it's easier to act than not to want you

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"Forse dovresti domandarti se stai scappando da qualcosa che non vuoi o da qualcosa che hai paura di volere"
John Blauer

Janette

Una fioca luce mi fece stropicciare gli occhi, e quando li aprii ciò che vidi fu una parete bianca e un cuscino più tosto duro.

Un odore di pulito mi travolse completamente, facendomi accoccolare ancora di più nel letto in cui mi trovavo.
Mi sembrava di essere a casa, ma non in senso fisico, mi sembrava di essere serena e beatamente addormentata.

Ero ancora assonnata perciò alzai le mie braccia verso l'alto con l'intento di stiracchiarmi.

<<Ahi>> sentii dire a una voce completamente impastata per il sonno.

Alzai lo sguardo e non mi fu difficile capire in che situazione mi trovavo.
Nel vedere la figura accanto a me mi sembrò di ricevere un secchio d'acqua gelida in pieno volto.

<<Oddio, scusami>> dissi io, improvvisamente sconvolta.

Cercai di ricordare la notte precedente, un indizio che mi desse la risposta al perché mi trovavo prorpio con Ryan.
Inoltre il cuscino in cui credevo di aver appoggiato la mia testa in realtà era il suo petto.

Le sue braccia mi avvolgevano completamente, fungendo da coperta.

Mi sentivo protetta e al sicuro ma fu la stranezza di quelle vecchie sensazioni a causare un indietreggiamento del mio corpo verso la spalliera.

Osservai Ryan che mi guardava come imbalsamato,
incuriosito dalla mia improvvisa ritrosia.

Percepii ben presto il distacco con il suo calore corporeo, ma fu quando riscontrai le sue familiari iridi azzurre che ricordai qualcosa della sera precedente.

La sera prima

<<Andiamo in qualche altro party>> esclamai

<< non se ne parla, devi riprenderti prima>> rispose Ryan con tono indulgente.

<<Pensi che basterà affogare i tuoi dispiaceri in un cocktail?>> aggiunse lui, come se mi volesse rimproverare.

Ma in verità quello era proprio mio intento, ma perché Ryan doveva contraddirmi?

<<meglio che starmene a piangere, sicuro>> controbbattei io, sperando che cedesse al mio volere.

<<ti porto a casa mia Janette, ti assicuro che non hai bisogno di un party per riprenderti>>

Adesso

<<Janette, è tutto apposto?>> mi domandò lui preoccupato.

<<Si si, è okay>> cercai di risolvere la situazione imbarazzante che si era creata.

<< In realtà il mio stomaco sta morendo di fame>> svelai mentre mi portavo una mano nell'addome nel vano tentativo di attutire i crampi di fame.

Un sorriso divertito si fece strada nel suo volto.

<<C'è un bar vicino casa mia. Passiamo a fare colazione?>>mi domandò mentre si rialzava dal letto.

<<Mi sembra un ottima idea>> risposi entusiasta della sua proposta.

<<Okay, io scendo di sotto a lavarmi tu preparati pure>> annunciò lui dirigendosi verso la porta.

Prima che scomparisse dietro l'uscio io mi soffermai a guardare che non era più il bambino di 4 anni prima, adesso era alto e muscoloso, con un ciuffo biondo che gli conferiva un aria angelica,
ma adesso gli ricadeva totalmente scombinato sulla fronte.

A new start (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora