-Jimin si senta libero di parlarmi di quello che vuole.
Mi dice la psicologa dopo le presentazioni e dopo che Jk se ne è andato.
Abbiamo deciso di restare qui in salone è più comodo... Lei si è seduta sulla poltrona io accanto sul divano.
-ha visto il palo?
Inizio non sapendo cosa dire nel più completo imbarazzo.
-quale?
Chiede sorpresa.
-quello!
Glielo indico con il dito.
-mi chiedevo infatti perché quell'asta in metallo fosse lì, ma questa è una casa molto moderna e forse aveva un suo perché... Io sono di gusti più classici.
-è un regalo di Jk per me.
Dico orgoglioso.
-vuole farmi vedere a cosa serve Jimin?
Penso che è furba a chiedermelo ma anch'io non vedo l'ora di provarlo.
Mi tolgo i calzoni della tuta restando in boxer neri.
-la vedo preoccupata dottoressa...
Dico vedendola arrossire.
Ridendo mi aggrappo al palo facendo un semplice volteggio.
La stupisco con un paio di cose che di solito faccio nelle mie performance. La vedo presa non se l'aspettava, quando penso di aver fatto abbastanza smetto e mi siedo accanto a lei ansante.
-è bellissimo da vedere, lei è molto bravo... Dev'essere faticoso però!
-sono fuori allenamento. Questa per rendere in leggerezza è una cosa che va praticata tutti i giorni.
-quando ha iniziato Jimin? Se posso chiederglielo ovviamente.
-ho iniziato al Fake Club, una delle ballerine di lap dance che era diventata mia amica mi ha fatto provare un giorno, prima facevo il cameriere. Carl mi ha visto e da là poi non sono più sceso... Ho smesso di servire ai tavoli.
-Carl?
-il mio titolare.
-vuole parlarmene?
Ci penso e ho l'immagine di lui morente fra le mie braccia e mi dico di no.
Scuoto la testa in senso di diniego.
Lei resta in silenzio attende che io mi lasci andare.
-ho paura.
Dico improvvisamente.
-di cosa Jimin? Se vuole dirlo ovviamente.
-dell'operazione. Ho paura di illudermi che il mio viso ritornerà lo stesso e non sarà così.
Sposto i capelli perché mi veda.
Non inorridisce e già qualcosa e mi fa un mezzo sorriso.
-ha sofferto vero? È stato doloroso?
-lei è la prima che me lo chiede... Nemmeno Jk l'ha fatto.
-Jk la ama molto.
-Jk si sente in colpa... Forse si forse mi ama ma è uno strano modo di amare.
Rispondo con voce grave rendendomi conto di giudicarlo non troppo positivamente.
-non mi ha risposto Jimin... È stato doloroso?
Si è accorta che ho evitato di rispondere con la mia frase.
Mentre lo faccio le lacrime mi scendono e non ho il potere di fermarle.
-si...l'ho sentita sa... la lama che mi strappava il viso... Il dolore è arrivato quasi subito... Ho sentito il mio viso aperto... l'ho toccato e in pochi secondi avevo sangue dappertutto sul viso, sul collo... Le mani piene... Un dolore così forte da sentire solo quello... Da perdere la consapevolezza del mio corpo come se la mia sensibilità fisica si fosse concentrata tutta in quel punto ... Certe volte penso che è come se non mi avesse solo squarciato il viso... Mi ha strappato anche l'anima. E le parole che ha detto... Irripetibili.
-e poi?
Incalza la dottoressa rendendosi conto che su questo mi sono lasciato andare.
-e poi in ospedale mi ci ha portato Floris un'amica... Ho provato a chiamare Jk sul numero che mi aveva dato... Non mi ha risposto.
-è arrabbiato con lui per questo?
Annuisco.
-è in ospedale poi... I commenti di un infermiere... Li sento ancora nelle mie orecchie... volgari e cattivi
"saranno contenti quelli della chirurgia... Hanno l'ennesima puttana da ricucire"
Continuo a piangere... Fino a quando mi alzo in piedi... L'ansia e il dolore che mi porto dentro non mi fanno respirare mi giro verso di lei giungendo le mani...
-basta così per oggi non ce la faccio oltre.
-Jimin non volevo turbarla...
Commenta la psicologa.
-no... Non è nulla è solo un po' d'ansia... Io...so solo dirle che è sempre così quando ci penso.
-passerà io sono qui per questo.
-lo so e la ringrazio.
-ci possiamo vedere giovedì a questa stessa ora?
-si.Mezz'ora dopo...
-dottoressa com'è andata?
Chiedo tra il curioso e il preoccupato.
-signor Jeon... Nel complesso direi bene... Ha parlato finché se l'è sentita. Mi ha dimostrato fiducia immediata e mi ha fatto molto piacere professionalmente e umanamente parlando.
-di cosa avete parlato?
-sto violando il segreto professionale parlandone.
-la prego..
Non userò nulla di quello che lei mi dirà in mio favore lo giuro.
-Jimin deve ancora superare l'aggressione subita e il dolore fisico. La morte di Carl e il suo abbandono Sig. Jeon. Inoltre ha paura dell'operazione.
Resto in silenzio... Sono tutte cose che già immaginavo ma sentirmelo dire è un'altra cosa.
-capisco...
-abbiamo un appuntamento giovedì alla stessa ora... Ha accettato di proseguire è un buon segno. Signor Jeon... Metta qualcuno in casa con lui... Che ne so una cameriera... Meglio che non stia solo.
Non in questo periodo.
Prima che lo dimentichi...è fantastico su quel palo.
-l'ha usato? Davanti a lei? Ne sono felice.Poco dopo...
-Jimin com'è andata?
-credo bene... Grazie Jk.
STAI LEGGENDO
Un'altra vita
FanficUna notte dopo aver accompagnato la fidanzata a casa John ritorna a piedi verso casa, l'ora tarda e la mancanza di un taxi in giro gli fa prendere la decisione di abbreviare il ritorno passando per un quartiere malfamato. Viene aggredito e picchiato...