1.L'aggressione e L'incontro.

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-Davvero non vuoi restare John?
-no Sunhi, domani ho una riunione importante farei tardi.
- non troverai un taxi a quest'ora... fai attenzione appena esci da questa zona residenziale può essere pericoloso.
-Non preoccuparti sono solo venti minuti di camminata... Ho mangiato troppo non può che farmi bene.

Poco dopo...
Meglio che io non mi sia fermato per la notte, dovevo dirglielo stasera che è finita ma non ne ho avuto il coraggio.
Fa freddo tiro su il bavero del cappotto...avrei dovuto venire con la mia auto ma ha insistito per venire a prendermi lei... L'ha fatto apposta voleva che passassi la notte a casa sua.
Mi sento esausto e vuoto, non c'è niente che mi soddisfi in questo periodo.
La mia famiglia ingombrante ha condizionato tutta la mi vita, anche la relazione con Sunhi mi è stata imposta.
Mi stringo nel cappotto di Dior che per quanto costi come l'oro non mi ripara abbastanza perché il mio non è solo freddo esterno... È un gelo che viene dentro da un'insoddisfazione profonda.
Cammino spedito attraverso questo quartiere splendido dove il lusso è percepibile ovunque anche se non si trova un taxi neanche a pagarlo oro, potrei chiamare l'autista di famiglia ma ho una coscienza anch'io e alle 3.45 chiamarlo sarebbe una bastardata.
È così mi trovo ad uscire da Gangnam ed entrare in Yonk city un quartiere confinante... Uno dei quartieri feccia. È abbastanza esteso e con un'alta percentuale di criminalità. Non ho alternativa altrimenti dovrei fare un giro immenso, passando in una zona di supermercati dovrei transitarvi velocemente riducendo il rischio, mi è già capitato una volta.
Faccio un errore di valutazione e mi accorgo subito di essere seguito. Girandomi ne vedo solo due ma potrebbero essere di più, accelero il passo... Ma è inutile accade in un momento e me ne trovo davanti tre e due alle spalle. Sento solo i primi pugni due al volto... Uno allo stomaco... Poi tutto nero...

