𝑭𝒓𝒖𝒕𝒕𝒂 𝒎𝒂𝒍𝒆𝒅𝒆𝒕𝒕𝒂🫐

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Nancy non era mai stata una ragazza particolarmente loquace, non aveva mai spiaccicato mezza parola in classe se non su esplicita richiesta dell'insegnante e quando era costretta a farlo entrava in uno stato di panico tale da farla piangere e correre in bagno disperata.

Inizialmente credevo lo facesse per attirare l'attenzione, in fondo essere l'unica ragazza in mezzo ad una classe prettamente maschile non doveva essere un'esperienza così abitudinaria per lei. Fin dai tempi delle elementari era sempre stata molto timida e molto sulle sue, non giocava mai con gli altri bambini e passava tutto il pomeriggio a leggere sotto la vecchia quercia.

Quand'ero piccolo mi chiedevo cosa ci trovasse di tanto bello in quelle assurde parole d'inchiostro stampate sulla carta, io odiavo i libri e odiavo studiare. Preferivo le materie più pratiche come motoria o arte, la matematica e l'italiano non facevano per me.

Lei invece era molto brava a scuola, per questo mi aveva stupito la sua scelta di frequentare l'indirizzo di meccanica una volta giunta alle superiori. Eravamo in classe insieme da ormai una decina d'anni, in tutto quel tempo al massimo mi aveva rivolto un sorriso o un mezzo saluto, nulla di più.

Non era il mio tipo di ragazza ideale, lei era mora e a me piacevano le rosse, non vestiva come le sue coetanee e portava ancora l'apparecchio. Tuttavia non mi sono mai permesso di prenderla in giro o di schernirla davanti agli altri.

I miei compagni spesso la chiamavano quattrocchi per via degli occhiali sul naso, criticavano le sue gonne lunghe e le nascondevano vermi e locuste nella cartella per farle un dispetto. La spingevano durante l'intervallo e le rubavano la merenda ogni giorno perchè lei era solito mangiare frutta e per quei cavernicoli era una "mangia verdure" che andava convertita al culto della carne alla brace.

Non ho mai sopportato il comportamento di quegli imbecilli, non capivo perchè dovessero prenderla così tanto in giro e farle del male in maniera così ossessiva e logorante. Avrei sempre voluto fare qualcosa per aiutare Nancy, ma la mia codardia mi aveva sempre bloccato dall'andare contro quei gradassi con tanti muscoli e niente cervello.

Confidavo però nel karma, consapevole che in un modo o nell'altro il destino avrebbe riservato loro la giusta sorte e che gliel'avrebbe fatta pagare cara per ciò che avevano fatto a quella povera ragazza.

Per questo continuavo a non capire perchè sdraiato a terra sotto la vecchia quercia ci fossi io e non loro, perchè fossi io quello con la faccia color porpora e le vie respiratorie otturate, perchè fossi io quello a cui Nancy aveva deciso di offrire delle bacche velenose e perchè mentre morivo lentamente e sofferente mi stesse guardando con gli occhi lucidi e un macabro sorrisetto perverso sul volto coperto di lentiggini.

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