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Hei Eccomi con un doppio aggiornamento, dopo il capitolo 2 pubblicherò immediatamente il 3.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti, il vostro parere è essenziale.🫶🏻
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"Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera."
Johann Wolfgang von Goethe


⛓️🖤⛓️
Kayla

Ero convinta che gli animi inquieti si riconoscessero a colpo d'occhio.
Guizzavano di fiamme argentee e sbocciavano perfino tra le crepe del più arido cemento, alimentate da scintille di vita sbagliata, da emozioni dal gusto agrodolce, dalla sete di una libertà alla quale guardavano con disperata agonia respirando a pieni polmoni boccate d'aria della quale non parevano mai saziarsi.

Non avrei potuto definirmi una di quelle anime io.

Avevo fame di vita, di cose impossibili, di fughe in posti nascosti, via da una città nella quale non riuscivo a trovare il mio posto, lontano da una famiglia ormai sciupata d'amore, arida e avvolta da una patina di finzione.

Rincorrevo il gusto della follia, di amori sbagliati, di errori commessi in una giovinezza che avrei dovuto vivere a pieno, senza limiti, contro mano, afferrando il tempo a mani nude per evitare che questo scivolasse via da me troppo velocemente.

Volevo tante cose, ma non avevo il coraggio di raggiungerne nemmeno una.

E invece rimanevo qui,  tra le mura della mia camera, con lo sguardo perso tra le trame del motivo floreale della carta da parati rosa cipria che ne rivestiva le pareti.

Mamma mi diceva sempre che c'erano poche cose più importanti della cura del proprio aspetto.
Era convinta che non avrei combinato granché nella vita, faceva affidamento sul fatto che prima o poi sarebbe arrivato un uomo facoltoso e mi avrebbe sposata, rendendomi una donna di spicco agli occhi della comunità, così come era accaduto per lei con mio padre.

Ma chi le avrebbe detto che io avevo sete di costruirmi da sola, mattone dopo mattone?
Chi le avrebbe mai confessato che non mi sarei arresa a una vita arida e tiepida? Che bramavo le fiamme dentro al petto e le stelle sotto pelle?

L'amore poi...l'amore non faceva neppure parte dell'equazione della mia vita.
Sarebbe rimasto un'incognita irrisolta, mai svelata.

Gettai in pasto della ruggente luce mattutina quell'orda di pensieri negativi e me ne liberai con un'ultima sorsata di caffè amaro.

"Lo sai che stai fissando il vuoto da circa dieci minuti? Ti voglio bene Kayla, ma questa scena è davvero inquietante."

Sussultai al suono della voce di Melanie e quasi mi rovesciai addosso gli ultimi residui di caffè rimasti sul fondo della tazza.

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