Prologo

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La notte era nel pieno della sua bellezza, rivelando nel suo manto scuro il cuore pulsante della luna. Nessun rumore esterno giungeva alle orecchie della ragazza, sembrava quasi che lo stesso vento avesse paura di soffiare e disturbare la dea che illuminava quel paesaggio irreale.

Matilde quella notte non riusciva a dormire, sapeva che il motivo era la primavera di una nuova vita che si stava rivelando davanti a lei. Era spaventata e distante da tutto quello che prima definiva casa, trovandosi a dover ricreare un significato di quella parola; solo che in quel momento le sembrava talmente impossibile che risultava anche demotivante.

Dopo estenuanti torture dedicate al suo labbro, decise di spegnere la tv che fino a prima dava un programma televisivo ad un volume bassissimo così da poter uscire in terrazzo. Si sedette sulla poltrona di vimini, per poi accendersi una sigaretta e lasciare che quell'odore pungente le solleticasse le narici. All'improvviso quel silenzio assordante venne interrotto da una melodia che veniva dall'appartamento sopra al suo. Sembrava essere la base di una canzone malinconica dettata dal ritmo di una chitarra elettrica; la incuriosì parecchio portandola a fermare ogni movimento del proprio corpo per poter ascoltare quel suono che arrivava ovattato e distante. Si chiese quali sentimenti celasse e cosa avesse spinto il suo inquilino a suonare nel mezzo di una nottata di una domenica qualunque.Matilde, rimase immersa nei propri pensieri, lasciando la sigaretta fumarsi da sola. Pensò a quanto volesse imparare a suonare la chitarra ed esternare i propri sentimenti in quella maniera tanto sublime. Pensò alla primavera che nasceva grazie alla carezza di quella melodia. Al modo nel quale gli stava regalando sensazioni nuove, come un immenso calore all'altezza del cuore; sembrava un calore ricco di comprensione, come se la melodia e il proprio cuore stessero comunicando tra loro.
Rimase senza fiato. Proprio lei, che non si emozionava ormai da molto tempo, davanti a tale melodia lo fece. Non lo fece con gli occhi, con le lacrime e i sospiri, ma si emozionò con il cuore che tremava e si avvinghiava alle note, come se le conoscesse già a memoria.
La melodia si ripeteva incessantemente, come se qualcuno volesse scriverci sopra un testo, partendo solamente da quel ritmo quasi metallico. Percepiva la malinconia, il desiderio di riscatto che emanava. Si sentiva quasi sopraffatta lei stessa, come se ne potesse essere lei l'autrice.

Poi, come era iniziata, la canzone terminò. Tornò il silenzio, lasciando come un vuoto all'interno del suo cuore, una sensazione di confusione mista alla voglia di ottenere risposte alla curiosità che si era popolata dentro di lei.

Quando constatò che quella melodia non sarebbe ricominciata, lasciò cadere la sigaretta all'interno del posacenere ai suoi piedi e tornò dentro. Cercò di coricarsi a letto nella speranza di riuscire finalmente a prendere sonno, però sapeva che non sarebbe stato facile a causa dei pensieri e delle domande che le stavano popolando la mente.

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Andrea LocciFaster

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Andrea Locci
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Matilde Sandri

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Matilde Sandri

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