🎐𝑷𝒓𝒐𝒍𝒐𝒈𝒐🎐

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Giappone,epoca SengokuAnno 1585

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Giappone,epoca Sengoku
Anno 1585

In un Hirayamajiro, un castello costruito su un'altura al centro di un'area pianeggiante,si erano diffusi versi di puro dolore,che provvenivano dalle stanze del Samurai.

Continuavano da ore,mentre le nutrici facevano avanti e indietro da quel luogo,avvolte portando acqua calda,altre volte portando erbe medicinali con cui lenire il dolore della donna che stava passando i dolori piú atroci conosciuti dal essere umano.

Al di fuori della struttura imperversava un temporale,segno probabile di sventura,dovuto al identità del nascituro.

Il padre della creatura era da poco morto in guerra e la moglie,che al momento della sua scomparsa era gravida da otto mesi,era rimasta sola,insieme ai servi e al padre del suo sposo,il capoclan del Casato Shimura.

Non si sentí per nulla al sicuro in quel momento,le pareti del palazzo erano come un abbraccio gelato,che l'avvolgeva in una stretta soffocante.

Il respiro le si mozzava in gola,mentre continuó a sperare di morire,piuttosto che continuare a vivere in quel luogo maledetto.

Non avrebbe mai voluto lasciare suo figlio in quel palazzo,specialmente per la pericolosità di colui a cui tutto quello apparteneva.

Danzo Shimura era un uomo spietato,pieno di rancore verso chiunque non eseguisse gli ordini che esso impartiva...era freddo come le mura di quel luogo.

Era un uomo zoppo,con un braccio sempre e perennemente fasciato,cosí come uno dei due occhi,precisamente il destro,cosa che gli conferiva un aspetto trasandato,ma allo stesso modo ripugnante.

Cercó di non posare le proprie iridi color carbone su quel uomo maledetto,a cui importava solamente la buona riuscita del suo piano per portare avanti il proprio cognome e il proprio prestigio.
Non gli importava nient'altro,per lui andava bene così.

Dopo un ultimo verso di dolore,la stanza fú invasa dalla voce strillante di un bambino.

La nutrice lo prese in braccio,mentre osservó i corti capelli neri che ricoprivano la testolina di quella creaturina innocente,che era appena venuta alla luce.

"Il mio erede...finalmente"asserí Danzo,avvicinandosi al bambino,noncurante della donna,che si posó sul giaciglio sotto di lei,respirando pesantemente,mentre sentí l'intero corpo cederle per la fatica.

Sentire quelle parole la fecero inorridire,mentre una delle due nutrici le tamponó la fronte con un panno,asciugandole il sudore e osservando come gli occhi stanchi si stavano pian piano socchiudendo.

"Mio signore,la venerabile Kiyomi non sembra stare molto bene,bisogna chiamare un medico...potrebbe non farcela"la nutrice spostó i propri capelli grigi dagli occhi,osservando il suo padrone,mentre esso teneva tra le sue braccia,come se fosse un trofeo donatogli dal cielo,il bambino appena nato,che ancora continuava a piangere.

Il corvino emise un verso di disprezzo"Ho già ottenuto il mio erede,almeno questa volta non è nato morto come il primo...l'unica cosa buona che ha fatto questa donna è stata donarmi questo erede...per me potete anche lasciarla agonizzare".
Mai parole piú fredde furono sentite dalle persone in quella stanza,mentre oramai,non vi era nulla da fare.

Debolmente,gli occhi della venerabile Kiyomi si posarono sul unico occhio buono di Danzo Shimura.

"Che tu sia...maledetto..."

Al di fuori della struttura,il suono di un tuono si fece sentire:Era potente,devastante.
Era come se la stessa terra tremasse sotto il suo impatto.

Era il preannuncio della tempesta che,non solo imperversava in quel esatto momento,ma che avrebbe segnato la vita di quel casato,per sempre.

Laddove iniziano tumulti e non esiste la pace,lí rimarrà viva la maledizione che per sempre colpirà chiunque abbia a che fare con il maledetto casato degli Shimura.

Danzo tenne fisso il proprio sguardo sul corpo inerme della donna,oramai priva di vita.
Osservó le occhiaie,i capelli neri che incorniciavano il volto perlaceo,simile ad una bambola di porcellana.

Si chiedeva spesso,come mai il figlio avesse voluto proprio lei al suo fianco,una donna cosí insignificante da provocargli disgusto.

Ma alla fine,il solo fatto di essersela levata di torno,lo fece sorridere lievemente.

La donna vicino a lei,che l'aveva aiutata a partorire,le mise un telo lungo tutto il corpo,coprendole il volto,mentre gli occhi scuri cominciarono ad emettere delle lacrime.

"Dopo aver perso vostro figlio,anche vostra nuora è deceduta...mio signore...sono cosí addolorata..."sussurró,mentre l'altra nutrice abbassó lo sguardo,percependo lo stesso dolore.

"E sia. Non provo alcun tipo di compassione per lei. Specialmente considerando quello che ha fatto al suo primogenito...non era capace di fare la madre in ogni caso." Il tono del uomo era calmo,glaciale...inespressivo.

Mentre gli sguardi dei servitori erano tutti diretti verso Il Capoclan,quello di quest'ultimo era fisso sul suo erede.

Colui che avrebbe portato avanti il suo lignaggio.

Non poteva essere piú fiero in quel momento.

Non poteva essere piú fiero in quel momento

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𝗙𝗶𝗼𝗿𝗲 𝗱'𝗶𝗻𝗰𝗵𝗶𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora