2. IN THE NAME OF LOVE

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- Lara pov -

Alle cinque e mezza ero già sveglia, questo perché andavo a correre ogni mattina prima di andare a scuola. Era una cosa che mi rilassava molto, che mi calmava e solo così riuscivo ad affrontare tutte le mie giornate.
Mentre correvo avevo le cuffie e stavo sentendo In the Name of Love di Martin Garrix e Bebe Rexha. Le parole della canzone scorrevano nella mia testa...

In the darkness, in the middle of the night
In the silence, when there's no one by your side
Would you call in the name of love?

Correvo a ritmo della canzone, guardavo il paesaggio intorno a me, il sole stava sorgendo e tutto il paesaggio intorno a me si risvegliava. Presto anche la città di Londra si sarebbe svegliata, i lampioni piano piano, si stavano spegnendo. Le strade si sarebbero riempite di macchine, con milioni di persone che andavano al lavoro.

Corsi per una bella oretta, arrivai a casa feci subito una doccia. Mi vestì, mi misi addosso un semplice jeans a zampa, un dolce vita e sopra una felpa oversize. Come sempre misi sugli occhi un po' di matita viola e un po' di blush.

Guardai l'orologio sul comodino e mi accorsi che avevo giusto ancora cinque minuti per fare colazione e mettere le scarpe...dovevo correre. Presi il mio zaino e uscì, scesi le scale velocemente e andai in cucina e vidi mia sorella tranquillamente fare colazione. Aprì l'armadio e indossai degli stivali. Non avevo tempo di preparare la colazione, così rubai a mia sorella la brioche che aveva in mano.

«Heyyyy quella era la mia brioche...» disse lei urlandomi.

«Hai detto bene era tua, adesso è mia...ciao» risposi uscendo di corsa da casa per andare a prendere il pullman.

Salì sul pullman e subito trovai un posto libero vicino al finestrino, mi sedetti, misi le cuffie alle orecchie e feci partire una l'album di Billie Eilish su Spotify. La prima canzone era Your Power. Mi misi comoda sul sedile, appoggiando le ginocchia sul sedile davanti a me. Mentre mi rilassavo nella melodia delicata e depressa della canzone, il mio telefono squillò, mi era appena arrivata un nuovo messaggio su Instagram. Subito toccai la notifica e scoprì che mi aveva scritto un account che non conoscevo.

Eii Ciao
Sono Jane Arias, ti scrivo per sapere quando ci vediamo per le ripetizioni di matematica...

Lessi più volte il suo nome, subito intuì chi fosse la ragazza che mi aveva scritto, forse era quella ragazza che mi aveva baciato sotto la pioggia due mesi fa. Prima di lei non avevo mai baciato una ragazza e nonostante questo, mi era piaciuto tantissimo. Sapevo già di provare attrazione per le ragazze ma non avevo mai avuto nessuna esperienza.
Ero fidanzata con Nick ormai da cinque mesi, sapevo già che presto lo avrei lasciato, non potevo continuare a fingere e a nascondere la mia omosessualità alla mia famiglia.
Andai sull'account, ma scoprì che era privato e quindi le chiesi subito l'amicizia. Ritornai sulla chat.

Ciao, se ti va possiamo incontrarci durante l'intervallo e ci accordiamo.

Risposi al suo messaggio, guardai fuori dal finestrino e mi accorsi che ero arrivata. Mi alzai dal sedile presi lo zaino, scesi dal pullman ed entrai a scuola. Mentre mi dirigevo verso l'aula, fui presa da dietro, capì subito che era Nick così mi girai e lui mi baciò. Era un semplice bacio normale, non provavo niente e io lo stavo illudendo che c'era qualcosa tra di noi. Mi ero solo messa con lui perché ero stanca di sentire i miei genitori lamentarsi che ancora non avevo un ragazzo.
Mi staccai dal bacio senza che lui sospettasse di qualcosa...fortunatamente la campanella dell'inizio delle lezioni suonò, lo salutai di fretta ed entrai in aula.

                                  ⁕⁕⁕

Accesi una sigaretta, mentre aspettavo Jane sul cortile della scuola. Dopo pochi minuti lei arrivò.

«Ciao...» disse lei appoggiandosi al muretto. La fissai, era la ragazza che ieri si era seduta in mensa. Buttai fuori il fumo dalla bocca e intuì che anche Jane si ricordava di me.

«Ciao, sei tu la ragazza che mi ha scritto su Instagram...?» chiesi mentre mi portavo la sigaretta alla bocca.

«Sì, sono io. Ho saputo dalla segreteria che mi darai ripetizioni...tu quando saresti libera?» chiese lei, spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. La stavo ancora fissando e lei se ne accorse perché arrossì. Più la guardavo e più avevo la conferma che lei era la ragazza che mi aveva baciata sotto la pioggia tre mesi fa.

«Se vuoi possiamo, già iniziare...mercoledì dopo la scuola saresti libera?» chiesi, mentre spensi la sigaretta finita e la buttai dentro un bidone.

«Sì dai..si sono libera...» rispose lei arrossendo ancora di più, evidentemente la mettevo in soggezione. Ero sicura che fosse lei la ragazza che mi aveva baciato...però mi sembrava che Jane non ricordasse niente...se no me l'avrebbe già detto no!?... forse stavo impazzendo e quella ragazza era un'altra persona.

«Non so...ma forse noi due ci siamo già viste prima di ieri...?» chiesi in ansia, lasciando la domanda sospesa e aspettando che lei dicesse qualcosa.

«No...non credo...non dimentico una ragazza così bella facilmen-» rispose lei interrompendo la frase a metà e imprecando.

Cavolo l'aveva detto veramente, lei mi trovava bella!?...

Sorrisi.

Non ero una ragazza che sorrideva spesso. Ero sempre nascosta tra i libri e non avevo amici con cui chiacchierare, erano passati ormai due mesi dall'inizio della scuola e non avevo ancora fatto amicizia con nessuno. L'unica persona che conoscevo era appunto Nick, che l'avevo conosciuto durante l'estate in un bar. Qui a scuola avevo conosciuto anche un'altra ragazza Sofia, ma non ci vedevamo spesso non avevo molti corsi in comune.

«Oh grazie...» risposi con stupore. Nessuno mi aveva mai fatto un complimento.

La campanella suonò, segno che l' intervallo era finito.

«Ciao, ci vediamo mercoledì...» le dissi, sorrisi e lei ricambiò e mi salutò anche lei con un "ciao".

Two Swings - Due AltaleneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora