Sono le due di notte non riesco a dormire. Decido di alzarmi e di bere qualcosa.
Mi accorgo subito che la stanza di Jimin ha la porta aperta anche se la luce è spenta.
Capisco subito il perché arrivando in salone e bloccandomi sulla porta nella penombra per non essere visto.
Jimin sta volteggiando sul palo l'unica luce che lo illumina è una lampada a stelo in un angolo e le luci di Seul sullo sfondo.
Ora so perché ho ricomprato per lui l'asta da lap dance perché lo desideravo quello spettacolo e lo volevo tutto per me.
I boxer neri aderenti e il suo petto nudo attirano la mia attenzione.
Lo guardo quel corpo perfetto scolpito da anni di disciplina, niente è fuori posto. Non ha bisogno di musica il perché io lo so... La musica è dentro di lui... La sento guardando un suo volteggio o come si lascia andare.
Unica nota stonata che non riconosco è quella massa di capelli neri lunghi che so essere soltanto una copertura, uno schermo fra lui e il mondo crudele che ha dovuto affrontare senza di me.
Voglio che stia bene il mio Jimin, che mi perdoni e mi dia la possibilità di amarlo.
Aspetterò farò quanto in mio potere per riaverlo.
Dopo una ventina di minuti stanco si lascia scivolare. Prende da terra la sua bottiglietta d'acqua tracannandola tutta d'un fiato.
Niente mi sembra più sexy di quelle gocce d'acqua che scivolano giù per il suo collo.
Viene verso la porta ed io non posso più tirarmi indietro mi vedrebbe ormai l'incontro è inevitabile.
-ti è piaciuto lo spettacolo?
Chiede sorprendendomi.
-sapevi che ti stavo guardando?
-si... E mi è piaciuto avere un ammiratore.
Commenta toccandomi un braccio.
-Jk...
La sua voce è roca e il mio cuore accelera.
-non lo so se è il palo... Le medicine che prendo o se sei solo tu...ma sono pieno di voglia...lo so che ho detto che volevo aspettare... E che sono un po' contraddittorio...
La sua mano arriva dove sa che c'è già una risposta certa, intrufolandosi sfacciata dentro i miei pantaloni del pigiama.
-io ti desidero al punto che non ti dirò certo di no...
Ansimo sul suo collo.
-Jk è sesso... Per il momento non scambiamolo per qualcos'altro.
Per questa sua frase ci resto male... Come quella volta che mi disse "se scopiamo non c'è più amicizia" ma anche per me il desiderio è troppo.
Le mie mani scorrono sul suo petto nudo come la mia bocca famelica, mentre le sue mi sfilano la mia t-shirt.
Nel mio grande salone rieccheggiano i suoi gemiti, ora so che se dovesse decidere di andarsene non potrei più vivere qui ricordando questi attimi.
Ho la consapevolezza di aver paura perderlo. Lo stringo a me mentre lo faccio mio con vigore, voglio che senta tutto il mio desiderio. Sento le sue unghie graffiare la mia schiena come se avesse perso il controllo ed è un piacere immenso.
Alla fine raggiungiamo quanto tanto desiderato insieme... Poi si lascia andare fra le mie braccia...
-ti sono mancato...
Dice soddisfatto strusciando il viso sul mio petto.
-da morire.
Ammetto senza remore.
Restiamo nudi accolati sul tappeto scambiandoci lunghi baci appassionati, adoro essere solo con lui... Adoro che sia mio.
-domani ti accompagno dal dottor Kim.
Annuisce con un cenno del capo ricordando che ricorre la data di una prima visita.
-... Mi chiedo solo...
-cosa?
-se è necessario che lo faccia.
-non vuoi tornare com'eri prima?
Chiedo stupito.
-si... Ma se poi fosse peggio?
Dice tirando si su guardandomi.
-peggio in che senso? Kim Namjoon è il miglior chirurgo plastico del Paese.
Affermo non capendo dove vuole andare a finire
-se non mi riconoscessi...? Se dopo l' operazione non ritrovarsi me stesso? Ho già tanta confusione dentro di me.
-facciamo così domani ci andiamo e ne parliamo con il dottor Kim e poi deciderai.
-Jk grazie...
-ringrazia John... I soldi sono i suoi.
Dico ridendo scherzando sul doppio nome.
-ed io... Con chi ho fatto sesso prima?
-Jk... Ne sono certo.
Sorrido sulla sua bocca baciandolo e riabbracciandolo.
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Un'altra vita
FanfictionUna notte dopo aver accompagnato la fidanzata a casa John ritorna a piedi verso casa, l'ora tarda e la mancanza di un taxi in giro gli fa prendere la decisione di abbreviare il ritorno passando per un quartiere malfamato. Viene aggredito e picchiato...