Non so quanto sono rimasto qui... mi risveglio in mezzo ai rifiuti c'è una puzza tremenda e sono dolorante... dappertutto... c'è qualcuno che mi sta scuotendo.
-eih... Svegliati...qui non puoi restare... Fra poco arriva il camion dei rifiuti... Vuoi che carichino anche te?
Un ragazzo mi guarda schifato deve avermi preso per un homeless... In effetti sono in mezzo ad una montagna di merda sul retro di un edificio... Forse un supermercato. Un gran mal di testa mi stordisce impedendomi di ragionare lucidamente... È uno shock quando mi rendo conto che non riesco a ricordare nulla... Ho percezione di me stesso... Ma non so chi sono... Dove sono... Né cosa è accaduto.
Mi tira su per il bavero della giacca malconcia che ho addosso, sono sporco molto sporco... Soprattutto il viso è imbrattato di sangue.
-vattene cazzo... Guarda qua... Per dartele hanno fatto un casino... Ora devo sistemare i sacchi e raccogliere quello che hanno sparso in giro, fra un po' arriva l'autocompattatore del comune... Sparisci ho detto!
È incazzato nero, seppur a fatica mi rimetto in piedi, la mia giacca è stracciata su una spalla e la camicia che indosso, che ormai di bianco ha ben poco, è aperta sono saltati via i bottoni.
Mi incammino allontanandomi dal ragazzo minaccioso... Sedendomi su una panchina di fortuna venti metri più avanti.
Infilo le mani in tasca ma non c'è nulla, nemmeno nelle tasche dei pantaloni. Non ho anelli, né orologio niente che possa darmi un suggerimento sulla mia persona.
Passo la lingua sui denti ci sono tutti... Almeno quello. Chi mi ha picchiato ci è andato pesante, guardo le nocche delle mie mani sporche ma intatte è come se non avessi fatto in tempo a difendermi. Dal polsino della camicia noto sul polso un tatuaggio, sposto il tessuto per rendermi conto che continua fin su sul braccio... Per quanto ci pensi per me non ha un significato.
Guardo le mie scarpe sembrano di ottima fattura e pure i miei abiti seppur laceri e sporchi non sembrano roba economica.
Mi alzo e faccio qualche passo... Notando poi un bagno pubblico.
Ci entro inutile dire che i due uomini che sono dentro e stanno pisciando, scioccati escono in fretta, è evidente che non vogliono rogne, appena mi vedono se la filano... le mie condizioni fanno paura. Non ho certo un aspetto rassicurante.
Ho un occhio tumefatto e parecchio gonfio direi ormai tendente al rosso bordeaux e blu, il labbro spaccato e lo zigomo insanguinato, il sangue rappreso ha formato una fitta ragnatela di croste schifose. Mi hanno picchiato anche alla testa passando la mano sento dei grumi di sangue tra i capelli e la cute. Cerco di lavarmi il viso risultato... labbro e zigomo iniziano a sanguinare copiosamente, resto scioccato a guardarmi mentre il sangue mi cola sul viso sul collo inzuppando il collo della mia camicia.
Sento dei movimenti dietro di me un ragazzo biondo sta uscendo dal bagno. Noto solo i suoi capelli concentrato come sono dal disastro del mio viso.
-o cazzo!!!
Grida dallo spavento, si mette subito accanto a me incurante della mia figura poco rassicurante aprendo il rubinetto dell'acqua fredda e tamponandomi con della carta igienica... La deve cambiare spesso, vedo che tira fuori dei fazzolettini da una miniborsa che ha a tracolla, cercando di fermare il sangue.
-chi ti ha conciato così?
Chiede concitato.
-non lo so...
È assurdo ma non lo so davvero... Continuo a guardarmi allo specchio incapace di concentrarmi...è il panico... non so chi sono... non so il mio nome... Preso dalla disperazione mi aggrappo a quello specchio strappandolo dal muro e scaraventandolo a terra.
Va in mille pezzi.
Il ragazzo tira un urlo per lo spavento attaccandosi al muro guardandomi atterrito....
Per una manciata di secondi guardiamo i vetri a terra...
Poi mi giro verso di lui... Vorrei dire che mi dispiace... Ma la voce non esce... Lo osservo avrà forse vent'anni indossa un chiodo nero e un leggins di pelle rossa.... I suoi capelli sono biondo platino e sul suo bel viso c'è un'espressione terrorizzata.
-cazzo lo sapevo... Lo sapevo... Maledetto me... Dovevo farmi i cazzi miei... Ok... Ok... Stai buono eh... Ora mi tolgo dalle palle... Esco... E tu resti qui ok... Ok? Volevo solo aiutarti... Ma se il mio aiuto non lo vuoi non insisto... Non serve che rompi più niente ok?
