5. Un lavoro

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-stai meglio... Vedo.
Commenta mentre camminiamo fianco a fianco.
-si... Vivo ancora per strada però con Osmo.
-chi è Osmo?
Chiede curioso mentre i nostri passi sincronizzati eccheggiano in questa notte buia.
-un vecchio signore che mi ha aiutato a sopravvivere. Lui trova sempre posti sicuri dove stare di notte.
-ah capisco.
Jk forse ti ricordi finalmente  qualcosa?
Scuoto la testa.
-sei sempre nei guai allora...
-si.
Sembra pensarci un attimo... Per poi sorprendermi cercando di aiutarmi ancora.
-senti al Fake Club cercano dei lavapiatti... Li cercano sempre... Perché è un lavoro duro e poi se ne vanno presto... Non durano... Vorresti...
-si... si...
Non lo faccio nemmeno finire.
- Non ho documenti però...
-al Fake non servono. Secondo te quando mi hanno assunto me li hanno chiesti? Ed ero minorenne...
Risponde ridacchiando.
-faresti questo per me? Mi presenteresti?
-certo... Domani. E quegli stronzi mi dovranno pure ringraziare...
Eccoci siamo arrivati, abito sopra il calzolaio ricordatelo.
-ok... A domani allora...entra aspetto di vedere che accendi la luce in casa.
-ooook vieni per le dieci... Così riesco a dormire un po' e ti diamo una ripulita. Hai degli abiti decenti?
-si nello zaino.
-portali... Ora tornando da Osmo fai attenzione?
-Jimin?
-si?
-sei un Angelo davvero.

Ed è così che torno da Osmo. È sveglio mi aspettava.
-eccoti qui... Com'è andata?
-bene Osmo... Vuole aiutarmi domani mi propone per un lavoro al Fake... In nero ovviamente.
-è un Angelo sul serio allora...
-si un bellissimo Angelo.
-dovrò lasciarti da solo Osmo per molte ore.
Dico rattristato.
-era proprio di questo che volevo parlarti... Tu non lo sai ma da qualche anno gli assistenti sociali del comune mi stanno alle calcagna, sono troppo vecchio e malandato per continuare a vivere così per strada...e dopo la scorsa settimana quando sono stato malissimo ho preso una decisione. Vorrebbero farmi entrare nella casa di riposo comunale sono nullatenente ma l'ultima residenza l'ho avuta in questa città di merda... forse accetterò dopotutto... Se riuscirai ad avere il lavoro lo farò. Così almeno avrò qualcuno che verrà a trovarmi...
-te lo giuro Osmo se riuscirò a migliorare la mia vita migliorerò anche la tua... E quella di Jimin.
Dico sicuro
-figliolo sono certo che se tu potessi farlo l'avresti già fatto. Jk è stato bello vagabondare con te... Ma ora è giunto il momento per me di avere qualche comodità e per te di affrontare la tua nuova vita... Ti sei fatto un amico prezioso vedrai andrà bene.

Ed è così che l'indomani salgo la stretta scala che porta sopra il negozio del calzolaio... Fuori dalla sua porta c'è un vaso di azalee e la scritta "welcome"... E penso che ci sta... Si ci sta bene... è nel suo carattere.
Busso alla porta di Jimin sono le 9.30 sono giunto un po' prima.
Mi apre ancora indossando un buffo pigiama con degli unicorni rosa stropicciandosi gli occhi con le mani.
-oh... Sei tu... Scusa... Vieni entra... Non mi alzo mai prima delle 11 non ce la faccio capisci... Ma oggi era giusto fare un'eccezione. Accomodati.
Entro e non è che ci sia molto da vedere la sua casa è minuscola nella stessa stanza una minicucina bianca, un tavolo per due, un letto con una coperta fucsia e un armadio di quelli di gomma con la zip rosa. Due valige in un angolo.
-cosa ti sembra? Piccola vero? Ma per me basta e mi consente di risparmiare un po'. Sai vorrei iscrivermi a dei corsi di danza ma costano un botto.
-è come te... Ti rispecchia.
-ok... Iniziamo.
Dice dandomi un asciugamano grande.
-senza offesa da quanto non ti lavi?
Attende un secondo...
-ok non lo sai... Fila... Io faccio colazione intanto...tu hai mangiato...?
-no, ma Jimin non è importante stai già facendo tanto per me.
-ok ti lascio due fette con marmellata e caffè muoviti.

Entro nel suo piccolo bagno e mi spoglio davanti allo specchio finalmente mi vedo bene, di quella notte sul viso mi è rimasta solo un cicatrice sullo zigomo.
Ho un gran fisico nonostante io viva di stenti e il tatuaggio che mi prende tutto il braccio pur non conoscendone il significato lo sento mio.
I capelli sono troppo lunghi noto un gruppetto di elastici avvolti sul manico di una spazzola, ne prendo uno e mi faccio un codino.
La doccia è piccola, ma sentire l'acqua tiepida e il sapone scivolare sul mio corpo è fantastico... Di certo lavarmi è una di quelle cose che mi piaceva fare lo so perché ho una bella sensazione.
Guardo l'acqua sporca scendere giù per lo scarico.... E non mi capacito di quanto un essere umano possa accumulare lerciume.
Guardo il suo spazzolino... E so che è tremendo quello che penso...  lo userei. Non lo faccio per rispetto verso di lui ma mi passo una buona dose di dentifricio con il dito sui denti grattandoli con l'unghia dell'indice. .
Mi lego i capelli e mi avvolgo nell'asciugamano ed esco... Ho dimenticato i vestiti fuori.

Un'altra vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora