𝑳𝒂 𝒔𝒃𝒐𝒓𝒏𝒊𝒂 🥃

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Serata in discoteca, ballando fino al mattino presto senza mai fermarsi, divertimento a mille, emozioni a palla. Così mi avevano descritto i loro sabato sera abitudinari, dicevano di amare queste folli serate e di sentire un senso di libertà inappagabile nel bere fino a dimenticare persino il proprio nome all'anagrafe.

Io non ero mai stata una da serata in discoteca coi tubini attillati, mi sentivo molto più a mio agio nel mio piccolo angolo di mondo, mi sentivo me stessa solo col naso fra i libri e con le coperte fin sopra le spalle. La discoteca non era esattamente il mio ambiente, la biblioteca era un luogo molto più rassicurante e tranquillo.

Eppure le mie compagne continuavano ad insistere per farmici "fare un salto" così come dicevano loro, cercavano di convincermi a vestirmi provocante come loro e di ballare su un cubo durante le serate a tema. S'erano organizzate fra di loro per tendermi una specie di agguato, per incastrarmi in una serata a tema a cui volontariamente non avrei mai deciso di andare.

Avevano studiato i miei impegni e trovato il weekend perfetto in modo tale che non avessi scusa alcuna per poter rifiutare l'invito, mi avevano comprato un vestito perfetto per la serata e avevano preventivamente chiesto a mia madre il permesso per farmi uscire.

Sembravano così carine, sembravano veramente interessate a farmi avere una di quelle famose esperienze adolescenziali che rimangono per tutta la vita. Durante le giornate scolastiche non mi parlavano quasi mai, raramente conversavamo e solo per questioni legate ai compiti o allo studio. Così ero rimasta un po' allibita quando mi chiesero di andare con loro quel giorno, mi sembrava strana quell'improvvisata faccia gentile dipinta sul volto di quelle compagne che vedevo sempre più simili a delle serpi assetate di sangue.

La sera prima della festa andai a casa di una di queste, mi preparai con loro, mi aiutarono con il trucco, la piega, la scelta del vestito. Erano veramente interessate a farmi sentire una principessa, a farmi avere quelle fantomatiche esperienze adolescenziali.

Mi passarono un drink quella notte, dicevano che mi avrebbe rilassato perchè ero un fascio di nervi, dicevano che così sarei stata più a mio agio. Dicevano tante cose, mi dissero tante bugie.

Mi mentirono, non volevano affatto aiutarmi, non mi volevano bene. Avevano solo perso una scommessa, avevano solo deciso di darmi in pasto a quelle maniacali bestie assetate di sangue che altro non fecero col mio corpo se non usarlo a loro piacimento. Quelle belve malefiche che altro non vedevano in me se non un pezzo di carne con cui poter giocare, da potersi rigirare nelle proprie mani come una pallina di gomma, come un giocattolo per bambini.

Non ricordo niente della mia prima sbornia, non ho ricordi impressi nella mente, non ho memorie di quel giorno. Ho solo dolori, dolori e sofferenze. Sofferenze che mai se ne andranno, che per sempre resteranno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 15 ⏰

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