bad memories

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Sandy

Se mi dovessero chiedere se l'ho superata probabilmente risponderei di si,
ma la verità è che non c'era mai stato nulla da superare.

Mi ero illusa che lui potesse provare qualcosa per me, e che la mia migliore amica rispettasse i miei sentimenti.

Tutto poi era andato all'aria.

Dylan era ricercato, tutta la scuola andava dietro i suoi giochetti.

Nessuna aveva il potere di rubargli il cuore.

La verità era che non mi faceva male lui adesso,

il pensiero di non poterlo avere non mi recava più sofferenza,

ma ciò che avevo perso per le mie illusioni con lui si..

Avevo perso la mia migliore amica.
Ci eravamo abbandonate per un ragazzo che non voleva nessuna delle due.

Ma se è vera amicizia ci si ritrova no?
Forse noi non eravamo destinata ad esserlo.

Confessai quelle verità a Rachel per farle sapere che Dylan non era il principe azzurro,
era l'incantesimo che ti stregava e poi ti rigettava,
un incantesimo con una data di scadenza, oltre la quale lui sarebbe stato solo un ricordo.

Perché ?mi chiedevo.
Ma ormai non importava.
Era rancore ciò che provavo per lui.

Ma Rachel era così delicata che un uragano come Dylan l'avrebbe potuta marchiare a vita.

Io mi sentivo oramai condannata da quella scuola e dai suoi ricordi,
ma occhioni blu, così detta da Janette, era una mia amica adesso,
e se non ero riuscita a preservare me stessa avrei tenuto lontano il suo cuore da Dylan.

Non volevo perdere qualcun altro.

Quando le lacrime mi assalirono decisi di fuggire dalle mie amiche che rispettarono i miei spazi perché Sarah e Janette sapevano che avevo bisogno di isolarmi a volte,solo quando ero troppo arrabbiata.

Respirai profondamente, e rilassai i muscoli.
Non stavo piangendo,
non l'avrei mai fatto.
Ero acida fredda e distaccata perché le uniche due persone con cui non lo ero stata mi avevano strappato un pezzo di cuore,
lasciando un vuoto colmato solo dalla malinconia.
Ma poi la malinconia si era cicatrizza e non restava che rabbia e disillusione.

Ero una stronza si.
Ma perché nessuno si chiedeva il perché?
Forse ero io che sbagliavo a pormi quelle domande ma una parte di me sapeva che ero cambiata dal primo anno,
io non mi riconoscevo più.

Ero consapevole di aver sbagliato a pensare che quel ragazzo così bello, il classico capitano di basket potesse innamorarsi di me,

lui non mi aveva dato ne modo ne motivi per crederlo.

Quando il mio malessere si regolarizzò decisi di tornare dalle ragazze.

ma non appena mi girai,

sentii una voce rauca che mi chiamò,

non mi girai ma rimasi ad ascoltare.

<<Devi stare attenta capito? Ashley la vuole fuori, l'ho capito da come la guarda>> mi voltai perché captai l'importanza della situazione.

Avevo già capito chi fosse. La sua voce era inconfondibile.

Era Dylan, in tutta la sua imponenza.

<< e tanto per capire, a te che importa?>> gli chiesi io in modo spregevole.

Avevo ormai assunto un'aria di sfida.
Tenevo le braccia conserte, ma non gli avrei mai trasmesso timore. Era un fascio di muscoli e addominali, che quella t-shirt fasciava divinamente.

Era più un' affermazione che una domanda la mia, ma provavo così tanto risentimento verso di lui che lo avrei voluto prendere a pugni,

anche se la metà della colpa era mia molto probabilmente. Tuttavia quando vidi che era ubriaco da far schifo,

anche se quell'aggettivo non poteva di certo descrivere la sua bellezza mozzafiato, mi addolcii. Era uno dei suoi giorni bui..quelli dove non riusciva a respirare normalmente perchè i ricordi gli affollavano la mente.

Era semplicemente Dylan.

<< tu non hai capito. A me di quella ragazzina nuova non me ne fotte un cazzo, ma mi sembra troppo innocente per farla entrare nelle grinfie di quella stronza number one>>

era vero Ashley era un stronza di prima classe, ma che di lei non gliene fregasse nulla non era assolutamente vero.

Non era il tipico ragazzo che si interessava di chiunque per carità.

<<hai ragione, provvedo io>> cercai di rassicurarlo.

Ma solo quando vidi la sua andatura barcollante andare via lo richiamai.

<< tu non fare cazzate Dylan, va da Ryan>> conclusi io.

Quei due erano come fratelli, non c'era una volta che uno fosse stato assente per i problemi dell'altro.

<< e tu fatti una manciata di cazzi tuoi>>

andò via, i suoi muscoli prorompenti a quelle parole appena pronunciate si rilassarono, come se volesse dirmi quella frase da parecchio.

Respirai pesantemente e rientrai rassegnata.

Da sempre e per sempre uno stronzo senza fine.

Ho deciso di introdurvi quella che è Sandy, con un pov abbastanza breve

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Ho deciso di introdurvi quella che è Sandy, con un pov abbastanza breve.
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