8.Il peso dei ricordi

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Stanotte lavare i piatti non mi passa più e il nervosismo avanza quando mi accorgo che i camerieri si radunano sulla porta della cucina per vedere il numero di Jimin.
I loro commenti mi fanno andare fuori di testa, infatti un paio di piatti mi scivolano rompendosi.
-vacci piano che Carl te li fa pagare...
Mi dice uno di loro girandosi velocemente.
Sono concentratissimo, li sento i loro luridi commenti.
-me lo farei...
-hai visto che bocca ha?
-perché il culo?
-ma come fa a muoversi così bene...
-Carl ci ammazza se ci avviciniamo, tollera a malapena Jhope e Jk.
Chissà perché questi stronzi si sono fatti l'idea che io sia etero... Forse lo ero e forse non lo sono più. Meglio così non destare sospetti con Carl.
Mi sono procurato un materassino gonfiabile per dormire da Jimin... Certo non mi ospiterà nel suo letto l'ha detto che per il momento dobbiamo frenare i nostri istinti e i nostri sentimenti.
Domani inizierò a capire cosa mi è successo...passerò tutta la mattina in biblioteca.

Un po' di ore più tardi aspetto Jimin fuori... Solita piccola ressa si ferma un attimo per le chiacchiere e le risate di rito, mentre io lo aspetto.
Oggi è vestito tutto di bianco, bomber e calzoni super aderenti, i capelli ingellati pettinati tutti all'indietro è davvero molto sensuale. Solo il pensiero che è stato mio mi fa rivendicare qualcosa...
Quando mi raggiunge dall'altro lato della strada dove lo sto aspettando mi accorgo che gli altri lo notano, soprattutto quelle due pettegole delle drag queen.
Camminiamo fianco a fianco senza parlare.
-oggi i camerieri erano tutti eccitati per il tuo numero.
Esordisco.
-ah si... Non me ne sono accorto mi concentro sullo spettacolo. Non su chi ho intorno
-avevano la bava alla bocca.
Aggiungo stupidamente.
-e allora? Non mi sembra sia un problema... Sanno che se ci provano Carl gli spezza le gambe.
-le spezzerà anche a me?
-no se io non mi lamenterò
-chi è Carl per te?
-Jk questa conversazione non mi piace.
Risponde seccato.
Mi chiudo in un ostinato silenzio.
Appena entriamo in casa me le canta di santa ragione.
-facciamo già il geloso dopo avermi sbattuto una volta? Non ne hai il diritto.
-vuoi sapere chi è Carl? Non ti piacerà quando lo saprai.
È l'uomo con cui l'ho fatto la prima volta.
Non è durata eravamo diversi... Troppo diversi. Mi difende perché mi vuol bene tutto qui.
Incasso e taccio gonfiandomi il materassino masticando amaro... Solo il pensiero che Carl abbia messo le sue grosse luride mani su Jimin mi fa imbestialire.
-Jk?
-si?
-mi aspetto riconoscenza per averti aiutato.
Mi dice serio.
-ok.
Non me l'aspettavo che mi rinfacciasse che. Mi sta aiutando.
L'altra notte quindi ha significato ben poco per lui penso amaramente.

Il sonno arriva. Sogno un grande attico è un posto familiare per me... Credo di capire che sia casa mia. Sento delle voci... Vedo un corridoio lungo... Mi avvicino...
"li trasferiamo domani"
Questa frase qualcuno la ripete più volte ed io non so cosa pensare.
Dormo male ma quando mi alzo mi accorgo che pure per Jimin non è stata una buona nottata.
-ti accompagno...
Prova a dirmi con un mezzo sorriso.
-no. Riposa sei sfinito
Dico ormai uscendo.

La biblioteca è quasi vuota dato che è molto presto.
Faccio una ricerca al pc su Jeon senior Jan mio padre, gli articoli sono molteplici, ci sono numerose foto di lui sempre accompagnato al suo segretario Jinoshi Diri.
Ingrandisco il faccione di Jinoshi Diri ed è un tipo che non mi piace a pelle...
Improvvisamente è come se la testa mi scoppiasse e sento qualcosa... Come se fossi là come fosse reale.
-"li trasferiamo domani"
-"li trasferiamo domani"
-"lo sa"
-"lo sa"
- "bisogna farlo fuori".
-"bisogna farlo fuori"
L'eco di quelle parole risuona nella mia mente.

-Nooooo!!!
Urlo improvvisamente!!! Il "tutto" doloroso mi piomba addosso... Non posso evitarlo... I ricordi si ritrovano agganciandosi l'un l'altro... In un'infinita catena...
Ora c'è tutto nella mia mente.

-signore... signore... Si sente bene? Ha urlato!
Si avvicina uno dei bibliotecari spaventato.
-mi scusi... Si ha ragione... Non lo farò più e che ho letto qualcosa...
Ciancico sconvolto.
-la devo pregare di fare silenzio.
Annuisco imbarazzato sentendo gli occhi dei pochi presenti addosso.
Cerco di calmarmi. Ora so che non è stata una gang ad aggredirmi... ora lo so. Ho bisogno di parlare con Tae.
Mi alzo ed esco.
Mentre mi incammino... So benissimo dove sto andando.
Una mezz'ora dopo sono nel parcheggio sotterraneo della nostra azienda.
Tae esce sempre intorno alle 13.00 per andare a pranzo...gli parlerò.
Ma poi non è così che accade, Tae esce dall'ascensore accompagnato da mio padre e Jinoshi Diri. Scambiano due brevi chiacchiere e poi lui sale su un auto che è venuta a prenderlo.
È Sunhi... La riconosco si baciano a lungo, ed non provo nulla al riguardo.
Poi loro vanno via ed io... Resto lì pensieroso.... Finché purtroppo sento.
-eih tu...
Uno della sorveglianza mi ha visto, forse dalle telecamere.
Inizio a correre via, il posto lo conosco bene e riesco a destreggiarmi fra le autovetture parcheggiate... Nascondendomi e poi in seguito fuggendo via.
Poco dopo sono in metropolitana... Obiettivo entrare in casa mia.
Sono John... John Jeon...il figlio di un miliardario... Si sono scomparso... Ma lui non voleva che sparissi lui voleva che mi uccidessero perché sapeva che avrei parlato... Non sanno quanto sono scomparso... Si mi sono dissolto per lasciare il posto a Jk che non ha paura di niente... Perché il fondo l'ha già provato e non ha potuto che risalire senza timore. Sto arrivando.


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