Il nostro conscio

13 2 0
                                    

Parlando del nostro conscio, cosa è esattamente? Quando si è consapevoli, che si ha conoscenza di una cosa generica. Sono molteplici le situazioni di cui possiamo essere consapevoli, ma che a volte, la nostra mente tende a dimenticare magari per autodifesa. Come diceva Freud, parte della nostra psiche respinge esperienze traumatiche che potrebbero essere dolorose e quindi traumatiche per l'individuo. Possono riaffiorare al preconscio e al conscio solo sotto forma onirica, come i sogni, o sintomatica con numerose patologie psichiche. Purtroppo non possiamo mai essere certi di sapere tutto, più andiamo avanti nel nostro percorso, più aumentano il carico di informazioni che il nostro cervello assorbe e di cui fa un uso ben specifico, catalogandolo in base all'importanza. Se da una parte, abbiamo informazioni utili per noi, dall'altra abbiamo informazioni inutili, di cui la mente, tende a farne a meno. Da qui derivano i pensieri a priori, che si riferiscono a tutto quello che si può conoscere indipendentemente dall'esperienza, e i pensieri a posteriori, che indicano una conoscenza fondata su dei dati basati dall'esperienza. Sì può dire che le informazioni utili, formarno gli esseri umani, tramite il raccoglimento di esperienze e non, che possono persino farci del male, creando in noi, un opinione soggettiva e un animo diverso dal prossimo. Ciò genera una sorta di scudo per il cervello, che al posto di affrontare le proprie paure, decide di nasconderle nei meandri del nostro iceberg, rievocandola talvolta senza neanche riuscire a controllarla. Ogni emozione crea talmente tante cose, senza che neanche c'è ne accorgiamo. Per esempio la religione, dove troviamo speranza in qualcosa di intangibile a noi, ma che ci appare molto più vicino di quello che sembra. Oppure l'arte, che citando per esempio un grande artista come Francisco Goya, con la sua frase "Il sonno della ragione genera mostri", analizzando le sue opere, e in particolar modo "Il 3 maggio 1808", lasciano traspirare sentimenti come la crudeltà e il dolore a cui possono arrivare gli uomini. Una domanda sorge spontanea: cosa succede se l'uomo, smette di avere un opinione propria, facendosi condizionare ed usare da qualcuno che sembra superiore a lui? Succede che si ripeteranno gli anni del nazismo, dove ogni uomo appoggiava questa corrente politica, pur di acclamare le tesi di un folle come Adolf Hitler. Proprio come Arendt disse soprattutto nei confronti di Adolf Eichmann, si genera "la banalità del male", dove si fa del male, senza appunto voler effettivamente pensare di far del male l'altro. Il nostro cervello, può essere considerato un labirinto per quanto profondo e infinito appare, senza una vera via d'uscita. Ci sono talmente tante strade da percorrere, che alcune ancora adesso, sono inaccessibili persino dall'inconscio, e vanno oltre il pensiero stesso. Proprio a proposito di questo, il ricordo di qualcosa può essere risvegliato tramite numerosi eventi, gesti e molto altro, che possiamo praticare abitualmente nel corso della nostra routine. Può succedere per esempio che sentendo un odore a noi familiare, o vedere un posto che ci sembra di aver già visto, possiamo provare all'improvviso emozioni contrastanti tra il deja-vu e non solo. Non si possono contare tutti gli scherzi che la nostra testa ci procura, è non riusciamo neanche ad accorgercene per quanto siamo piccoli in confronto al nostro intelletto. Posso affermare, che tutto quello che si è scoperto fino ad ora riguardante la nostra coscienza è relativamente poco, paragonabile a delle semplici briciole. Sono dell'idea che noi umani siamo capaci di fare enormi cose, ma che non riusciamo ancora a fare effettivamente tutto col nostro cervello, per il semplice fatto che non siamo ancora riusciti ad "evolverci", per poter sfruttare a pieno la nostra mente. Non siamo ancora riusciti ad oltrepassare i limiti della morale, ed andare al di là del bene e del male. Attualmente ci troviamo in uno stato mentale talmente ristretto, che sembra impossibile da superare, ma ponendo caso ci riuscissimo, come vivrebbe l'uomo del futuro? È un discorso assai complesso da affrontare, e mi piacerebbe discuterne nei prossimi capitoli, quando si parlerà a 360° gradi del mondo, e delle future generazioni. Quello che posso dire è questo: niente è lasciato al caso. Ognuno di noi, ogni cosa esistente, se esiste, e se purtroppo è pensabile, esiste per un motivo, anche il più inutile. Qualunque esso sia, come delle macchine, assimileremo ogni informazione, ma non potremmo farlo in eterno. Arriveremo ad un punto, dove il soggetto potrebbe addirittura impazzire per le troppe memorie assorbite, diventando così, un qualcosa di irriconoscibile persino all'occhio umano.

Il solstizio della ragioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora