? L'ho scoperto dal ragazzone qua dietro che mi tortura da anni» dico sorridendo in modo sadico. «Avevo 10 anni quando me l'ha rivelato, si era incazzato perché gli ho detto che qualsiasi cosa avesse fatto un giorno l'avrei trovato e l'avrei massacrato di botte, si è alterato poverino e mi ha spifferato un po' di cose» dico sarcastica.

Mio padre fulmina l'uomo alle mie spalle e si avvicina a me, i suoi occhi azzurri mi perlustrano il corpo «cos'altro sai?» ghigno divertita dall'improvvisa curiosità nei suoi occhi «abbastanza da mandarti in carcere a vita e salire a capo di tutti i tuoi affari» uno schiaffo risuona nella stanza, l'uomo che avrebbe dovuto accompagnarmi nella mia crescita mi fissa con disgusto e terrore, «lasciatela andare» e finalmente mi slegano.

Salgo le scale zoppicante e quando arrivo al piano terra dove c'è cucina e salotto trovo Salvatore a mangiarsi le unghie e Kaiden che fa avanti e indietro come un pazzo. Appena notano la mia presenza si bloccano sul posto, passano in rassegna il mio corpo coperto da tagli e lividi «questa storia deve finire Vic...» mio fratello maggiore è il primo a parlare, noto i suoi occhi lucidi, io invece sorrido «andrà meglio» dico per poi salire in camera mia a disinfettare le ferite.

*

Il giorno dopo non andiamo a scuola, dobbiamo fare una riunione con la famiglia Malik e i Santiago, bella merda.

Mi faccio il solito eyeliner e metto un vestito nero lungo attillato e lo spacco con i tacchi di Louboutin, attacco i pugnali alle cosce con un cinturino e scendo al piano di sotto dove mi stanno aspettando.

I lividi e i tagli sono ben visibili però me ne sbatto il cazzo.

Vedo mio padre irrigidirsi e mia madre bloccarsi sul posto, in famiglia ha sempre avuto lei il comando. Mi fissa in stato di shock, poi nel suo sguardo divampa una rabbia incontrollata, prende la bottiglia di vino sul tavolo e si gira spaccandola in testa al marito.

«Lurido. Figlio. Di. Puttana.» scandisce bene ogni parola prima di prendere un ciocco di vetro e puntarlo alla gola dell'uomo che mi tortura da anni «di nuovo? ti avevo detto di smettere, pensavo l'avessi capito anni fa» aggiunge un po' di pressione e vedo una goccia di sangue.

Osservo la scena in silenzio, la sofferenza negli occhi di mio padre è evidente. Mi dirigo in cucina e bevo un sorso d'acqua, quando finalmente non sento più urlare torno dalla mia adorata famiglia, «perché non me l'hai detto?» i miei occhi incrociano quelli di mamma, capisco subito di cosa sta parlando quindi evito di risponderle liquidandola «siamo in ritardo».

Il viaggio in macchina è silenzioso come non mai, Kaiden e Salvatore sono ai miei lati mentre io sono sul sedile in mezzo, davanti è mia madre a guidare mentre quel essere che noi chiamiamo padre fissa fuori dalla finestra, mi allungo dal sedile posteriore e accendo la radio facendo così diffondere una canzone dei Chase Atlantic in macchina.