P A R T E 2
"Se hai paura di amare qualcuno è proprio con quel qualcuno che devi stare".
Charles Leclerc
Nessuno poteva comprendere il dolore di una persona se quel dolore non era stato provato sulla propria pelle, eppure, nel momento in cui Francesca fece accendere la schermata del suo telefono, mostrandomi il suo sfondo, capii in qualche modo che anche lei avesse provato il mio stesso tipo di dolore. E sembrava essere pronta a raccontarmelo.
«Si chiamava Steve, era mio cugino». I miei occhi saettarono un'ultima volta sul volto sorridente del ragazzo prima che la schermata del telefono potesse chiudersi. Francesca se ne stava rivolta con lo sguardo verso la finestra mentre parlava. «Noi amavamo correre». Un sorriso le comparì sul volto a quella frase, nonostante dai suoi occhi stessero cascando lacrime e la sua voce fosse tremolante. «Ogni weekend gareggiavamo illegalmente in delle gare clandestine. Steve guidava ed io ero al suo fianco sempre, in ogni gara. Ci sembrava un po' di vivere in fast and furious, eravamo imbattibili. La mia vita era fantastica Charles, adoravo mio cugino, adoravo stare in macchina. Il sesso con Théodore era pazzesco. Avevo una compagnia di amici splendida. Però poi tutto si è spento». Evitai di concentrami fin troppo alla frase "Il sesso con Théodore era pazzesco" e non proferii parola, facendo in modo che potesse continuare a sfogarsi.
«Era una sera di ottobre, si gelava. Quella sera Steve aveva una corsa importante, era una sfida a cui tutti non vedevano l'ora di assistere. Ma sulla città era sceso un forte temporale, la pioggia stava iniziando ad allagare le strade, i tuoni erano assordanti. Sono subito stata invasa da una brutta sensazione. Io e Steve avevamo già corso con la pioggia, ma quella sera era diverso». Sentii un nodo stringermi tremendamente la gola, e l'immagine di Jules mi comparì immediatamente dinanzi agli occhi. «Io ci ho provato Charles. L'ho pregato di non salire in macchina, l'ho fatto con le lacrime agli occhi, ma lui non mi ha dato ascolto. Steve non aveva paura di correre, ma io avevo fin troppa paura di lasciarlo andare in macchina da solo, quindi l'ho seguito».
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Lo voglio || Charles Leclerc
RomanceAlmeno una volta nella vita, quando arrivava Natale o qualsiasi altra festività, ognuno dei nostri genitori riceveva una chiamata dai proprio amici. E nessun figlio poteva mettersi in salvo quando dal proprio genitore veniva pronunciata la fatidica...