Rachel
Quella lezione,
La prima lezione dell'anno era andata nei modi meno previsti. Dylan, quel ragazzo di cui non sapevo nulla mi aveva fatta rimproverare e aveva deciso di infastidirmi...
è vero, ma per la prima volta qualcosa era andato fuori dagli schiemi. Eh sì...un poco..ma dico un poco mi era piaciuto.Dovetti passeggiare nei corridoi con il ricordo di quegli occhi verdi impressi nella mente, dovevo andare a ritirare le chiavi del mio armadietto per posare i nuovi libri.
Feci una tappa in bagno, perché avevo un bisogno urgente.
Feci molta fatica a trovarla.. per fortuna che i mio soccorso era venuta la piantina della scuola.Curiosai tra gli armadietti e mi soffermai a guardare i miei nuovi compagni.
Ammirai le foto degli anni precedenti.Alcune ritraevano i ballo di fine anno, a cui io non avevo mai avuto il piacere di partecipare perché nel piccolo quartiere in cui vivevo quando stavo ad Alexandria non era comune che le scuole celebrassero questa occasione e poi la mia era una scuola privata, il quale solo obbiettivo era avere alunni impeccabili.
Così impeccabili che avevo dimenticato cosa volesse dire essere liberi dallo studio e passare un pomeriggio sul divano a vedere un semplice film su Netflix.
Dovetti impegnarmi molto per non lasciarmi andare ancora a quei pensieri e tra le molte foto ne individuai una..molto particolare, in realtà era il ragazzo in mezzo che reggeva una medaglia sorridendo a rendere la foto molto bella.
La maglia con il numero 10 evidenziava il suo busto muscoloso, il braccio destro possente era teso verso l'alto in segno di vittoria mentre nel collo dove traboccavano le vene vi era una medaglia.
Le labbra carnose erano piegate in un sorriso che lasciava intravedere i denti perfettamente bianchi e poi..quegli occhi smeraldo...che avevano incrociato i miei poco prima.
Pensai si trattasse di un campionato della squadra di basket della scuola.
Era,sorridente, aveva due occhi che sprigionavano felicità da tutti i pori, non quelli enigmatici e sospettosi che avevo incontrato poco prima.
Doveva essere la sua passione, lo rendeva tanto entusiasta e orgoglioso constatai.
Anche io in un mondo monotono avevo trovato la mia passione, era cresciuta con me, o forse ero io ad essere cresciuta grazie a lei e a come mi rendesse una persona migliore.
Si trattava della danza, il latino americano più precisamente.
Ero cresciuta in quell'ambiente e avevo iniziato a fare le mie prime gare grazie alla mia insegnante, proprietaria della vecchia scuola di ballo a cui andavo.
Riteneva che ero piuttosto portata , e a sostegno di ciò c'erano gli svariati primi posti che avevo ottenuto in gara.
Quando a scuola mi facevano i dispetti io mi rifugiavo il pomeriggio nei passi di danza che più mi piacevano e le scarpe con il tacco tipiche delle danze latino americane mi facevano sentire vincente.
Quel potere che avevano su di me piano piano era iniziato a scemare fino a diventare nullo.
Avevo perso la sicurezza per indossare quegli abiti stretti pieni di frange che fasciavano ogni parte del mio corpo, avevo iniziato ad aver bisogno di digiunare per permettermi di indossarlo, e così avevo perso il coraggio per affrontare una gara di ballo.
Un mostro si era appropriato di me, un mostro invisibile con cui ancora lotto.
Avevo lasciato il mio sport per qualcosa che non potevo controllare in prima media, e ogni giorno me ne pentivo di più.
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A new start (In revisione)
RomantizmDal testo: > Rachel Anderson si è appena trasferita a New York. È al 4 anno del liceo, ormai reduce da eventi che hanno segnato negativamente la sua vita non si aspetta nulla dalla nuova scuola e dalla sua nuova vita, soprattutto dopo la morte del...