La pioggia ticchettava forte contro i vetri delle finestre. Era notte fonda e il suo cuore risultava talmente pesante da impedirle di dormire.
Non le era mai piaciuta la pioggia, perché rendeva le giornate cupe e difficili da vivere. L'annoiava, le regalava una strana malinconia che si spostava dal petto alla bocca dello stomaco, vagando imperterrita senza una meta precisa. In quel modo le paranoie proliferavano come funghi all'interno della propria mente, portandola a sentirsi pesante e demotivata. Non ce la faceva, era più forte di lei e, infatti, già sapeva che quella giornata l'avrebbe passata sul divano in preda ad una tristezza indefinita che l'avrebbe bloccata davanti alla tv.Matilde cercava di farsi cullare da quel ticchettio, ma non c'era verso. Sembrava quasi che qualcosa le impedisse di chiudere gli occhi e di dedicarsi ad una buona e sana dormita. Aveva brutti presentimenti, riferiti alla giornata precedente che aveva passato in compagnia di Andrea e che qualcosa era cambiato tra loro.
Si erano baciati, in quel modo talmente naturale da renderla quasi una cosa del tutto normale tra i due. Solo che in quel momento aveva provato una miriade di farfalle che si librarono nel suo stomaco. Non sapeva cosa fosse, non perché non conosceva la sensazione, ma perché non capiva come lei potesse provare una cosa simile dopo le precedenti delusioni.Di lui si poteva fidare?
Di lui cosa sapeva se non che produceva musica?
Non si conoscevano e, questo, non possono negarlo. Di lui sa che è un cantante e ha avuto una tormentata relazione passata. Non sa chi è, non sa da dove viene, ma nemmeno le cose più banali come il suo colore preferito o il suo profumo preferito. Matilde era una perdona estremamente curiosa e non avere risposte a queste domande le tormentava la testa creandone altrettante.
Come poteva sapere che era la persona giusta se non sapeva niente di lui?Forse però stava sottovalutando ampiamente il fatto che era riuscita ad entrare in un ambito così intimo come la sua musica. Era un dettaglio non da poco, che lo poneva nudo davanti a lei in un modo che in nessun altro modo avrebbe potuto farlo.
Forse stava solamente pensando troppo, cercando di appendersi alle cose futili pur di non ammettere che con lui si trovasse bene.
Forse doveva solamente lasciarsi andare e vivere quel momento.Matilde si arrese. Non sarebbe riuscita a dormire, così decise di alzarsi e prendere il telefono.
Dopo quell'avvenimento e dopo che Andrea fosse tornato a casa, non si erano più sentiti. Non sapeva se fosse tornato al Bunker o se semplicemente fosse tornato a casa per riposare, ma la notifica di Soundcloud le fece capire che qualcosa lo aveva fatto.Grigio perla, poche ore fa era stata pubblicata proprio da Faster. Non sapeva che stesse scrivendo una nuova canzone, ma il fatto che fosse riuscito a farlo interamente da solo in qualche modo la rese infinitamente felice. Sapeva che per lui quella poteva essere un'importante vittoria.
Si allungò per prendere le sue amate cuffie dal comodino, per poi far partire la canzone. Si mise comoda sul cuscino nella speranza che la sua voce la potesse un pelo calmare, infatti quando la sentì partire qualcosa le scaldò il petto. Di conseguenza, socchiuse gli occhi e rimase all'ascolto di quella melodia.
"Danzo coi miei difetti e stupidi preconcetti
Utili solo a far sì che non ti cerchi per tre settimane"Una fitta allo stomaco come un'allarme la portò a ranicchiarsi sul letto. In quella frase lui stesso dava ragione a quello che Huda e Duccio le avevano sempre detto.
Non si capiva mai davvero cosa provasse, non ne parlava mai rendendo a Matilde difficile anche solo capire perché fosse così gentile con lei e, sapeva, che un bacio non poteva essere una risposta a tutto quello.
Sapeva che di punto in bianco lui sarebbe potuto sparire e se lo aspettava, non poteva negarlo. Era da stupidi dire che si fidasse completamente di lui, perché in fondo lui non le aveva mai dato modo di fidarsi al cento per cento di quello che faceva."E mi ricorderò
La tua testa sulla spalla, la tua spalla sul dorsale
Dormivamo in due, ma bastava solo quel guanciale"Nuovamente una fitta allo stomaco. Quelle erano le frasi che si erano scambiati nei bigliettini durante la sua malattia.
Per la seconda volta aveva pubblicato qualcosa di suo senza dirglielo. Quei bigliettini per lei erano stati un attimo puro ed intimo, genuino come le azioni dei bambini e sentirle quelle frasi su una canzone, l'aveva esposta nuovamente.
Si erano promessi di confrontarsi e parlarne, affrontare la situazione in due, ma quella volta Andrea l'aveva lasciata sola nuovamente. Non sapeva come fare, cosa fare o come pensarla. Si sentì tradita, perché credeva che lui avesse potuto mantenere la parola data. Non lo aveva fatto e, per lei, quella era la cosa peggiore che qualcuno potesse fare.Teneva alle promesse esattamente quanto i bambini. Credeva che una volta fatte andassero mantenute indipendentemente dagli ostacoli, non che andassero dimenticate come parole al vento.
Si mise a sedere sul letto, cercando di trattenere tutta la rabbia e la delusione che si stavano impossessando di lei. Si ripromise di non dare più nemmeno una frase a quel ragazzo, consapevole che tanto le avrebbe usate come preferiva, senza nemmeno darle un barlume di protezione.
Era nuovamente nuda davanti ad altre persone, al fianco di una persona di cui non sapeva se fidarsi. Soprattutto non dopo che Andrea avesse ammesso pubblicamente di essere qualcuno che potesse sparire nel mezzo di una relazione.
Cercò di calmarsi, cercò di riprendere fiato e staccare la testa da tutte quelle voci che stavano urlando dentro di lei. Non c'era niente da fare, aveva sbagliato a fidarsi anche quella volta.
Spense la musica, facendo tornare il ticchettio della pioggia l'unico suono che popolava quella stanza.
Aveva bisogno di prendere aria, non importava quanto stesse piovendo. Così prese la coperta dal letto, stringendosela attorno al corpo, per poi uscire in terrazzo e accendersi una sigaretta.
Rimase in piedi contro la portafinestra nella speranza di non ammalarsi nuovamente a causa della pioggia che di tanto in tanto le sfiorava la pelle sbadatamente.
Prese un lungo tiro dalla sigaretta, socchiudendo gli occhi e cercando di zittire definitivamente tutto. In lontananza, al di sotto del fruscio degli alberi e della pioggia, sentiva una nuova melodia. Era ovvio che Andrea fosse sveglio, soprattutto dopo aver pubblicato la canzone. Se lo immaginava seduto sulla sedia della scrivania ad aspettare che i commenti comparissero uno ad uno al di sotto della sua canzone.Un lampo di nervoso le percosse il corpo, costringendola ad eliminare completamente quell'immagine dalla sua testa.
Forse era esagerata, ma lo stesso torto per la seconda volta la faceva imbestialire tanto, perché aveva completamente perso la fiducia che aveva riposto in lui.
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ONIRO - FASTER // BNKR44
Fanfic⭐︴43°43'6"60 N, 10°56'32"64 E "ti prego, Andrea, non smettere di cantare" Il suono di una melodia nel cuore di una notte; in torno silenzio, nemmeno il vento sibila. Matilde resta incantata, si sofferma e si rispecchia. Vorrebbe annegare tra quelle...