7. 𝐏𝐨𝐳𝐳𝐮𝐨𝐥𝐢. (1/2)

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La sala di registrazione sembrava costare i milioni prima di trovare un'agente davvero interessato alla band.

Tradis e Nathan erano sull'astrico.

Volevano abbandonare tutto. Il tempo in cui i Sucker Punch avevano preso il volo sembrava essere finito, pareva si fossero sfracellati al suolo.

Finché non ottenerò la grazia: la fortuna di avere un manager che finalmente avrebbe ascoltato la loro musica per farli partire veramente col botto.

Thomas Raimond è un personaggio assai acclamato a Loomore, un produttore discografico che ha abbastanza carriera da poter mandare anche me a fare un tour dall'altra parte del mondo.

Ed io già è tanto se non stono sotto la doccia.

È conosciuto da tutti per il suo carattere carico di sé ed eclettico, era conosciuto anche dai migliori sul campo della musica. Era un tipo tutto strano a cui piaceva roba strana, che modificava la migliorava per farlo piacere anche agli altri.

Raimond ti rendeva appetibile per tutti. Dalla tua "forma umana", per lui potevi passare al quarto livello di Super Sayan saltando tutti i livelli inferiori.

Così aveva fatto con molti, era diventato amico di Simon Cowell quando gli One Direction erano nati e avevano successivamente spopolato. Aveva preso parte della sua fama e tra virgolette possiamo sussurrare che gliel'abbia anche rubata.

Aveva già messo gli occhi sui miei amici, era lo stesso giorno in cui avevo incontrato io i ragazzi. Vuoi la fortuna o no, però, Raimond non aveva fatto un passo verso di loro.

Fin quando non ritornò in città qualche tempo più tardi, ascoltando tutti i brani che Nathan e Tradis.

I ragazzi avevano da offrire più di ventidue brani ed aveva deciso: avevano un disco.

“What's goin’on“ era stato chiamato, e, registrando – una seconda volta — i pezzi, togliendo e mettendo qua e là era uscito su tutte le piattaforme.

Seppur era difficile diventare famosi, Raimond aveva i suoi agganci. Aveva detto ai miei ragazzi:

«Voi avete più possibilità di tutti gli altri: siete carini, non siete neanche dei barboni. E... avete me al vostro fianco!»

Ed in effetti aveva ragione, il disco "What's goin’on" aveva sforato le classifiche di Spotify, Thomas aveva richiamato Tradis e Nathan.

Per comunicargli qualcosa che purtroppo io non avevo potuto sentire.

Nathan aveva abbandonato l'armadio a metà corridoio del piano inferiore del nostro appartamento, dopo cinque minuti dalla mia uscita di scena e dopo due secondi dalla chiamata di Thomas Raimond la stessa mattina.

Tradis gli aveva chiesto di aspettare ma non c'era stato nulla da fare.

Nathan sembrava iperattivo, non sapeva cosa prendere per primo.

Correva senza sosta su e giù per l'appartamento, raffazzonando roba e buttandole a caso per la camera pur di trovare le chiavi dell'auto. Tradis si arrese al disordine e trovò per primo le chiavi.

«Nate almeno mettiamolo-»

Un interruzione deviata dalla porta che sbatteva. Nate era già fuori, davanti alla macchina che aspettava il migliore amico. Impaziente di sapere.

Mi avevano avvertito che Thomas Raimond trovava non solo affascinanti i due ragazzi, dal sorriso smagliante, entrambi con gli occhi chiari da poter sembrare fratelli ma sembrava che per lui la voce di Tradis fosse angelica. Quasi eccitante.

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