10) «Voglio dormire con te Francesca, posso dormire con te o no?!»

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P A R T E 1

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P A R T E 1

"É meglio perdere il tuo orgoglio per qualcuno che ami piuttosto che perdere qualcuno che ami per il tuo inutile orgoglio"

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"É meglio perdere il tuo orgoglio per qualcuno che ami piuttosto che perdere qualcuno che ami per il tuo inutile orgoglio".

Sophie Garcia

«...Scusa papà. Ti voglio bene, Francesca».

Me ne stavo con la schiena dritta e la testa alta mentre mio marito richiudeva la lettera che gli era arrivata per posta da sua figlia. Francesca aveva svolto perfettamente il suo lavoro. Aveva scritto a suo padre una lettera breve e coincisa, dove lo informava di non voler sposare quell'uomo, di essere scappata via e di aver già celebrato un matrimonio con un altro uomo. Aveva poi concluso la sua lettera con delle scuse, e rassicurato suo padre che lo volesse bene. Infondo quella era la verità. Anche se Vincent stesse per darla in sposa contro la sua volontà, Francesca voleva comunque bene a suo padre. Così come io continuavo ad amarlo.

«É scappata, con un altro uomo». Non mossi un muscolo nel momento in cui Vincent accartocciò la lettera di sua figlia e la buttò nel camino del suo ufficio, nonostante il fuoco fosse spento. A differenza mia che me ne stavo dritta e composta, lui se ne stava poggiato sulla scrivania con le braccia incrociate e lo sguardo perso. «Come ha fatto a fare tutto da sola?».

«Non hai niente da dire al riguardo?». Rimasi immobile quando i suoi occhi si alzarono rabbiosi su di me, ma non ebbi paura. Vincent non avrebbe mai osato farmi del male, a prescindere da ciò che combinassi. Era una cosa che portava con se fin dal giorno in cui ci eravamo incontrati. Questo di certo non lo rendeva un uomo debole, tutt'altro. Era rispettoso nei confronti della donna che amava. Eccetto quando prendeva scelte del cazzo. «Perché ho come la sensazione che ci sia il tuo zampino?».

«Credevi davvero che avrei dato mia figlia in sposa a quell'uomo?». Chinai la testa di lato facendo ondeggiare la mia coda di capelli. Gli tenni testa, proprio come facevo ogni volta, e non mi preoccupai quando lo vidi avvicinarsi a me a piccoli passi.

«Tu non hai poter-».

«L'ho fatta scappare io». Zittii mio marito con una sola frase. Vincent era a conoscenza di quanto io fossi contraria a quel matrimonio. Inizialmente, quando Francesca era andata via, non aveva mostrato nessun tipo di preoccupazione, visto che credeva che sua figlia fosse in viaggio con delle amiche. Ma quando erano iniziati a passare troppi giorni, troppe settimane, i suoi sospetti erano cresciuti sempre di più. Fino a quando non era poi arrivata quella lettera. «Lei non è la tua merce di scambio».

Lo voglio || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora