𝑰𝒍 𝒄𝒍𝒐𝒘𝒏 🤡

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A Beatrix erano sempre piaciuti i parchi divertimento fin da bambina, amava passare le giornate a fare giri sulle giostre, a tentare la sorte alle bancarelle e a prendersi frittelle e zucchero filato in quantità stratosferiche.

Io invece non avevo mai apprezzato i luna park, da piccolo ricordo di aver avuto un esperienza traumatica che mi aveva segnato così tanto da farmi dimenticare cosa fosse successo ma lasciandomi quell'irrazionale disgusto e tremolio al solo pensare di fare un giro sulla ruota panoramica.

«Non ti stai divertendo Andrew?» mi chiese Beatrix stringendomi la mano

«Nono amore, tutt'altro. Mi piace questo posto» mentii sorridendo

«Non ci casco nelle tue bugie, lo so che non ti piacciono i parchi a tema»

«D'accordo mi hai scoperto. È che preferisco di gran lunga stare a casa a leggere un buon libro»

«Lo so, però sei stato gentile ad accompagnarmi. Quando torniamo ti faccio una bellissima sorpresa, te lo prometto» disse dandomi un tenero bacio sul naso e ricevendo in cambio un dolce abbraccio e una leggera palpatina sulle natiche

Camminammo per il luna park per un paio d'ore prima che Beatrix strillò di gioia nel vedere un tendone a forma di piramide fissato in mezzo ad una piazza vuota

«O mio dio il circo! Ti prego Andrew ci andiamo?»

«N-non lo so, non sono sicuro sia...»

«Eddai ti prego per favore! Io amo il circo, ti prego» mi implorò con gli occhi lucidi

Non ero sicuro di voler entrare dentro quello strano ed inquietante telo colorato, ma Beatrix sembrava così felice all'idea di andare a vedere lo spettacolo e mi aveva fatto quel dolci occhioni da cucciolo indifeso che tanto sapevano farmi convivere di qualsiasi cosa

«Evvai!» urlò lei quando annuii rassegnato «Puoi andare a prendere i biglietti mentre io cerco un bagno? Non voglio perdermi neanche un secondo dello spettacolo»

«Come vuoi amore, vai e torna» dissi ridacchiando e lasciandola correre verso la toilette

Mi addentrai nel tendone, le luci erano spente ed era tutto buio. Non c'era l'ombra di un commesso o di una biglietteria, non c'era anima viva lì dentro.

«Permesso? Si può?» chiesi spostando un cancelletto arrugginito «La mia ragazza vorrebbe vedere lo spettacolo, come faccio a prendere il biglietto?» di nuovo nessuna risposta

Mi guardai intorno, quel posto mi sembrava fin troppo familiare eppure ero sicuro di non esserci mai stato in vita mia. Uno strano tintinnio mi fece voltare di scatto, per terra notai un paio di sonagli arrugginiti.

Mi avvicinai a passi lenti e li presi in mano, erano piccoli e dorati come quelli che si trovano sui pupazzetti per bambini. Da piccolo avevo un procione peluche con quei cosi attaccati al collo, ricordavo di averlo perso ma non sapevo quando

«Tò guarda chi è tornato a trovarmi» mormorò una rauca voce robotica in fondo al salone

Un brivido di freddo mi passò lunga la spina dorsale, lasciai cadere i sonagli a terra e guardai verso il muro in lontananza. Una figura slanciata e con dei ricci in testa si stava lentamente avvicinando a me.

Feci un paio di passi all'indietro, incapace di correre via a gambe levate per via del panico. La voce premette un pulsante accendendo un riflettore e si mise sotto l'abbagliante luce: il viso era dipinto di bianco, sugli occhi l'ombretto di colore verde e azzurro era tutto sbavato e coperto di nero a causa del mascara, il rossetto rosso era tutto storto e accentuava i suoi lunghi canini giallastri. Il suo rotondeggiante naso rosso era ancora lucido come me lo ricordavo, i suoi vestiti sgualciti dal tempo ma la sua espressione sempre la stessa

«Il mio compagno di giochi preferito» continuò l'inquietante figura pagliaccesca tirando fuori da dietro la schiena un lungo coltello arrugginito

Tremai e caddi con le ginocchia a terra, ora ricordavo perchè tanto temevo i luna park, ora ricordavo quel maledettissimo clown cannibale che fece fuori i miei compagni di classe quando avevo cinque anni. E ricordavo il mio piccolo peluche a forma di procione, che ora era infilzato in fondo alla sua tagliente lama all'altezza del cuore e aveva una scritta sulla fronte che diceva "gioca con me, Andy".

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