Prologo

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Charles Leclerc

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Charles Leclerc

Almeno una volta nella vita, maggiormente nel periodo della nostra infanzia o adolescenza, quando arrivava Natale, Capodanno, Pasqua o qualsiasi altra festività, ognuno dei nostri genitori riceveva una chiamata dai proprio amici. Amici che noi fin da piccoli venivano essere incoraggiati a definire 'zii'. E nessun figlio poteva mettersi in salvo quando dal proprio genitore veniva pronunciata quella fatidica frase: "Vieni al telefono, c'è la 'zia' che vuole salutarti".

Di malavoglia, smettevamo di fare ciò in cui eravamo impegnati, che fosse giocare o quant'altro e ubbidivamo agli ordini dei nostri genitori.

Ogni anno le conversazioni con questi famosi zii erano sempre uguali. Noi ce ne stavamo con la faccia imbronciata e il telefono all'orecchio mentre ci veniva chiesto come stessimo, quanti anni avessimo ora, come andasse la scuola e se avevamo finalmente portato a casa una fidanzatina.

Proprio come le domande, le risposte erano sempre le stesse: sto bene, sono un anno più grande dello scorso anno, a scuola va tutto bene e non ce nessuna fidanzatina. La telefonata si concludeva poi con gli auguri e si ritornava a fare quel che stavamo facendo in precedenza.

Bene. Con la consapevolezza di ciò che avete letto, voglio che ora vi mettiate nei miei panni. Voi da ora in poi siete me, Charles Leclerc.

Un uomo adulto, vicino ai ventisette anni. Un uomo bello. Un uomo dai tanti passatempi, come: padel, pianoforte, calcio, scii, moda, il gelato...

Un pilota di formula1. Un pilota della Scuderia Ferrari. Un ex vice-campione del mondo.

Ora voglio che immaginiate di vivere nel Principato di Monaco. Vivete da soli, in un appartamento molto confortevole nel centro del Principato. È luglio, siete soli in casa, insieme al vostro cane, e vi state godendo la settimana di riposo che è stata concessa tra il Gran Premio di Silvestrone e quello dell'Ungheria.

Mentre vivete tranquillamente la vostra giornata, sentite il campanello di casa suonare. Chi potrà mai essere? Andrea, il vostro preparatore atletico? Joris, uno dei vostri più cari amici? Max Verstappen, un vostro 'collega' di lavoro?

Nah, Max Verstappen non verrebbe mai a bussare alla mia porta.

Incuriositi, ovviamente vi recate verso la vostra porta di casa e la aprite. È la famosa zia. La stessa zia di cui non ne volevate sapere mai niente, ma con cui invece eravate sempre obbligati a parlare. Immaginate di aprire la porta di casa e ritrovarvi dinanzi l'amica di vostra madre. Senza dubbio avete la testa che gira più di un frullatore elettrico.

Perfetto, siete riusciti ad immaginare tutto fino a questo punto? Perché ora ho davvero bisogno della vostra massima attenzione.

Immaginate di essere sempre me, sulla soglia di casa, con un espressione al quanto confusa e con la bocca socchiusa, morente di qualche parola da poter dire in merito alla situazione.

Immaginate poi, di sentirvi dire una frase. Un frase strana, assurda, particolare. Una di quelle frasi che mai avreste pensato di poter sentire nella vostra vita: «Charles, devi sposare mia figlia».

 Una di quelle frasi che mai avreste pensato di poter sentire nella vostra vita: «Charles, devi sposare mia figlia»

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Beh, che dire...
Benvenuti in questa nuova avventura..✨

Lo voglio || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora