"Ci sono persone a cui basta uno sguardo per leggerti nel cuore".
Charles Leclerc
L'Ungheria. Un tracciato situato su un terreno polveroso. Un tracciato molto sporco e difficile da utilizzare al di fuori delle traiettorie prestabilite che a sua volta rendono difficile tentare sorpassi. Una distrazione perfetta per portare la mia mente ben lontana dalla realtà che stavo vivendo in quel momento. Stavo per sposarmi, a ventisei anni, con una completa sconosciuta.
Mancavano ormai quattro giorni al matrimonio ed ero riuscito a pensare a tutto il necessario in un tempo record. Avevo fatto stampare le partecipazioni, avevo scelto il ristorante, avevo comprato il vestito. Lorenzo si era occupato delle fedi. Arthur si era offerto di accompagnare Francesca all'altare e inoltre la mia sposa aveva proposto a mia - nostra - cognata di farle da testimone. Ci avevo ragionato davvero sul far portare le fedi a Leo, ma credevo fosse una cosa fin troppo rischiosa.
Per quanto riguardava i miei amici e il resto dei pochi invitati, loro avevano avuto enormi dubbi. Joris, Andrea, Riccardo, Marta... Proprio non riuscivano a prendermi sul serio quando mi sono presentato a loro con una partecipazione. Avevo fornito loro la stessa scusa che io e la mia futura sposa avevamo inventato il giorno del nostro primo incontro. Ma i miei amici erano comunque a conoscenza del rapporto che avevo avuto con Chloé. Era tutto un gran casino.
E come loro non ci credevano, anche i due piloti che ora si trovavano dinanzi a me erano abbastanza scettici sulla questione.
Carlos fece rigirare più e più volte la partecipazione che gli avevo posto poco attimi prima, mentre Pierre mi guardava con il volto sbiancato e la bocca socchiusa. «Ci stai prendendo in giro cabròn?» .
Mi morsi l'interno guancia e mi sforzai di non deglutire a quella domanda. «No». Sembrava una presa per il culo a tutti gli effetti, ma purtroppo non lo era.
«Quindi ti sposi, tra quattro giorni» iniziò Pierre con tagliente sarcasmo nel suo tono di voce, quasi a volermi prendere in giro «Con..» riaprì la partecipazione e lesse il nome della mia sposa «Francesca Garcia?».
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Lo voglio || Charles Leclerc
RomansaAlmeno una volta nella vita, quando arrivava Natale o qualsiasi altra festività, ognuno dei nostri genitori riceveva una chiamata dai proprio amici. E nessun figlio poteva mettersi in salvo quando dal proprio genitore veniva pronunciata la fatidica...