had he protected me?

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Mi chiesi come poteva un essere umano provocare dolore a qualcuno  di esattamente uguale a lui.
Rachel Anderson

Rachel
Io e le ragazze per festeggiare decidemmo di andare al coffee room.

Doveva essere un luogo tranquillo in cui bere e fare merenda in compagnia, mi avevano spiegato.

Mentirei se ci dicessi che non sono felice del posto da cheerleader che ho ottenuto,
sono entusiasta
e orgogliosa,
ma allo stesso tempo angosciata.
Avevo un grosso incarico,
qualcosa da portare a termine.
Di lì a breve sarei dovuta essere io colei che organizza le coreografie e coordina le esibizioni.
I vestiti  saranno sotto mia cura e così tantissime altre cose.

"Occhioni blu che ne dici se andiamo adesso al coffee room?
Mi chiese Janette.
In quella scuola tutti sembravano non apprezzare il mio nome cambiandolo con qualche altro nomignolo.
Dylan ad esempio, che mi chiamava bambolina o pantera certe volte,
sorrisi a quel pensiero.

"Certo andiamo, vado a cambiarmi".

Dissi alle ragazze che sarei tornata presto, e mi diressi agli spogliatoi lasciando loro negli spalti del campo da basket.

Camminai assaporando tutta l'aria estiva,
quell'aria che fra pochi mesi non avrei più sentito,
mi sarebbe mancata tantissimo. Io amavo l'estate,
in quella stagione io e miei genitori in passato partivamo sempre,
mia mamma amava la spiaggia,
e mi aveva conferito quella passione.

Ero davanti alle porte degli spogliatoi femminili quando vidi una sagoma uscire dalle stanze con le luci spente.
Le aveva spente poco prima Sarah, perché noi eravamo andate via da lì.

Presto mi accorsi che non era solo una sagoma ad uscire ma ben quattro.

Più i loro passi si facevano vicini, più io diventai confusa.

Ma presto capii.
Era Ashley, con altre tre ragazze dietro.

Erano tutte perfette.
Chi con qualche gonna, e chi con succinti pantaloni di jeans.

Ashley, che sembrava guidare tutte le altre, si avvicinò sempre di più a me.

"Che ne dici se entriamo negli spogliatoi e parliamo un po?" mi chiese lei, con occhi da gattina ferita,
ma avevo intuito che in lei c'era qualcosa che non andava in quel momento,
era circondata da un aureola di vendetta.
E se fossi stata io sotto il suo mirino?

"Veramente devo andare ma se vuoi.."
Cercai di rispondere io

Lei si avvicinò sempre di più fino a intrappolare il mio polso nelle sue mani stingendolo sempre di più.

Iniziò a bruciare.

Gli occhi della ragazza che avevo visto poco fa scomparvero e furono sostituiti da un espressione inviperita.

Sembrava volermi sbranare.

"Ma cosa fai?" Domandai spaventata,
in un attimo di follia però la spinsi allontanandola dal mio corpo.

Lei venne di nuovo verso di me
"Tu non hai capito Cenerentola devi allontanarti da ciò che mi appartiene"

Disse lei tirandomi un sonoro schiaffo sulla  guancia che iniziò a bruciare,
l'accarezzai delicatamente cercando di lenire il dolore.

Poi vidi le ragazze dietro Ashley ridere,
e tutta la pace interiore che sembravo aver conquistato si sgretolò.

Alla vista di ciò che mi era successo, ritornai con la mente Indietro,

quello mi sembrava un episodio di una lunga serie che avevo già visto.
Rivissi tutto, e bastò solo uno schiaffo.

LE PRESE IN GIRO,  I <<SEI GRASSA>>, LE RISATE DEI BAMBINI VERSO DI ME, GLI SGUARDI IMPOTENTI DI CHI MI VOLEVA PROTEGGERE, E INFINE I SENSI DI COLPA PER CIÒ CHE MI ACCADEVA.

A new start (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora