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Heilà🫶🏻 Ecco per voi il capitolo 6
Piacere di conoscerti, Damon🖤
È un capitolo di passaggio, ma ovviamente importante perché c'è il primo pov del nostro bodyguard del cuore😉
Ne vedremo delle belle con questi due.🔥
Vi abbraccio e fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate, lasciate una stellina se avete gradito!🥹

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A presto.
Grazie come sempre.
Meri

"L'unico modo per liberarsi da una tentazione è cedervi

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"L'unico modo per liberarsi da una tentazione è cedervi."
(Oscar Wilde)

⛓️🖤⛓️
Damon

Superbia, Avarizia, Ira, Invidia, Lussuria, Gola e Accidia.

Erano sette i vizi capitali.

Ma solo uno di questi sembrava mandare in visibilio ogni mia terminazione nervosa, ma di solo uno sembravo perfino conoscere il sapore, quel gusto dolciastro e zuccherino che scendeva come un dannato elisir lungo la mia gola, incendiandomi le papille gustative e lo stomaco.

La lussuria era la più dolce delle mie debolezze, la più violenta delle mie ossessioni.

Avevo un gusto malsano per tutto ciò che era vizioso, peccaminoso, licenzioso.

Un'incontrollata sete di sensualità, di limiti infranti, di pulsioni soddisfatte.

Non c'era voglia che non avessi voglia di soddisfare e lo sentivo bruciare perfino sotto pelle quel bisogno di dare sfogo ad ogni palpitante pulsazione che fremeva proprio sulla zona al di sotto della mia cintura.

Amavo violentemente il sesso.
Ne adoravo ogni singola forma e labile sfumatura, ogni spezzato respiro e singulto soffocato, ogni gemito sommesso e urlo estasiato.
Che fosse feroce e fugace, che fosse languido e discreto, che fosse rabbioso e irruento: lo volevo tutto e mai pareva bastarmi.

Ipersessualità la chiamavano: dipendenza patologica e ossessiva dal sesso.
Quella clinica definizione del cazzo mi irritava decisamente troppo.
L'avevo letta su un opuscolo, seduto nell'asettica sala d'attesa dello studio di uno strizza cervelli.

Inutile dire che a quella seduta io non ho mai partecipato.

Non avevo abbastanza soldi da gettare in pasto alle fauci di uno psicologo assetato di denaro e dalla voglia di entrarmi nel cervello per analizzarmi come se fossi un dannato insetto sul vetrino di un microscopio.
Perciò lessi solo quella singola parola stampata su carta scadente, sollevai il mio culo dalla poltrona e decisi che avrei convissuto con l'irrefrenabile bisogno di portarmi a letto qualsiasi donna avesse due gambe.

Perché non mi importava di chi fosse il volto contorto dall'estasi che accompagnava ogni mia spinta o a chi appartenessero le labbra che plasmavano il mio nome in una soffrente preghiera e neppure di chi fossero i capelli che si aprivano a ventaglio sulla candida federa del mio cuscino.

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