> Merda, corri.
Katsuki si aggrappò ancora più saldamente al polso del folletto e lo strattonò per far sì che Izuku lo seguisse. I due intrapresero una corsa a perdifiato, fino ad uno dei primi punti fitti del bosco attorno al villaggio, ma la voce della donna, che assomigliava in modo impressionante al biondo, era sempre più forte.
> NON CREDERE CHE NON SAPPIA DOVE TI SIA NASCOSTO, BAMBOCCIO! Beccati!
Izuku gridò per lo spavento, Katsuki imprecò a denti stretti mentre tentava di nascondere il folletto agli occhi della donna, schiacciandolo fra la sua schiena ed un tronco d'albero cavo.
> Vecchia strega! Dacci un taglio e fatti i cazzi tuoi!
> È. COSÌ. CHE. PARLI. A. TUA. MADRE?!Ad ogni parola era corrisposto un colpo sulla testa del biondo, che venne poi strattonato fuori dal suo nascondiglio e lasciato cadere con culo al suolo. Ora Izuku era esposto, i capelli verdi ribelli, gli occhi grandi e luccicanti di lacrime, le gote arrossate per la corsa e le lentiggini nere a sporcargli il viso.
> Non aver paura ragazzo, non ti farò del male. Dai, esci da lì e fatti guardare.
La voce di lei era gentile, un sorriso sincero sul viso e la mano tesa per aiutare il verde. Ma tutta la sua bontà scomparve quando si accorse che l'aspetto di Izuku era proprio ciò che temeva; così si rivolse al figlio, ora in piedi e appoggiato ad un tronco lì vicino.
> UN BAMBINO! TI SEI SCELTO UN BAMBINO!? KATSUKI-
> TACI, ARPIA! Non è un ragazzino, abbiamo la stessa età, ok? Solo che sembra più giovane...La madre tacque, soppesando le parole del figlio e guardando dalla testa ai piedi il giovane che era appena uscito dal tronco dell'albero. Effettivamente il verde pareva giovane, oltremodo giovane, ma nei suoi occhi c'era l'esperienza che nemmeno una vita intera poteva darti; così la bionda aprì le braccia ed abbracciò il folletto, facendo gelare il sangue nelle vene di Katsuki.
> Che cazzo credi di fare? GIù quelle mani!
Bakugō scostò la madre e si abbassò a livello dell'orecchio di Izuku, bisbigliando solo a lui. Il fiato caldo solletticò la pelle del folletto che si fece rosata.
> Và in piazza e cerca Kirishima. Mi libero della megera e ti raggiungo. Non parlare con nessuno se non necessario, intesi?
Si scambiarono uno sguardo, che fu sufficiente a dire tutto. Izuku fece un lieve inchino alla donna e sgattaiolò via appena in tempo, appena prima che le grida dei due biondi potessero rompergli i timpani.
La piazza del villaggio era un grande spiazzo, molto più grande di quello dove i bambini si rincorrevano, ed era circondato da case; variopinte tende segnalavano gli ingressi e vecchie signore stavano ora stendendo quelli che sembravano panni puliti. Al centro della piazza c'era un enorme fuoco, alcuni giovani si alternavano a non farlo spegnere mentre altri mangiavano seduti poco lontani; dietro al fuoco si poteva vedere una specie di palco, sopra a cui c'era un'enorme sedia, simili al trono che svettava nella grande sala della Sequoia Millenaria.
Izuku riconobbe la chioma folta e rossa di Kirishima e, con coraggio ritrovato, s'incamminò deciso nella sua direzione; le ali gli solleticavano le caviglie e il mantello solleticava le ali, quel mantello così rosso che attirava l'attenzione di tutti e che fece andare di traverso il boccone che il rosso aveva in gola.> M-Midoriya?! S-Sei tu?!
> B-Buongiorno Kirishima. Ka-Katsuki mi ha detto di raggiungerti.Eijiro si alzò dal suo posto, abbandonando il piatto ancora pieno e il gruppo con cui era, si affrettò a sospingere il verde verso un'area meno affollata e ad allontanarlo dagli sguardi curiosi ed indiscreti dei suoi compagni di ronda.
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Il Principe Folletto.
FanficLa curiosità uccide il gatto; ma è una regola che vale per tutti gli animali. Un amore, per essere tale, deve essere passionale; ma quando la passione sfoga nella bramosia del possesso diventa un amore malato. Un pizzico di gelosia può ravvivare un...