𝑪𝒂𝒓𝒂𝒎𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒈𝒐𝒎𝒎𝒐𝒔𝒆🦈

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«Dai dimmi che cos'è ti prego!»

«Non ancora, non sbirciare»

«Eddai dimmelo dimmelo!» sgambettò lei impaziente

«No.Tieni gli occhi chiusi!» le dissi cercando di non far cadere dalle mie mani la bacinella di cristallo «Non rovinarti la sorpresa»

L'appoggiai sul tavolo davanti a lei, che con le mani sul viso la vedevo cercare di intravedere qualcosa aprendo di poco le dita, ma avevdo preventivamente messo un panno sopra il suo regalo per non rovinarle la sorpresa non poteva capire cosa ci fosse al di sotto

«Et voilà» esclamai in perfetto francese alzando un braccio al cielo «Se magnifique!»

Fanny abbassò le braccia con un sorriso da orecchio ad orecchio e tolse velocemente lo straccio dal contenitore. Lanciò un piccolo urletto e mi coprii le orecchie con fare sconvolto per farle notare che forse aveva gridato un po' troppo

«E fa piano, mi spacchi i timpani»

«Graziegraziegrazie!» urlò lei saltandomi addosso

Non le avevo fatto chissà quale dono, sapevo che amava terribilmente le caramelle e sapendo quanto fosse triste in quel periodo avevo deciso di regalarle un'intera confezione di squaletti gommosi, quelli che tanto adorava

«Per così poco?» le chiesi stringendola a me in un dolce abbraccio

«Era da un po' che nessuno mi faceva un regalo» ammise rattristendosi

«Bhe queste le ho fatte io con le mie mani, quindi serviti pure e dimmi cosa ne pensi»

Fanny saltò sul posto, tornò a sedersi e addentò vogliosa uno squaletto. Lo tenne qualche secondo in bocca, appoggiato tra la lingua e il palato e fece poi un gemito di approvazione

«Che buoni! Più di quelli normali!» esclamò «Cosa ci hai messo dentro?»

«È un segreto» risposi sorridente pulendo con lo straccio il mio amato coltellino svizzero

«Hai ucciso qualche altro animale?» mi chiese lei guardandomi storto e continuando a mangiare ignara di tutto «Hai di nuovo il coltello sporco»

«Qualcosa del genere» continuai togliendo con precisione le macchie di sangue dalla lama

Fece spallucce e tornò a riempirsi lo stomaco di caramelle. Non era la prima volta che mi vedeva lucidare i miei arnesi da combattimento, sapeva che amavo andare a caccia e che mi piaceva particolarmente dare il colpo di grazia quasi a mani nude. Non apprezzava questa mia strana passione perversa essendo lei un'amante della specie animale, ma accettava la mia diversità e mi faceva promettere di non esagerare con le uccisioni e di non far soffrire troppo le bestioline che andavo a massacrare

«Erik non mi scrive da un po' sai» mi confessò d'un tratto

«Davvero? Miracolo!» esclamai sarcastico

«Dici che mi lascerà in pace ora?»

«Dipende» dissi bloccando i movimenti con il braccio «Non sono sicuro che avrà voglia di riprovare a toccarti dopo la mia piccola visita. Ma se così fosse vorrà dire che ci divertiremo ancora un po' io e lui»

«L'hai visto?» squittì lei alzandosi in piedi agitata «Perché sei andato da lui?»

«Avevo bisogno dei suoi occhi. O almeno uno dei suoi occhi» sussurrai con lo sguardo cupo mentre sul mio fiso si faceva spazio un ghigno malefico

«Bisogno dei suoi occhi? Che intendi dire?» domandò lei confusa

Alzai entrambe le sopracciglia con tono beffardo, mi passai la lingua sulle labbra per poi tirarla fuori per metà lasciando intravedere il piercing di metallo, quasi in una smorfia divertita ed altezzosa

«Da dove pensi che l'abbia presa la gelatina per le caramelle?»

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