Che il buio abbia inizio...
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Verdi occhioni da cerbiatta e lunghi capelli biondo miele, Kayla Kincaid è l'unica erede di una delle famiglie più potenti di South Beach, una ricca e fiorente cittadina dello stato della Florida.
Quando la città i...
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Heii💜✨ Eccomi con il capitolo 10! Spero davvero vi piaccia! Dopo di questo le cose inizieranno complicarsi. Fatemi sapere nei commenti e se vi va lasciate una piccola stellina, ve ne sarei grata. Vi ricordo la mia pagina Instagram per ogni novità sulle mie storie. Instagram: marymavestories⚠️ Seguiamoci anche lì.✨
"Chi ti fa da catena, chi ti fa da limite, chi ti fa da orizzonte. A volte sono tre persone diverse, a volte sono la stessa persona." (Fabrizio Caramagna)
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Kayla
Mi capitava spesso ultimamente di smarrirmi tra le pieghe del mio inconscio, oltre la soglia della coscienza dove albergavano pensieri che a malapena sembravano appartenermi.
Le ultime due settimane mi avevano svuotata di ogni energia, riducendomi a un patetico ammasso di preoccupazioni e notti insonni.
Naufragando tra i miei pensieri, intercettai con lo sguardo la lenta caduta di una foglia ingiallita: svolazzava leggera al soffio della brezza serale, precipitando al suolo con silenziosa eleganza.
Era arrivato l'autunno a South Beach e con sè aveva portato calde tinte aranciate e una statica quiete che immobilizzava le strade, le notti e forse perfino i cuori.
Gli ultimi avvenimenti avevano scosso gli animi della nostra comunità, derubandola di quella calma che aveva da sempre contraddistinto il succedersi delle stagioni.
L'estate lasciava il passo all'autunno, la calma cedeva il posto alla tempesta, la luce si spegneva per far spazio al buio più profondo.
Erano trascorse due settimane dalla morte di Robert Prince, il nostro vicesindaco nonché migliore amico di mio padre. Avevo partecipato al funerale, assistito inerte al dolore dilaniante della sua famiglia e raccolto informazioni sufficienti da comprendere che il suo era stato un omicidio.
Perché Robert era stato avvelenato, aveva mangiato da un piatto destinato appositamente a lui, ingerito un boccone al sapore di morte che ne aveva decretato la fine in una misera manciata di minuti.
E dell'assassino non vi era alcuna traccia. Non mi capacitavo del fatto che qualcuno potesse eclissarsi nell'oblio del nulla così facilmente, seminare distruzione e svanire in un soffio d'aria nel bel mezzo di un salone gremito di persone.
Eppure quell'omicida senza volto né nome non era ancora stato rintracciato. Le indagini della polizia proseguivano senza sosta da giorni ormai nel tentativo di identificare quell'ignoto colpevole o di raccogliere anche solo uno straccio di prova che potesse inchiodarlo.
La città era in subbuglio, papà era a pezzi e io non riuscivo a non pensare al fatto che Robert avesse ricevuto gli stessi messaggi anonimi che avevano illuminato lo schermo del mio telefono giusto qualche giorno fa.
