Capitolo 3

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Da quell'accaduto erano passate settimane. Settimane di silenzio e università, passate in attesa che una nuova melodia provenisse dal suo appartamento; ma nulla, sembrava quasi che fosse sparito nell'ignoto della notte, come il ricordo di quella serata.

Matilde, quella lontana mattina, dopo esser tornata a casa si rese conto di quanto avesse pregiudicato lei stessa Jacopo. Lo trovò un fantastico amico, dagli innumerevoli pregi e talenti; avevano parlato di come componesse musica per il loro collettivo e di come preparasse lui stesso le locandine degli eventi.
Infatti, Matilde scoprì che il suo inquilino misterioso era un bravissimo cantante ormai conosciuto. Non ci credeva, non credeva nemmeno che in un paesino così disperso nel centro della Toscana ci potessero essere così tanti talenti. Dovette ricredersi soprattutto nel momento in cui si mise alla ricerca.

Infatti, in una serata qualsiasi, ancora sveglia dopo esser tornata dall'università si decise a colmare le curiosità che stavano riempiendo la sua mente da quell'incontro.

Prese il computer e uscì in terrazzo. Ormai era consuetudine passare il suo tempo libero in quel luogo, che mano a mano stava rendendo sempre più proprio.
Si mise comoda sulla solita poltroncina, per poi digitare il nome del proprio inquilino. Trovò poche informazioni su di lui, ma ne trovò altrettante sul gruppo di cui faceva parte. Si perse a leggere articolo dopo articolo, ascoltò alcune tracce e constatò quanto effettivamente potessero essere bravi.

Perse delle ore in quelle condizioni, sentendo sempre di più gli occhi pesanti, ma non riusciva a scollare lo sguardo dalle loro foto. In realtà non riusciva a scollare lo sguardo da quelle di Andrea; il suo sguardo e i suoi occhi erano una delle poche cose che faticava a dimenticare da quella serata, come il profumo del suo appartamento.

Improvvisamente si imbatté su una nuova traccia che sembrava esser stata pubblicata proprio da Andrea sotto lo pseudonimo di Faster. Improvvisamente le venne in mente che anche Jacopo lo chiamava spesso in quel modo, ma pensava semplicemente che fosse un nome additato in amicizia.

Fece partire la traccia. L'attacco di chitarra era esattamente quello che sentiva ogni notte, poi la voce calda di Andrea fece capolino.
Le strofe erano esattamente quelle che avevano scritto insieme in quella notte di insonnia che avevano passato insieme, anche se alcune strofe le trovava differenti sapeva perfettamente che erano quelle che lei stessa aveva scritto nel proprio taccuino.
«Bastardo» sussurrò sentendo un groppo alla bocca dello stomaco farsi sempre più persistente. Non c'era niente da fare, si sentiva quasi derubata come se qualcuno fosse entrata nella sua intimità e le avesse rubato qualcosa di prezioso. Non sapeva dare parole a quella situazione, a quel sentimento di oltraggio e menzogna.

Era vero. Era stata lei stessa a dargli quelle parole in mano, regalandogli i propri sentimenti e le proprie paranoie, ma mai avrebbe pensato che tutto quello potesse finire nelle mani di altrettante persone.

Era ferita, era delusa.

Un brusio di sottofondo la distrasse da quel momento, così spense tutto e lasciò ricadere il computer sul tavolino, come se avesse paura che qualcuno di troppo potesse ascoltare a sua volta i propri pensieri.

Prese il proprio pacchetto di sigarette, ne estrasse una sigaretta e se l'accese.
Si alzò dalla sedia, raggiungendo il muretto che la separava dal vuoto sotto di sé. Ci appoggiò sopra i gomiti, così da poter osservare attentamente chi stesse facendo quel brusio fastidioso che interrompeva il silenzio della sera in cui era abituata ad immergersi.

Improvvisamente incontrò gli occhi di un ragazzo corvino. Andrea.
Distolse lo sguardo e osservò attentamente i ragazzi che erano con lui. Lo stavano seguendo tutti all'interno del giardino del loro piccolo condominio, segno che presto avrebbe sentito diverso rumore proveniente dall'appartamento superiore.

ONIRO - FASTER // BNKR44Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora