«Se mi ami davvero, percorri il tuo sentiero e non voltarti mai
Mai, per sempre vivremo sotto lo stesso cielo
e mi chiederò dove sei...»La voce del ragazzo era l'unico rumore nella stanza. Matilde non aveva coraggio di parlare, si limitava a scrivere frase dopo frase adattando le idee di entrambi.
Quando lo sentì finire di ripetere l'ultima strofa si sentì improvvisamente svuotata di qualcosa che nemmeno sapeva spiegare. Sembrava quasi che, quella canzone, le avesse rovistato all'interno fino a portarsi via qualsiasi cosa avesse dentro di sé. Non seppe darsi un motivo dell'incredibile tristezza e stanchezza che l'afflissero, ma si sentì quasi costretta a levare il disturbo e a non rimettere più piede in quell'appartamento.
Gli aveva lasciato in mano una parte di sé, un sentimento celato che nemmeno lei aveva il coraggio di affrontare, ma in quel momento lo aveva fatto. Era successo talmente velocemente, che nemmeno si era accorta che al di là del terrazzo l'alba stesse facendo capolino; i primi uccellini avevano iniziato a cinguettare e, improvvisamente, il mondo si risvegliò dal magico silenzio notturno.
«Penso sia perfetta» disse riscoprendo la propria voce.
Era cauta, calma, quasi vuota. Se ne stupì lei stessa e non sapeva descrivere cosa non andasse.
«Lo penso anche io. Come la intitoliamo?» chiese lui chiudendo il file sul quale aveva trascritto l'intero testo. «Dove sei» sussurrò Matilde, osservando come lui stesso rinominasse il file, che fino a prima portava il nome di Oniro.
«Credo di doverti ringraziare..» lo vide scuotere la testa con fare quasi sconvolto. «Temo di non sapere ancora il tuo nome.»Matilde si rese conto solo in quel momento di come avessero passato l'intera nottata insieme, senza nemmeno sapere uno il nome dell'altro. Forse era stato proprio quel dettaglio a permettergli di scrivere quel testo, così ricco di sentimenti condivisi e rimorsi passati.
«Mi chiamo Matilde» disse semplicemente accennandogli un sorriso flebile, quasi timido.
«Oh, io sono Andrea» ricambiò il sorriso e improvvisamente a Matilde un tremolio percorse l'intero corpo. Il suo testo era nelle mani di un ragazzo corvino, dallo sguardo brutale e la voce incrinata da un passato che profumava di amaro, di nome Andrea.Ora tutto aveva un colore e un nome differente. Si sentì definitivamente nuda.
«Come mai scrivi la notte?» gli chiese con fare completamente ingenuo. Come lei si era spogliata in quel modo davanti a lui, voleva che lui stesso facesse la stessa cosa in modo da arrivare ad una parità emotiva che rendesse Matilde più consapevole.
Non ottenne, però, ciò che voleva.
«Sono semplicemente più tranquillo. Non ho nulla che interrompe» lo disse con fare convinto, ma Matilde sapeva che al di sotto si celava qualcosa di diverso, più intimo e catastrofico.«Ma ritengo di poterti rivolgere la stessa domanda» lei scosse la testa lasciandosi sfuggire una risata. «La risposta è stupidamente scontata» rispose giocando alla stessa maniera.
«Non lo è se te lo chiedo.»Era incredibile il modo nel quale lui sapesse risultare convincente con un solo sguardo. A Matilde apparse quasi come un buon custode per i propri segreti, qualcuno di cui fidarsi e a cui lasciare tra le mani i propri tormenti.
«Semplicemente cerco di rendere parole ciò che non mi lascia dormire la notte. Trascrivo parole senza senso, pensieri, paranoie. Non lo so, Andrea, è il mio modo per dimenticare» lui annuì a quelle parole e, a Matilde, sembrò quasi di poter sfiorare un lembo del suo mondo nascosto.
Lo vide alzarsi e lasciare la stanza. Tra loro non proferì altra parola, in fondo tutto quello era completamente insensato; lei si era intrufolata in casa di uno sconosciuto, che fino a quel momento l'aveva trattata come se si conoscessero da sempre, scambiandosi pareri e pensieri nei confronti di una canzone di cui lei non sapeva nulla. Non sapeva perché la stesse componendo o, meglio, se fosse per svago o per lavoro. Sapeva solamente che lei in quella canzone c'aveva lasciato l'intero cuore.
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ONIRO - FASTER // BNKR44
Fanfiction⭐︴43°43'6"60 N, 10°56'32"64 E "ti prego, Andrea, non smettere di cantare" Il suono di una melodia nel cuore di una notte; in torno silenzio, nemmeno il vento sibila. Matilde resta incantata, si sofferma e si rispecchia. Vorrebbe annegare tra quelle...