Le lacrime mi scendono incontrollate, il ragazzo che ha già aperto la porta mi guarda... È incerto...
-non andartene...
Riesco a dire.
Deglutisce rumorosamente è pieno di paura.
-ok....ok...ma stai calmo eh? Chiamo i soccorsi se vuoi...se stai male...
-no!
Rispondo d'istinto senza sapere perché dico quel "no".
-senti... Ripuliamo un po' il tuo viso poi ti riaccompagno a casa...se fai il bravo...
Dice rassicurante.
-non ho una casa...non so se c'è l'ho...
-ah no? Come ti chiami?
-non lo so.
Dico mentre un singhiozzo mi strozza la gola.
-come non lo sai?
Insiste il biondino.
-mi sono svegliato in mezzo alle immondizie dietro al supermercato... In questo stato... Non mi ricordo nulla.
Rispondo angosciato tenendomi la testa.
-ti accompagno alla polizia? Sei sicuramente stato aggredito da una gang... Sono loro... Bastardi che fanno queste cose... Picchiano la gente a morte... Sei stato fortunato... Chiamo la polizia?
Ripete angosciato.
-no... non posso sapere se sono un ricercato.
Si avvicina girandomi il colletto della giacca...
-Armani...
Dice fra se è sé...
-e scarpe Italiane...
Aggiunge quasi in un sussurro.
-in tasca hai qualcosa?
-niente mi dispiace...
-magari sei uno della Seul bene... Se scopri che lo sei... Ricordati che sei in debito con me.
-va bene...
Rispondo rassegnato.
-usciamo da qui...prima che qualcuno la chiami la polizia.
Annuisco e lo seguo.
Cammina davanti a me ha degli anfibi con una gomma alta almeno sette centimetri eppure nonostante questo è piuttosto basso. Il leggins lo fasciano talmente che non lasciano spazio all'immaginazione.
Ha una camminata studiata... Attira l'attenzione.
-aspetta qui...
Dice indicandomi una panchina.
Poco dopo torna con un sacchetto di carta... Con dentro una briosce alla crema.
La mangio subito, sperando che quel poco zucchero mi stimoli qualche ricordo... Ma niente è buona e basta.
-ti chiamerò Jk...In qualche modo devo chiamarti... Io sono Jimin piacere.
-piacere
Farfuglio confuso.
-non sai cosa ti è successo, non ricordi da dove vieni né come ti chiami.... Non vuoi che chiami i soccorsi né la polizia... Cosa devo fare con te?
-non lo so...
Sembra pensarci bene...
-sei fortunato ho la mattinata libera volevo fare un po' di shopping ma mi sa che mi tocca fare il buon samaritano. Vieni intanto miglioriamo il tuo aspetto, il sangue sul viso l'abbiamo pulito, non che tu sia un bel vedere eh mi sa che dovranno passare un po' di giorni... Vestiti... Ecco... Hai bisogno di vestiti... Vieni seguimi andiamo alla Santa Maria la chiesa dei frati cappuccini. Lì distribuiscono vestiti e cibo, così almeno sai dov'è e potrai cambiarti.
Cammina davanti a me facendomi strada.
Non posso fare a meno di chiederglielo notando la sua camminata.
-tu... Stai per strada? Batti?
Si gira guardandomi dal basso in alto con le mani sui fianchi...
-eih... Cosa te lo fa pensare!
-scusa io...
-no... Io una casa ce l'ho... Non batto ho un lavoro... Certo...non è prostituzione ma si avvicina...
Ride in modo sciocco.
Ballo in un strip club della zona rossa, lap dance hai presente?Quella dove muovi il culo attorno ad un palo... Guadagno bene e non ho bisogno di darlo via. Sai dov'è il Fake club?
-no.
-meglio non ti perdi niente... È solo un casino.
Mi racconta facendomi strada.

I frati li conosce bene, riesce a recuperarmi uno zaino con un paio di cambi di vestiti e un giubbotto.
-Jk... Così hai un aspetto più umano.
Afferma sorridendomi.
-grazie Jimin sei un Angelo.
-addirittura... È difficile sai che io vada in Paradiso...comunque tesoro se prosegui su quella via stretta dietro l'angolo c'è la mensa. Non posso aiutarti oltre è già l'una ed io alle 14 ho le prove dello spettacolo.
Addio Jk... Abbi cura di te. E se ti ricordi di essere un riccone ricorda sei in debito con me.
-addio Jimin...
Rispondo triste perché... Sento già il panico salire dallo star solo.

Non me ne voglia chi segue "Sangue" e "Indimenticabile"
Ci sono storie che premono per uscire nascere e si sviluppano subito nella mia mente affetta da Jikook acuta e altre che richiedono più tempo... Le concludero' è certo... Aspettatemi.

Un'altra vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora